lunedì 1 luglio 2013

Speciale Tour De Force (1 di 4)

Da Classic Rock Magazine di Luglio 2013
"Sei una fottuta testa di cazzo. Non sai quello che dici".
In un anonimo camerino all'interno dello Shepherd's Bush Empire di Londra, Joe Bonamassa è una furia scatenata. Seduto su un divano di pelle, con la chitarra appoggiata sulle sue gambe, questo mite e solitamente educato 35enne si sfoga senza mezzi termini.
Le persone presenti nella stanza - l'addetto alle publiche relazioni di Joe, il suo tour manager, il fotografo e me - non si aspettavano certamente di assistere a questa scena. Bonamassa è del tutto indifferente al fatto che ci sia un uomo con un registratore portatile all'interno del suo "raggio d'azione".
"Se non capisci quello che stiamo cercando di fare non puoi sputtanare il concetto, perchè non sai cosa significa" continua arrabbiato senza sosta. Il destinatario della sua ira è un giornalista che ha recensito lo show al Borderline di Londra meno di 24 ore prima. Il giornalista aveva l'impressione che lo show al Borderline fosse solo il primo di 4 normali show che il chitarrista avrebbe suonato nelle successive 5 notti, e che la scaletta della serata dovesse essere solo "leggermente ritoccata" in vista della serata finale alla Royal Albert Hall. Proprio questo, e non il tono sprezzante della recensione, genera il disappunto di Joe. Anziché essere "solo" un altro show, quello al Borderline rappresenta l'avanspettacolo di un altro evento più grande: quello che vedrà Bonamassa impegnato in 4 diversi concerti nel corso delle 5 notti successive, ognuna delle quali con una differente set-list e con differenti musicisti, il tutto registrato e filmato per essere pubblicato più avanti nel corso dell'anno.
Il pubblicista fa l'errore fatale di provare a calmare Joe. "Devi far venire questa gente ai concerti se vuoi diffondere la voce oltre il giro del rock e del blues" prova a suggerire. Errore. E' come tirare un grosso barile di petrolio su un falò. Ora, l'uomo che il suo manager chiama Smokin' Joe è davvero in fiamme. "Non mi importa - urla - avrebbero potuto dargli anche una stella a quella recensione. Ma se uno non riesce a capire quello che sta guardando e non sa fare bene il suo compito, allora si che importa".
Un insolito sfogo per un uomo che si è sempre tenuto lontano da certi atteggiamenti "cool" in ambito rock e blues. Ma anche nelle scalate al successo di chi trova la strada da solo e con le proprie forze ci sono delle tensioni, e dopo meno di due giorni all'interno di questa stravagante giostra musicale i livelli di stress sono saliti alle stelle. Saranno lunghe giornate per tutti.



Ancora non ci sono questi pensieri nella mente di Joe, 24 ore prima. E' in piedi sul palco con la chitarra tra le sue mani, mentre prova a ignorare quel piccolo esercito di persone di fronte a lui. Lui e la band che lo accompagna durante questa serata - il bassista americano Michael Rhodes e il batterista Anton Fig del Sudafrica, eccezionali musicisti entrambi - sono impegnati nel soundcheck ad eseguire un paio di pezzi tratti dai primi album di Joe. Quando l'ultimo accordo rimbalza sul muro del locale in cui si trovano, Bonamassa suggerisce "torniamo in hotel e facciamoci 3-4 grammi" mimando l'atto di sniffare una lunga striscia di cocaina, in maniera un po' esagerata come solo un uomo che non ha mai preso cocaina può fare.
(Bonamassa ha una dipendenza da Coca,  che lo porta a consumare anche 12 bottiglie della famosa bevanda frizzante, ogni giorno).
La gag nasconde una profonda preoccupazione. Bonamassa descrive la sua impresa di Londra come "il più grande cambiamento della mia carriera". Questa è l'affermazione di un uomo che , da quando la sua carriera ha preso il decollo sei o sette anni prima, ha pubblicato 20 album differenti senza nessun calo di qualità.
Il piano è semplice: una rincorsa di 4 concerti in cui si ripercorre la sua intera carriera, dal blues puro all'hard rock, dai suoi esordi fino al presente. I concerti si terranno in ordine di grandezza: 300 posti il Borderline, 2500 lo Shepherd's Bush Empire, 4000 posti all'Hammersmith Apollo e 5000 alla Royal Albert Hall. E' una sorta di retrospettiva della sua carriera e un bel giro della vittoria. Ma quanto detto non tiene conto dell'aspetto pratico della situazione. Joe ha dovuto imparare 46 brani differenti, inclusi alcuni che non suonava da anni (alcuni raddoppiati, portando cosi il numero di canzoni a 62). Dividerà il palco con un totale di 17 musicisti.
"Sono 4 notti, 5 set differenti, e l'unico comune denominatore sono io" dice non appena troviamo il modo di rubargli qualche minuto. "Devo cantare ogni canzone e ricordarmi tutte le parole. E il mio disco rigido a breve termine, cioè la mia memoria, è fottuta".


Il Bonamassa che si incontra giù dal palco è un Bonamassa molto diverso da quello che appare lassù, mentre suona. Laddove quest'ultimo è un'intenso e imperturbabile tipo ben vestito in uniforme blues, in "borghese" Joe si rivela un concentrato di energia a malapena contenuto in una camicia grigia e sbiadita. Un po' teso ma loquace, come un personaggio di un film di Woody Allen, i suoi occhi si muovono sondando costantemente la stanza intorno mentre risponde ad ogni domanda con un fiume di parole, il che è divertente, strano, e tenergli il passo non è facile. Se mai gli scienziati decidessero di trapiantare una chitarra su un corpo umano, qui troverebbero sicuramente una cavia: un preoccupante incallito della sei corde, che utilizza un linguaggio pieno di figure varie e letteralmente rinasce di fronte a qualsiasi strumento musicale gli capiti tra le mani.
Ma non tutto è come sembra per Joe Bonamassa. Quando cala il sipario alle spalle di Joe c'è una bene oliata macchina da business. Il capo architetto dell'aspetto lucrativo è Roy Weisman, un terzo del Team Bonamassa, con il produttore/direttore musicale Kevin Shirley e il chitarrista stesso. "Guardo ogni spettacolo in mezzo agli altri fans, dice Weisman, che scoprì Bonamassa quando era un prodigioso chitarrista di 15 anni. "Sto là fuori e vedo come reagisce il publico. E' una vittoria o una sconfitta? Ma colleziona sempre vittorie".
Weisman è un uomo amichevole sulla quarantina, con una voce quasi smielata tanto che anche la più sconcertante proposta di business suonerebbe come la più bella idea del mondo. Suo padre lavorò con Frank Sinatra ed è chiaro che abbia ereditato l'abilità per gli affari della Weisman Sr . E' stato lui comunque ad aver fissato il prezzo di questa sera ed è lui che sta tenendo l'ombrello aperto per la tempesta che ne è venuta fuori.

I biglietti per il concerto di questa sera costano 500 sterline, valore nominale. Con 200 spettatori ( un limite imposto da Weisman per il comfort del pubblico ) potete fare facilmente il conto. Per gli altri 3 concerti il prezzo va dalle 50 sterline dello Shepherd's Bush Empire alle 1500 sterline per il "pacchetto VIP" che comprende l'entrata a tutti e 4 i concerti, più altri vantaggi. Niente di questo ha placato le lamentele crescenti da parte del fan club; secondo molti infatti Bonamassa sarebbe diventato troppo attaccato ai soldi, soprattutto con i tempi che corrono.
"In qualità di persona responsabile della parte economica, non sto facendo niente di nuovo" dice Weisman. "I Rolling Stones, Madonna, chiunque, tutti hanno fatto questo tipo di cose. Stiamo seguendo l'esempio. Joe ed io abbiamo sempre reinvestito nella qualità dei posti in cui ambientare i concerti. Vogliamo che i nostri "clienti" vengano ai concerti e che siano nel posto migliore, con il suono migliore e le luci migliori. Mi sentivo di farlo, loro sono disposti a pagare il prezzo del biglietto. Ovviamente questo esclude un po' di gente, ma la maggioranza - 98,99 per cento - sono felici di avere questa opportunità." Lo show di stasera si presenta come un concerto per i fans della prima ora, quelli che iniziarono a seguire Joe quando era sulla griglia di partenza della sua carriera, quelli che magari lo hanno già visto in questo stesso posto nel 2005. Con le tue 500 sterline compri 2 ore e 15 minuti in cui Bonamassa pesca dalle profondità del suo passato. Se vogliamo analizzare dal punto di vista economico il concerto costa 38 sterline e 46 centesimi per canzone. Ma la cosa fondamentale è che alla gente che è qui non importa il prezzo. E' il fatto di assistere a qualcosa a cui molti di loro non hanno mai assistito, e a cui probabilmente nessuno assisterà più: Joe Bonamassa in un piccolo posto. Tutti sono daccordo qui che, per citare lo spot di una carta di credito, ci sono cose che non hanno prezzo.




Intervista parte 1

- Di chi è stata tutta questa idea?
Eravamo a Montreux lo scorso anno, era il primo show del tour acustico, e fu Kevin Shirley a proporlo. Lui ama progettare le cose in anticipo. Abbiamo deciso per questi 4 show e a un certo punto mi dice : "Senti questa: esploriamo strade diverse, differenti momenti della tua carriera, dal primo giorno fino ad arrivare ad oggi, in serate differenti." Allora io aggiunsi : "Facciamolo con 4 differenti band " Se avessi avuto un po' più di buonsenso avrei detto : "farò UNO show"

- Cosa provi a tornare agli inizi della tua carriera per il concerto al Borderline di stasera ?
Siamo tornati a sfogliare e guardare le vecchie setlist degli show,  poi ho iniziato a cercarli guardando tutti questi vecchi video su YouTube. E pensavo "Wow, pazzesco". Abbiamo fatto cose che avevano poco senso musicale. Abbiamo suonato per due ore di fila e avevamo solo 8 o 9 canzoni. Ogni canzone era una Stairway to Heaven. E' molto più difficile farlo a 35 anni rispetto a quando ne avevi 25.

- Ti ricordi il tuo primo tour del Regno Unito?
Si. Autunno 2004. Durante il viaggio prendemmo la nave da Calais a Dover, alle 2 e 30 del mattino. Il fatto è che volevo andare in Inghilterra, da sempre. E' come il Delta per me. La storia della musica che ascoltavo crescendo è tutta qui. Ma Londra non era come mi aspettavo. Mi aspettavo di venire e trovare una scena, come la Londra del 1968. Ma ero fuori strada.

- Dove avvenne il tuo primo concerto in Inghilterra?
Mr Kyps a Poole. Amo Mr Kyps, sarò sempre leale con Kyps. Ma non fargli mai lavare gli asciugamani mentre sei sul palco.

- Perchè ?
Perchè l'asciugatrice e la band, insieme, non vanno bene per la corrente. Assicurati che l'asciugatrice sia spenta.

- Ne hai pagato le conseguenze. Ma c'è stato un momento in cui ti sei detto "Cazzo, ma ne varrà la pena?"
Si, molte volte. C'erano volte in cui dicevo, "Fanculo basta, non voglio più avere a che fare con queste merdate". Non c'è niente di peggio del guidare tutto il giorno, arrivare in hotel, scoprire che la tua camera è al quinto piano e non c'è l'ascensore, quindi devi portare tutti i tuoi bagagli su e giù per le scale. Poi arrivi alla fine del tour e ti accorgi che hai guadagnato 500 dollari oppure che hai perso tremila dollari per la tua grande avventura, e devi venderti la chitarra.

- Ma sei uno che lavora sodo. Anche per questi 4 concerti stai lavorando duramente. Non ti senti mai come se fossi un criceto e la tua ruota stesse girando troppo velocemente?
La gente dice "oh mio Dio, lavori cosi tanto." Si, questa settimana sto lavorando davvero tanto. Ed è dura. Più mentalmente che fisicamente. Ma sai cosa ho fatto oggi oltre alla manutenzione ordinaria delle mie chitarre? Niente. Ho preso questa in mano [afferra una chitarra]. Non è cosi difficile. Ogni giorno che mi alzo penso: "Sono fortunato. Ci abbiamo provato, lo abbiamo fatto, e l'abbiamo fatto con le nostre regole. Nessuno ci ha detto cosa fare o come farlo. Giusto o sbagliato o qualsiasi altra cosa, eccoci qui."

- Hai paura che possa scomparire tutto un domani?
No. So benissimo che il music business dà e il music business leva. Ma amo suonare la chitarra. Questo mi fa stare bene.

- Non hai mai messo la chitarra giù, come mai?
E' una cosa istintiva. (da una forte strimpellata) E' probabilmente una reazione nervosa.

- Parli mai con le tue chitarre?
Solo quando hanno qualche problema

- Cosa ti aspetti per quando avrai superato questi 4 concerti ?
Ascolta. Sono stato molto prudente con il mangiare perché voglio indossare il vestito che indossavo la prima volta che ho suonato alla Albert Hall. Me lo sono provato ed era stretto, quindi ho dovuto mettermi a dieta per un mese. Ma sai, il mio cibo londinese preferito sono gli scones con la panna e la marmellata di fragole. Quando sarà finito il concerto alla Albert Hall, ecco cosa ci sarà nel mio camerino!!!




sabato 29 giugno 2013

Recensioni: Rolling Stone, The Indipendent e AllMusic su Driving Towards The Daylight

Driving Towards The Daylight, pubblicato il 22 Maggio 2012 è l'undicesimo album in studio di Joe Bonamassa. Registrato tra Los Angeles, Las Vegas e Malibù debutta al primo posto della classifica degli album blues più venduti degli Stati Uniti.


Rolling Stone : 3 stelle su 5
Il Blues Rock non è  un genere stile twitter - decenni dopo i  chitarristi inglesi tirano fuori i reclami americani come  costosti oggetti da esposizione, è ancora meglio quando si pronunciano i professionisti. Un paio di tracce sul 13esimo LP di Bonamassa accennano a  Howlin 'Wolf e Robert Johnson. Ma eccelle sui pezzi più lunghi, come la canzone del titolo, dove il suo canto esigente si fonde con l'ardente gioco sinfonico.



The Indipendent 3 stelle su 5
Vecchio stile blues-rock, come quello suonato da individui dai capelli lisci verso la fine del 1970, con un pò del virtuosismo dei Led Zeppelin, ma una parte di fantasia.
Bonamassa è un chitarrista esperto, che riempie egregiamente il vuoto lasciato da Gary Moore nel mondo. Ha messo insieme un pregevole cast di musicisti che comprende Tom Waits, Willie Dixon, Howlin 'Wolf, Bill Withers e Robert Johnson. Ad alta voce, basta chiedere.




All Music : 3,5 stelle su 5
Non sarà mai il nuovo Stevie Ray Vaughan , ma sulla carta il chitarrista blues-rock Joe Bonamassa potrebbe in qualche modo sembrare il nuovo Gary Moore, Come il chitarrista inglese infatti, Bonamassa è influenzato dai chitarristi blues e rock inglesi molto più che da quelli americani da cui vengono presi in prestito vari licks. E' anche molto prolifico; questo è il tredicesimo album in dodici anni e stiamo tra l'altro escludendo le collaborazioni con i  Black Country Communion e Beth Hart, i DVD frutto della sua estenuante attività live che lo vede impegnato in più di 200 shows all'anno, concerti carichi di energia e ottime performances.
E' stancante solo a pensarci. Bonamassa non è solo un autore di canzoni, infatti ha scritto solo quattro degli undici brani, con qualche relativamente oscura cover di blues come Who's Been Talkin di Howlin Wolf, I Got All You Need di Willie Dixon e Stones in My Passway di Robert Johnson. Tra le altre cover troviamo inoltre Lonely Town/Lonely Street di Bill Withers, New Coat of Paint di Tom Waits. Che sia un bene o un male, una volta passate attraverso il filtro della sensibiltà rock del chitarrista , le canzoni suonano davvero come brani di Joe Bonamassa , adornate da assoli siano essi al servizio della canzone o meno. Dopo aver accantonato la rodata band "da strada", Joe fa entrare in gioco altri musicisti come Brad Whitford degli Aerosmith , Anton Fig batterista di David Letterman, e il tastierista Arlen Schierbaum, il cui piano e organo aggiungono quel tocco r&b di cui necessita l'hard rock d'impatto. Bonamassa cede il posto di cantante all'australiano Jimmy Barnes, che esegue la sua Too Much Ain't Enough Love in modo eccellente, sembra quasi che stia facendo un'audizione per gli Ac/Dc. Kevin Shirley, produttore di Joe da ormai lungo tempo, riesce a tirare fuori un suono brillante e professionale. Se qui si cucina, gli ingredienti sono buoni, come nel caso di Dislocated Boy scritta da Joe, o nel caso della cover di Wolf (che include un sample con parte parlata del legendario bluesman), gli arrangiamenti e gli intrecci di chitarre vanno insieme come il whisky e la soda. Quello che a Bonamassa manca nel cantato e nel suono distintivo, lo recupera con la determinazione , che basta a portare l'album da abbastanza buono ad abbastanza grandioso, specialmente nello slow blues "A Place In My Heart" che esplode dalle casse dello stereo in un modo che Gary Moore forse apprezzerebbe. In poche parole, questo disco è una garanzia se già conoscete l'approccio del "dare il massimo" che tanto piace a Bonamassa, e che non sembra di voler ancora abbandonare.








martedì 25 giugno 2013

Joe Bonamassa Tour Date 2013

    


June 2013
22 - Bergen, Norway - Bergenhus Festning
24 - Surrey, United Kingdom - Hampton Court Palace Festival
26 - Merksem, Belgium - Lotto Arena
30 - Amsterdam, Netherlands - Royal Carre Theatre

August 2013
8 - Sao Paulo, Brazil - HSBC Brazil
11 - Rio de Janeiro, Brazil - Vivo Rio
12 - Santiago, Chile - Teatro La Cupula
16 - Buenos Aires, Argentina - Estadio Luna Park

September 2013
18 - Cardiff, United Kingdom - Motorpoint Arena Cardiff
20 - Bournemouth, United Kingdom - Bournemouth International Centre
21 - Manchester, United Kingdom - Manchester Arena
23 - Aberdeen, United Kingdom - Aberdeen Exhibition & Conference Centre
24 - Edinburgh, United Kingdom - Edinburgh Playhouse
27 - Birmingham, United Kingdom - The NIA
28 - Brighton, United Kingdom - The Brighton Centre

October 2013
1- Budapest, Hungary - Budapest Congress Center
2 - Zagreb, Croatia - Tvornica Kulture
4 - Vienna, Austria - Wiener Stadthalle
5 - Prague, Czech Republic - Kongresove Centrum Praha
6 - Groningen, Netherlands - Martin Plaza
8 - Copenhagen, Denmark - Falkoner Theatre
10 - Oslo, Norway - Sentrum Scene
11 - Stockholm, Sweden - Waterfront
13 - Helsinki, Finland - Hartwell Arena
16 - Moscow, Russia - Crocus City Hall
18 - Minsk, Belarus - Palace of the Republic
20 - Warsaw, Poland - Sala Kongresowa

November 2013
2 - Cleveland, OH - State Theatre
5 - Louisville, KY - Louisville Palace
6 - Knoxville, TN - Civic Auditorium
8 - Roanoke, VA - Roanoke Civic Center
9 - Richmond, VA - Landmark Theatre
10 - Fayetteville, NC - Crown Theatre
12 - Charlotte, NC - Ovens Auditorium
13 - Savannah, GA - Savannah Civic Center
15, 16 - Clearwater, FL - Ruth Eckerd Hall
18 - Birmingham, AL - BJCC Concert Hall
20 - Augusta, GA - Bell Auditorium
22, 23 - Atlanta, GA - Fox Theatre
27 - Houston, TX - Bayou Music Center
29 - Corpus Christi, TX - American Bank Center
30 - Austin, TX - Austin City Limits Live

December 2013
3 - Lubbock, TX - City Bank Auditorium
4 - Albuquerque, NM - Kiva Auditorium
6 - Oakland, CA - Paramount Theatre
7 - Reno, NV - Reno Events Center
10 - Fresno, CA - Warnor's Center for Performing Arts
12 - Santa Barbara, CA - Arlington Theatre
13 - Los Angeles, CA - Dolby Theatre
14 - San Diego, CA - Valley View Casino Center




martedì 18 giugno 2013

Messaggio di Joe dall'aeroporto di Los Angeles

Messaggio di Joe sul suo profilo twitter :
"C'è solo una parola per descrivere la situazione al banco del check-in della KLM. La parola è...CAOS"
La risposta della KLM arriva repentina subito dopo :
"Ciao Joe, abbiamo visto il tuo tweet, ci dispiace sentire queste cose. Un modo per evitare questi inconvenienti è quello di fare il chek-in online"
"Nessuna preoccupazione da parte vostra. - ha risposto Joe con un nuovo tweet - Sono i compagni di viaggio ad essere difficili. Discutere su bagagni da oltre 100kg , ecc. Il mio viaggio finora è stato ottimo" 
KLM : "Ci fa molto piacere Joe, speriamo di rivederti presto"


lunedì 17 giugno 2013

Nuovo post facebook di Joe Bonamassa

"Direzione Norvegia domani. Non riesco ad esprimere quanto sono eccitato per l'imminente tour con la legendaria  Beth Hart e una band di classe mondiale! Se non mi vedete tra il pubblico cercate il ragazzo con la Les Paul Sunburst che sta sorridendo sullo sfondo"
JB


mercoledì 12 giugno 2013

JB tour-date giugno 2013

Ecco le successive date del tour di Joe Bonamassa che volerà in Europa per cinque importanti date a partire da quella del 22 giugno.

22/06  Bergen, Norvegia.  Bergenhus Festival
24/06  Surrey, Regno Unito.  Hampton Court Palace Festival
26/06  Antwerp, Belgio.  Lotto Arena
29/06 Amsterdam, Olanda.  Carre Theatre (sold out!!!)
30/06 Amsterdam, Olanda. Carre Theatre (sold out!!!)

Per adesso , dopo queste date, sembra che Joe resterà  fermo per tutto il mese di Luglio. Il tour riprenderà con la data dell'8 Agosto a San Paulo in Brasile e proseguirà in altri paesi del Sudamerica. A Settembre Joe ritornerà di nuovo in Europa, per ora purtroppo, non ci sono date italiane in programma.
 

martedì 11 giugno 2013

Rock Candy Funk Party live 8 giugno New York

In molti erano qui all' Iridium Jazz Club, ma non molti quanto immaginate. La stanza del famoso locale situato a Broadway, nel centro di New York City , è proprio come la città: piccola e grande. Cosi piccola perché l'ambiente stretto, intimo e riservato non ha niente a che vedere con le grosse arene o peggio ancora con gli stadi delle rockstar, ma cosi grande perché i picchi di intensità raggiunti qui dentro difficilmente possono essere sperimentati dal pubblico in altri concerti. Perché qui hanno suonato alcuni tra i più grandi musicisti di sempre; perché ieri è toccato a Joe Bonamassa e ai Rock Candy Funk Party; perché questa è stata la casa di Les Paul, al secolo Lester William Polfuss (9 giugno 1915 - 12 agosto 2009).


 La serie di concerti organizzata all'Iridium Jazz Club ha come fine quello di rendere omaggio proprio a Les Paul, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 98°compleanno. Prima del concerto nella sala che ospita il concerto, piccola ma stracolma,  ci viene mostrato un interessante video-documentario riguardante proprio il mitico Les Paul e la sua "rivoluzionaria" idea di voler inventare un nuovo suono, quindi una nuova chitarra.
  

 Dopo il doveroso e riconoscente applauso a Mr Les Paul è il momento dei Rock Candy Funk Party , che salgono sul palco uno dietro l'altro, Joe Bonamassa per ultimo. Ho avuto modo di conoscerlo e non ha fatto che confermare tutto quello che già avevo intuito guardandolo salire e stare sul palco. Sapevo che era un tipo semplice e del suo essere umile e riservato se ne è già parlato altre volte. Non fa la superstar, non si atteggia, non sta al centro dell'attenzione e raramente alza lo sguardo verso il pubblico. Joe Bonamassa lascia che sia la musica a parlare, a muoversi, ad interagire. E lo fa in maniera impeccabile. Quando è il suo momento si lascia  andare, chiude gli occhi e si perde nei suoi assoli , riff, fraseggi cosi intensi e vivi da far rimanere tutti immobili e a bocca aperta.  
  


Nell'immagine sopra la scaletta del concerto. La serata si divideva in due live per i Rock Candy Funk Party , a sinistra la scaletta del primo live, quello delle 8pm, sulla destra la scaletta per il secondo set iniziato alle 11 pm circa.

Nell'immagine sotto, pedali e scaletta di Joe


E' molto difficile descrivere le emozioni che questa band ha saputo trasmettere, non solo perché c'era Joe Bonamassa...tutti i musicisti sono stati uno spettacolo, per la tecnica, lo stile , per la semplicità di sembrare nulla più che 6 ottimi musicisti con una grande intesa. Bravissimi a divertirsi e divertire, ognuno con il suo rispettivo strumento come unico mezzo per ipnotizzare il pubblico.
  Tal Bergman (drums), Renato Neto (Keys), Joe Bonamassa (guitar),Mike Merritt (bass), Ron DeJesus (guitar),
 Sul palco era presente anche un bravissimo percussionista (penultimo a destra nella foto sotto, tra Mike e Ron), ma non ho idea del suo nome, purtroppo.
  

 Il gruppo è compattissimo, la miscela di funk, blues, rock ed altri elementi non stanca mai, è fresca, vivace, potente. Questo gruppo sa picchiare duro ed essere morbido quando serve. Il potenziale è alto e viene sfruttato a pieno. Il concerto scivola via nell'arco di quello che credo sia stata un'ora e mezza, la migliore ora e mezza della mia vita, parafrasando uno dei pezzi in scaletta. A causa di un sistema di ripresa e regia molto professionale ed esigente, ci è stato impossibile usare flash, videocamere ed altro durante il concerto. D'altra parte però questo presuppone che a breve potrebbe essere messa in rete o pubblicata la registrazione in qualità ottima di questa fantastica serata di grande e vera musica.