sabato 24 settembre 2016

BCC iniziano a lavorare al quarto disco

I Black Country Communion hanno iniziato a lavorare al loro quarto disco, come annunciato da Glenn Hughes attraverso il suo account Twitter. Le prime sessioni all'interno della sua casa di Los Angeles. 
Ecco alcune recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa danese e americana rilasciate da Hughes. 



"Lo scorso Febbraio ho fatto un'intervista con con Gary Graff di Billboard Magazine. Gary mi ha fatto delle domande relative all'introduzione dei Deep Purple nella Rock and Roll Hall of Fame. Gli ho detto che probabilmente non avrei suonato più in nessuna band dopo i Black Country Communion, perchè i 3 dischi che abbiamo fatto sono stati troppo importanti, la band è eccezionale, ogni componente della band lo è. Ho detto proprio che i BCC sarebbero stati l'ultimo gruppo in cui avrei suonato. Tre settimane dopo, la sera, ricevo una inaspettata telefonata da Joe Bonamassa. La gente crede ci sia qualche problema tra noi, ma siamo amici e lo siamo sempre stati. Joe mi dice "Ehy, non pensi sia ora di fare un altro grande album?" Gli ho risposto "Certo che lo penso. E lo sai che questa è l'unica band in cui voglio suonare?!" e ci siamo messi a ridere. Sono un grande fan di Joe, come musicista e come persona, adoro i suoi fans. La gente su internet per un po' ha pensato che fossimo in guerra, ma non è mai stato così, siamo una famiglia. Ora faremo questa nuova cosa un passo alla volta, prima l'album, poi qualche show. Vedremo cosa accadrà."

Riguardo alle aspettative intorno al nuovo album dei BCC, Hughes ha detto: "Il mondo ha bisogno di un altro grande album rock. I BCC sono grandi, mi danno un'enorme energia per tornare a scrivere, sono felice di tornare a lavorare insieme. 
Io e Joe agli inizi abbiamo lavorato di più insieme, prima che Derek, Jason e Kevin Shirley si unissero a noi. Abbiamo lavorato insieme per tutto il 2009 e Joe mi disse molto onestamente di essere un'artista solista e che tale sarebbe rimasto per tutta la vita. E io dissi 'ok, è fantastico!' Non gli ho mai chiesto di cambiare per stare nella band con me. Ho altre cose da portare avanti, e musicisti con cui suonare. Io e Joe sapevamo che non sarebbe finita, che i Black Country Communion avrebbero fatto altri concerti quando sarebbe arrivato il momento. Ed ora eccolo! Abbiamo fatto 33 show in 3 anni, che non è una grande cifra. Ma non avevamo delle aspettative particolari. Quando poi ci siamo separati, il problema è stato: se non puoi suonare altri concerti, non ha senso fare altra nuova musica. Sai, io continuavo a scrivere tutto il tempo."
"Dissi a Joe: 'devo fare un disco solista.' Lui rispose che andava bene ed è andata così, con la mia carriera solista che viene prima del resto."


venerdì 15 luglio 2016

Piazzola del Brenta impazzisce per il British Blues

Giovedì 14 luglio 2016, Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta (PD).
«Se non fosse stato per certi musicisti inglesi dei primi anni Sessanta, il blues non si sarebbe mai evoluto nella musica rock che oggi conosciamo»


Joe Bonamassa è una delle persone più serie, determinate e talentuose del music business di oggi. Non si scherza con Joe e le sue qualità tecniche quando si tratta di suonare della grande musica e non ha problemi ad ammettere che senza Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page, probabilmente sarebbe diventato una persona qualunque con un impiego normale come addetto alle vendite o simili. La devozione verso i tre chitarristi inglesi cui rende omaggio con il suo British Blues Explosion Tour è totale. In una recente intervista Bonamassa ha raccontato come le prove per questo concerto siano state un vero e proprio viaggio nella sua infanzia, quando era un bambino che passava le giornate in compagnia della sua chitarra e di un certo tipo di musica che da subito ha vissuto con passione ed ammirazinoe, come nel caso degli Yardbirds, dei Cream e dei Led Zeppelin. Molto più che semplici influenze musicali quindi, ma un vero e proprio legame che dura una vita tra Joe Bonamassa ed i pezzi in sclaetta durante questo tour.  

La scaletta del concerto di Padova: 

1. Beck’s Bolero / Rice Pudding
2. Mainline Florida
3. Boogie with Stu
4. Let Me Love You Baby
5. Double Crossing Time
6. Motherless Children
7. SWLABR
8. Tea for One / Can’t Quit You Baby
9. Little Girl
10. Pretending
11. Black Winter / Django
12. How Many More Times
13. Sloe Gin


Il concerto si è concluso sotto il diluvio con una versione di Sloe Gin che solo i più temerari hanno potuto apprezzare fino alla fine, dato che l'incredibile acquazzone ha costretto la folla a cercare improvvisamente riparo dove possibile. Se da questo straordinario tour verrà estratto un DVD non lo sappiamo, ma di sicuro l'idea sarebbe premiata dall'apprezzamento in massa da parte dei fans di Joe Bonamassa e del British Blues in generale. 

domenica 10 aprile 2016

Tour USA Aprile-Maggio 2016

APRILE 2016
23    LONG BEACH, CA   USA   TERRACE THEATER
25   BAKERSFIELD, CA   USA    RABOBANK THEATER
27   FRESNO, CA   USA   SAROYAN THEATRE
29   RENO, NV    USA   RENO EVENTS CENTER
30   STOCKTON, CA   USA   BOB HOPE THEATRE

MAGGIO 2016
03  OKLAHOMA CITY, OK  USA  CIVIC CENTER MUSIC HALL
04  OMAHA, NE  USA  HOLLAND PERFORMING ARTS CENTER
05  SIOUX FALLS, SD  USA  WASHINGTON PAVILION
07  FARGO, ND  USA  FARGO CIVIC CENTER
09  ROCHESTER, MN   USA  MAYO CIVIC CENTER
10  DAVENPORT, IA  USA  ADLER THEATRE
12  GREEN BAY, WI  USA  WEIDNER CENTER FOR THE PERFORMING ARTS
13  MADISON, WI  USA  ORPHEUM THEATER
14  MERRILLVILLE, IN  USA  STAR PLAZA THEATRE
17  SOUTH BEND, IN  USA  MORRIS PERFORMING ARTS CENTER
19  WILKES-BARRE, PA  USA  KIRBY CENTER FOR THE PERFORMING ARTS
20  ATLANTIC CITY, NJ  USA  TROPICANA SHOWROOM
21  PROVIDENCE, RI  USA  PROVIDENCE PERFORMING ARTS CENTER
22  ANNAPOLIS, MD  USA  CHESAPEAKE BAY BLUES FESTIVAL
24  BINGHAMTON, NY  USA  THE FORUM THEATRE
26  WORCESTER, MA  USA  HANOVER THEATRE FOR THE PERFORMING ARTS
27  HAMPTON BEACH, NH  USA  CASINO
BALLROOM
28  HAMPTON BEACH, NH  USA  CASINO
BALLROOM














venerdì 8 aprile 2016

Jeff Beck - Truth (1968) - FridayNightBlues

Eccoci al nostro secondo appuntamento con la rubrica Friday Night Blues. 
CLICCA QUI per leggere la prima puntata. 

"Il tour che porterà Bonamassa a passare per l'Italia prende il nome di A Tribute To The Blues Explosion.
Cosi abbiamo deciso di scegliere, ogni Venerdì, un disco blues legato alla storia del British Blues per prepararci culturalmente e non solo ad uno dei giorni più belli e divertenti della settimana, ma anche a quello che sarà uno dei concerti più belli e divertenti della nostra estate (Padova, 14 Luglio 2016)"
JBI

JEFF BECK - TRUTH 



Probabilmente Truth rappresenta uno degli esempi migliori delle abilità musicali e chitarristiche di Jeff Beck. Stiamo parlando di un album straordinario, pubblicato nell'Agosto del 1968, che in parte può essere paragonato al primo disco dei Led Zeppelin, con cui condivide la potenza ed il fascino ma anche la cover di You Shook Me. E' un album che piacerà sicuramente a chi apprezza il rumore ed il feedback, l'energia tipica del rock blues e di quel British Blues di cui questo album, uno dei migliori della carriera di Jeff Beck, ne rappresenta un caposaldo.
I brani che vi consigliamo sono Shape Of Things, versione psichedelica del classico degli Yardbirds e Blues Deluxe, composta da Beck e Rod Steward. Musicisti illustri che hanno partecipato alla realizzazione del disco sono Jimmy Page e John Paul Jones dei Led Zeppelin e Keith Moon degli Who. Completano la squadra di egregi musicisti Nicky Hopkins al piano, Ron Wood al basso Mickie Waller alla batteria. 

- SHAPES OF THINGS:

- BLUES DELUXE:

mercoledì 6 aprile 2016

Vi racconto la creazione della pagina di JBI

Più di qualcuno a volte mi chiede come è nata la passione per Joe Bonamassa e io ho deciso di fare una cosa: 
Vi racconto la creazione della pagina di Joe Bonamassa Italia. 


Sembravo l'unico essere vivente che conoscesse questo musicista. E ci ho pensato un mese prima di iniziare questa piccola avventura. Il primo Mi Piace fu letteralmente elemosinato ad una ragazza che tutt'oggi forse non ascolta nemmeno i dischi di Joe, ma la ringrazio per la fiducia. Altre persone intorno a me tendevano a prendere in giro me e lo strano suono del cognome di Joe, che provocava spesso un sorriso a chi lo sentiva per la prima, ma anche per la seconda, terza volta. Andai ad Amsterdam e tornai dopo credo una settimana. 
Un giorno saprò raccontare in un libro tutte le varie vicissitudini che hanno preceduto la creazione della pagina, non perché io sia qualcuno in particolare, ma perché penso sia una storia condivisibile dalla maggior parte dei ragazzi italiani che provano a fare musica in questo paese. 


Comunque proiettiamoci indietro di 4 anni: mi ritrovo da solo, con una grande passione per la musica, con il mio amplificatore e la mia chitarra, per nulla soddisfatto delle varie e brevi esperienze collezionate con altri musicisti locali, tutte finite tra l'altro nell'incoerente decisione di dedicarsi ad altro e di lasciare che altre  cose si mettessero in mezzo tra me e la mia "missione". 
Qualcosa di simile si sta ripetendo anche ora, e come allora reagisco prendendola come una occasione per dedicarmi alla crescita tecnica (da poco ho ripreso lo studio della voce) e alla storia della musica, mettendo da parte per forza di cose il sudore della sala prove. 
Sentivo di aver esplorato tutte le strade possibili e rischiavo di perdere la creatività, cosi cercavo uno che fosse davvero bravo con la chitarra e che potesse illuminarmi in qualche modo. 
Sembra incredibile, ma cercando uno a caso ho trovato Joe Bonamassa.
Il requisito fondamentale che questo musicista doveva avere, era che doveva essere contemporaneo e il più giovane possibile perché volevo pure sviluppare un punto di vista nuovo sulla situazione musicale moderna (parliamo di tre anni fa in realtà ma poco cambia). 
Trovai due risultati, due chitarristi, tra cui ne scelsi a pelle uno. E non mi sono mai pentito di quella scelta, credo sia verissimo quando si dice che l'istinto non sbaglia mai. 
Da li ho scoperto tanti altri personaggi meravigliosi del mondo della musica, soprattutto Stevie Ray Vaughan, ma anche generi per me nuovi come il blues, il british blues, il rock-blues e via dicendo. 
Ho deciso che avrei preso lezioni di chitarra, perchè c'erano queste strade musicali di cui nessuno mi aveva mai parlato e che non volevo esplorare da solo. 
Ho praticato da allora una dedizione alla musica ancora più profonda, ho scoperto personaggi con storie molto più difficili delle mie. Ad un certo punto mi sono auto-diagnosticato il blues e per la prima volta ero felice per quegli stati d'animo che prendevano finalmente un senso.  
Non solo Joe Bonamassa quindi, ma Stevie Ray Vaughan, Rory Gallagher, BB King.  Con il tempo ho ritrovato la mia strada, ho continuato il mio percorso che non è strettamente legato alla tecnica o alla musica di questi personaggi, ma da cui sicuramente ho preso le basi a livello di dedizione ed umiltà verso questa forma di arte splendida. Non ho mai pensato di imitare Joe Bonamassa, nè nessuno degli artisti che ho scoperto. Non ho mai voluto imparare a suonare tutti i loro licks, o a riprodurre fedelmente il loro suono. Semmai ho consolidato la sensazione che potevo essere me stesso, musicalmente soprattutto, ma anche nella vita di tutti i giorni.

La prima foto che ho visto di Joe Bonamassa lo ritraeva mentre si esibiva con una chitarra acustica allo Stafford Center in Texas. Biondo, un po' sovrappeso, con gli occhiali, ancora oggi guardo questa foto e ci vedo una persona completamente diversa da quella che avrei imparato a conoscere...sono solo io che ho questa impressione?


PS Ho detto che tra i risultati della mia ricerca, la mia scelta si riduceva a due musicisti; l'altro era Mr John Mayer, che è un grande artista che scrive canzoni molto belle, ma che non mi ha mai particolarmente ispirato, per qualche ragione che solo la dea musica può sapere. 

martedì 5 aprile 2016

I 10 migliori bluesman di sempre ?

Abbiamo raccolto, girando per la rete, vari sondaggi e discussioni molto interessanti, ma anche un po' tutte uguali, riguardo alla presunta lista dei 10 musicisti blues migliori di sempre, ammesso che sia mai possibile stilare una lista del genere. In effetti, come sempre, noi tendiamo a prendere queste situazioni per quello che sono, cioè un momento buono per rispolverare vecchi vinili, e con la scusa della classifica, riascoltarli di nuovo. Abbiamo inoltre deciso di impreziosire la lista con delle citazioni ad opera, dove non espressamente indicato, degli stessi musicisti in questione.



1 - Robert Johnson
Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana. (Eric Clapton)


2 - BB King 
- "Hai letto cosa ha detto di te John Lennon, B?"
- "No, cosa ha detto?"
- "Che gli piacerebbe saper suonare la chitarra come BB King!"


3 -  Muddy Waters
Dalle parti di Clarksdale c'è un certo Muddy Waters che ha imparato da Little Robert e da me e mi dicono che è diventato un discreto musicista. (Alan Lomax)

4 - Buddy Guy
"Se senti i testi, parliamo di cose di tutti i giorni. I ricchi che vogliono tenere tutto per loro, i poveri che provano a fare un po' di soldi, e tutti quanti che hanno problemi con le mogli o con i mariti"


5 - Willie Dixon 
"Il Blues riguarda fatti di vita reale che vengono espressi attraverso le parole e la musica. C'è sentimento, ispirazione e comprensione"


6 - John Lee Hooker
"Quando ero a Detroit, ogni notte doppo il lavoro ero solito andare in questo bar, Apex Bar. Il barista mi chiamava sempre Boom Boom. Non ho mai capito perchè, ma mi ha sempre chiamato così!"


7 - Howlin' Wolf
"Il lavoro in fattoria è sempre stato il mio business. Mais, bovini, soia. I semi di soia fruttano parecchi soldi"


8 - Albert King
"Non so leggere, non sono capace a scrivere. Tutta la mia vita è stata una grande battaglia!"


9 - Blind Lemon Jefferson
"Ho amato il blues sin da quando mia madre mi portava in chiesa ed ascoltavo il gospel. Ma avevo una zia che aveva dei dischi meravigliosi, come quelli di Blind Lemon Jefferson" (BB King)


10 - Jimi Hendrix
"Avrei voluto ci fossero state delle chitarre elettriche in quei campi di cotone di una volta. Molte cose sarebbero andate meglio"


venerdì 1 aprile 2016

Recensione Blues Of Desperation di Luca Coccia

Il nuovo album di Joe Bonamassa inizia con 3 canzoni che volano via senza nemmeno lasciare il tempo di pensare troppo al blues, al rock o al giusto mix dei due generi che le compongono. 
Faccio quindi una pausa per scrivere perché l'impressione è quella di essere stato rapito e non riesco a buttare giù nemmeno una riga. Organizzo le idee, mi siedo, mentre la quarta traccia parte da sola come un segno del destino, costringendomi a riassumere in breve i miei primi pensieri. 
Ritrovo un Joe Bonamassa in grande forma, che guida in direzione del successo, come dimostra la repentina entrata in classifica  del suo ultimo lavoro. Con un tocco in meno di blues ed uno in più di rock...

THIS TRAIN: non c'era titolo migliore, si tratta veramente di un treno: ritmo, melodia e suono che travolgono, una corsa che non stanca. Voto:9
MOUNTAIN CLIMBING Il chitarrista è libero di sviluppare in maniera molto personale il sound più "Zeppeliano" del suo playing, ed è un bene! Voto: 8 
DRIVE il singolo che cresce ad ogni ascolto, e dopo vari tentativi colgo quelle sfumature affascinanti che inizialmente non percepivo. Rivalutare una canzone dopo vari ascolti o giorni, è una caratteristica di molti grandi pezzi composti dagli artisti migliori. Spesso è l'ascoltatore che deve preparare l'orecchio per qualcosa di nuovo o diverso.   Voto: 7,5
NO GOOD PLACE FOR THE LONELY, ci si abbandona al suono sensuale di uno slow blues, genere in cui Joe Bonamassa è un vero e proprio maestro. Indubbiamente un bel pezzo, forse un po' troppo prevedibile...ma ecco che questo sound rende tutto maledettamente magico e capisco che è giusto cosi! L'assolo finale meriterebbe un voto a parte, ma nel complesso... Voto 6,5
BLUES OF DESPERATION, la titletrack. C'è qualcosa di strano, una specie di ranocchia in sottofondo che mi coglie del tutto impreparato, atmosfere indianeggianti, melodie quasi malate. Eppure questa canzone funziona, il riff mette decisamente in chiaro chi è che comanda qui. Mi piace. Voto:7
THE VALLEY RUNS LOW, canzone più pacata, con un dolce controcanto femminile, chitarre acustiche e atmosfere celestiali. Amo questa canzone sin dal primo ascolto come si può amare un vento caldo quando ci accarezzail viso. Voto:7,5
YOU LEFT ME NOTHING BUT THE BILL AND THE BLUES gioca in casa per me; già dal titolo ha un posto nel mio cuore, la proporrei al governo come inno nazionale sicuro che in molti l'apprezzerebbero! E' un rock blues energico, un pezzo decisamente ballabile, con il suo rotolare lungo la strada che va dritta al punto: la musica è divertimento in fondo, e questo pezzo è il più divertente di tutto il disco (da notare l'imprecazione in sottofondo non appena i musicisti smettono di suonare !). Voto:8,5
DISTANT LONESOME TRAIN. Questa volta il treno è immerso in un'atmosfera quasi direi rabbiosa. Esce fuori un pezzo che speriamo possa essere uno dei cavalli di battaglia delle esibizioni dal vivo del prossimo tour.  Voto:7
HOW DEEP THIS RIVER RUNS Non è uno dei momenti migliori del nuovo disco, ma di sicuro una canzone molto godibile che conferma gli alti standard di questo nuovo lavoro in studio. In alcuni passaggi ricorda la canzone Different Shades Of Blue. Voto:6
LIVIN' EASY e WHAT I'VE KNOWN FOR A VERY LONG TIME pur essendo canzoni particolari che non hanno il compito di rappresentare il disco nella sua complessità, mi aiutano a delineare meglio le mie impressioni finali. La prima in particolare infatti, con un sax spesso protagonista, e un ritmo honky tonk di sottofondo, dimostra la voglia di Joe di non incatenarsi alla sua comfort zone e questo non lo dico solo io, ma lo confermano le numerose recensioni, tutte positive, che il disco sta riscuotendo dopo appena un paio di giorni dalla sua pubblicazione.  Voto:7 ad entrambe

RECENSIONE COMPLESSIVA DELL'ALBUM:
"Quello che ho sempre saputo" è che Joe Bonamassa non delude le aspettative con un disco fatto di canzoni che non cambieranno il mondo, ma che aiuteranno a capire i suoi ascoltatori che ci si può mettere in gioco, fare quello che si sa fare al meglio, senza adagiarsi su un binario prestabilito. E poi lavorare duro, sempre, con passione e dedizione. Con onestà. Mi piace il nuovo Joe Bonamassa, non è un musicista che puoi permetterti di dare per scontato, grazie alla sua personalità divertente, profonda, sensibile e forte allo stesso tempo. Come questo disco: fantastico! 
P.S. E' decisamente il miglior musicista dei miei tempi. Per me che non ho vissuto gli anni '60, '70, 80, Bonamassa è un legame con il passato, e un faro puntato verso il futuro. 
Recensione dell'album a cura di 
Luca Coccia 
(JBI, Olimpia, Music Festivals All Around The World)