lunedì 2 settembre 2013

recensione Blues in Britain: Beth Hart e Joe Bonamassa

Blues in Britain
concerto del mese: Beth Hart e Joe Bonamassa 
Hampton Court Palace, Londra 24 giugno 2013


Joe entra sul palco davanti alla platea che ha fatto registrare il tutto esaurito nella storica e magnifica corte dei Tudor, con la sua chitarra dai toni suadenti. Con grande acclamazione , Beth fa il suo ingresso lanciandosi subito in "Theme There Eyes" classico dal sapore jazz - sembra di ascoltare Ella Fritzgerald. Ora è possibile sentire la potenza della voce di Beth, questa donna è nata per fare blues e il suo mentore, Joe, le ha mostrato la giusta direzione.
"Here today and gone tomorrow", vivi il presente; la chitarra di Joe riecheggia tra le mura antiche; questo è rock e la voce di Beth potrebbe essere in grado di risvegliare Wolsey dal suo sonno. Una voce calda e morbida che ci introduce in "Close to my fire", canzone bellissima! Beth è sempre più sulla cresta dell'onda, con il suo tono denso, sporco, blues; come una bambina felice ci delizia con una canzone che ama tanto: "Something got a hold on me". La chitarra continua a suonare, Beth seduta al margine del palco, a pochi centimetri dai suo fans canta "Heart as Black as Night" - in un modo che neanche Melody Gardot..!


Beth al piano offre una "Chocolate Jesus" (Tom Waits) di cui tutti amano il sapore; un'altra canzone di Gardot "If i tell you i love you" ; chic francese, un accordion sembra accompagnarci attraverso le strade di Parigi quando è il momento della title-track dell'ultima uscita discografica: Seesaw, esuberante e sfrontata.
L'atmosfera si fa più particolare, Joe esplora territori morbidi e pastosi, Beth prende e rende completamente sua la canzone di Billie Holiday intitolata "Strange Fruit". Si tratta di una canzone davvero eccezionale anche se il testo fa riferimento a dei brutti momenti per alcune contee del nord degli Stati Uniti; dovrebbe essere inquietante, ma la canzone è memorabile. Le note della chitarra d Joe cariche di dolore fanno quasi piangere. Ci stiamo avvicinando alla fine quando arriva il momento di "I'd rather go blind" di Etta James, per quanto possibile ancora più carica di sentimento dell'originale. Improvvisamente si ritorna alla realtà con "Nutbush City Limits", un classico rock grezzo scritto da Ike Turner (*sorella di Tina) ed è difficile credere che Tina avrebbe potuto cantarla meglio - e via con il botto, brillante!!!


L'intera serata è stata un viaggio alla scoperta della meravigliosa voce di Beth Hart, tra blues, jazz, soul e rock, paragonabile a quella di Janis Joplin. Con la sua potenza fenomenale e la sua ampiezza timbrica, Beth vive e respira la musica. A tutto ciò va aggiunto il blues di un chitarrista che può camminare a testa alta sui palchi di tutto il mondo, un uomo a cui dovremmo essere tutti riconoscenti per averci fatto conoscere Beth. Questa sera, in un ambiente cosi monumentale, Joe e Beth ci hanno regalato un bel giro d'altalena (see-saw), musica che non so spiegare (i can't explain), uno show abilmente messo in piedi da un band di musicisti di grande talento. Joe sembra felice di stare un passo indietro e di lasciare che la sua "protetta" governi il palco - perchè è cosi, lei possiede, come Joe, un talento fuori dal comune che tutti dobbiamo riconoscergli. La ben rodata band composta da Alan Hill (tastiere e direttore musicale), Brett Lucas (chitarra), Charles Bartels (basso) e Darryl Perce (batteria) a questo punto si lancia in un groove funky-rock con "I'm Tired" di Chris Youlden prima che Beth ringrazi il suo pubblico britannico per il supporto dimostratole nel corso degli anni; poi è il momento del mid-tempo di "Close as i'll get to heaven" che chiude il magnifico set. Dopo gli applausi del pubblico entusiasta  Beth concede altre due canzoni tratte dall'album I've got my own hell to raise: "Sleep to dream" di Fiona Apple e "I do not want what i have not got" di Sinead O'Connor.
Per tutti quelli che non hanno potuto assistere allo show, potete trovare ben  8 canzoni di questo live su YouTube.
 Concerto del mese nonchè uno degli highlights dell'anno!

domenica 1 settembre 2013

recensione Classic Rock the Blues Magazine: Beth Hart e Joe Bonamassa

Classic Rock The Blues Magazine
Beth Hart e Joe Bonamassa 
Hampton Court Palace, Londra, 24 giugno
Joe-Bo e Lady Beth : esibizione regale


Spettacolo mozzafiato per Beth Hart e Joe Bonamassa nella location più pittoresca e storica che si può immaginare a Londra. 
Le canzoni sono quelle dei due album di cover, frutto della collaborazione tra i due artisti, Don't Explain del 2011 e SeeSaw pubblicato lo scorso maggio di quest'anno. Per quanto riguarda la setlist si va da pezzi pop degli anni '50 come Them There Eyes di Louis Armstrong , a pezzi trainanti a base di riff funk come For My Friend di Bill Withers; dal jazz cafè parigino di Chocolate Jesus (Tom Waits) all'impavida e appariscente Seesaw, eseguita in tributo ad Aretha Franklin. Beth è in forma smagliante questa sera, elegante come una pantera in canzoni come Close to my fire e vibrante di energia in Something's got a hold on me. Con la sua voce si destreggia tra momenti giocosi come in Them There Eyes, delicati come in Close to my fire e potenti vibrati carichi di fervore come in Miss Lady. Con grande anima e coraggio interpreta I'd rather go blind di Etta James, ma Beth Hart consegna al pubblico quello che è un tour de force di performance che spaziano da momenti emotivi e commoventi ad altri decisamente carichi di forza. Rende omaggio alla straziante Strange Fruit, un'altra scelta difficile, che tutti conoscono nella versione di Billie Holiday. Come per il disco, Bonamassa resta in secondo piano, occupandosi delle seconde voci in molte canzoni, e uscendo allo scoperto nel momento dei soli di chitarra come in Sinner's Prayer e in Rhymes. Ad ogni modo, Joe prende posto sotto la luce dei riflettori in Can't Let Go (brano caratterizzato da un ampio utilizzo dello slide) , in Strange Fruit (la cui chitarra rappresenta un pò la "spina dorsale" dell'intero brano) e nell'eccezionale assolo in stile Warren Haynes di I'd rather go blind. E' stata una magnifica serata in compagnia del nuovo Re e della nuova Regina del palazzo.

martedì 20 agosto 2013

Effetti chitarra: Wah-Wah Dunlop Joe Bonamassa Signature

Pochi pedali hanno lo stesso impatto scenico e sonoro del wah-wah. Ai piedi di Hendrix e Clapton, solo per citarne alcuni dei più importanti, questo pedale ha caratterizzato e definito il sound degli anni '60 e '70, nella musica rock cosi come nel blues.


Pur essendo meno utilizzato insieme al basso, grandi bassisti come Cliff Burton (Metallica) e Tim Commerford  (Rage against the machine, Audioslave) hanno arricchito il loro sound con questo leggendario pedale. Divenuto popolare dopo la sua invenzione negli anni '60, il wah-wah (nome onomatopeico che richiama il suono del pianto di un bambino, da cui deriva anche il nome Cry Baby utilizzato dalla Dunlop) rimane ancora oggi uno de rari effetti per chitarra a non essere stato soppiantato da versioni digitali o da software di elaborazione del suono (sebbene questi esistano sul mercato, la versione tradizionale rimane quella preferita dai migliori musicisti , soprattutto in ambito live).
Il wah-wah è stato il primo effetto acquistato da Joe Bonamassa, e da circa un anno la Dunlop produce una versione Joe Bonamassa Signature del cry baby JB95 leggermente diverso rispetto a un classico cry baby, esteticamente e non solo. Essendo un pedale molto soggettivo, a seconda dell'uso che se ne fa infatti è possibile ottenere risultati diversi, il modo migliore per capire è quello di ascoltarlo in azione.

 
Il pedale costa 169 dollari, scuramente non un prezzo bassissimo, ma dato la qualità del prodotto se siete interessati ad un buon wah-wah il Bonamassa Signature è sicuramente un'ottima scelta. Potete acquistarlo direttamente dallo store sul sito ufficiale di Joe Bonamassa: in questo periodo insieme al pedale riceverete anche una t-shirt molto bella.



"Sono davvero onorato che questo pedale porti il mio nome, spero vi faccia divertire tanto quanto fa divertire me ogni sera sul palco!" Joe Bonamassa

sabato 17 agosto 2013

Nuovo tastierista per Joe Bonamassa

Il tastierista Derek Sherinian dopo aver accompagnato Joe Bonamassa nelle date del tour sudamericano di questo mese, entra ufficialmente a far parte della band. Soprannominato da Alice Cooper "the caligula of the keyboards" Derek è stato uno dei co-fondatori dei Black Country Communion oltre ad aver messo il suo talento a disposizione di molti altri artisti : Alice Cooper, Billy Idol, Yngwie Malmsteen, Kiss e Black Label Society. Oltre ai Black Country Communion, Derek Sherinian è stato co-fondatore anche dei Dream Theater (1994-1999) e del supergruppo strumentale PSMS. Chi lo conosce saprà sicuramente che stiamo parlando di un grande musicista di talento. Altrimenti, per gli altri, non resta che aspettare Settembre, quando il tour riprenderà (in europa) per poterlo finalmente vedere (ascoltare) all'opera. Per ora in qualità di fans diamo il benvenuto a Derek Sherinian!!!


giovedì 8 agosto 2013

Date Tour Agosto 2013

Riparte dopo la pausa estiva il tour di Joe Bonamassa, con quattro date nel Sud America
Agosto 2013
08 SÃO PAULO Brasile HSBC BRASIL
11 RIO DE JANEIRO Brasile VIVO RIO
13 SANTIAGO Cile TEATRO LA CUPULA
16 BUENOS AIRES Argentina ESTADIO LUNA PARK 

Il tour si interrompe per un mese e riprenderà in Europa con la data del 18 settembre a Cardiff nel Regno Unito.

Effetti Chitarra: Boss DD-3

Per quanto riguarda i pedali di "ambiente" non possiamo non citare il Boss DD-3 , prennemente presente nella pedaliera di Joe e settato con tutte le manopole ad ore 12.



 Questo è un set-up che funziona pressappoco con gran parte del suo repertorio, aggiungendo profondità ai suoi assoli senza essere eccessivamente invadente. Per la fortuna di tutti quei chitarristi che si divertono ad esplorare e avvicinarsi al mondo dei suoni del bluesman migliore della sua generazione, si tratta di un pedale molto facile da trovare in commercio, digitale, neanche tra i più costosi. A confermare una volta di più una certa predisposizione di Joe alla praticità delle cose anche in ambito di effettistica. Alcuni utenti tra i forum e le chat dedicate all'argomento in rete, lamentano un eccessivo rumore causato dal dd3 in pedaliera e preferiscono sostituire con altri dei tanti delay presenti sul mercato. Generalmente non dovreste riscontrare problemi con tutte le manopole settate ad ore 12. Nel video postato di seguito Joe parla proprio della configurazione del suo DD3.


Ovviamente poi il gusto personale è quello che conta e con questo pedalino di casa Boss ci sono davvero molte variabili interessati da considerare, che vale la pena provare a sfruttare per costruire il proprio sound.
Riporto inoltre delle conlusione interessanti fatte da Joe Bonamassa riguardo al delay, conclusioni che potete trovare in lingua originale in giro sul web; in particolare le seguenti risalgono al periodo 2007-2008.
A quanto pare sembra che per ricreare esattamente il delay di Joe servono due amplificatori. E due overdrive. Su un lato (Marshall) c'è un DD3 con tutti i settaggi ad ore 12. Tra l'altro Joe dice di avere 6 differenti DD3 e ognuno di essi suona in maniera diversa. Sull'altro lato invece un Fender dove mettere un riverbero , anche il riverbero dell'ampli stesso. Quindi delay da una parte, riverbero dall'altra. Joe tiene a precisare che il delay "must be run through the effects loop", deve passare nel send/return dell'amplificatore. Questo set up non è originale di Joe , ma da attribuire ad Eric Johnson nel periodo 1988 circa. In fin dei conti non è un mistero l'influenza di Eric Johnson nel lavoro di Joe Bonamassa.


lunedì 5 agosto 2013

Effetti chitarra: Ibanez TS808

Oggi parleremo brevemente di effetti/pedali per chitarra. Il primo pedale di cui parliamo è l'Ibanez TS808.


Sulla strumentazione di Joe Bonamassa si è già detto molto: sui forum , sulle pagine facebook, negli articoli e nelle interviste, spesso è Joe in persona che ce ne parla e abbiamo visto come negli anni, sia il suono che la strumentazione, siano stati oggetto di studio e modifiche da parte sua. Fondamentalmente Joe non fa un uso smodato dei pedali e spesso questi sono semplicemente al servizio della canzone. Più di qualche volta Joe ha affermato che si può ottenere il massimo semplicemente con una Les Paul collegata ad un Marshall. Tende ad infilarsi nel filone dei chitarristi non eccessivamente contagiati dalla febbre degli effetti. In realtà Joe Bonamassa suona molto dal vivo e questo lo ha portato ad usare parecchi pedali e a cambiare spesso la configurazione della sua pedalboard. Qui di seguito un video per ascoltare il TS808 all'opera (e anche il TS9, della stessa famiglia ma differente).


 Si tratta , come tutti saprete, di un overdrive, molto famoso, forse il più famoso sul mercato, usato prima o poi praticamente da tutti, nelle varie edizioni uscite nel corso degli anni. E' uno dei pedali che probabilmente vanta il maggior numero di imitazioni. Di facile reperibilità presso i negozi (a Joe piace oltre che per il suono anche per il fatto che sia possibile trovare un Ts808 praticamente in qualsiasi negozio di musica del mondo), con un prezzo abbordabile. Divenuto un classico tra gli overdrive, dal ts808 deriva il ts9 , più economico ma altrettanto valido e presente sulle pedaliere di molti appassionati. Non resta che ascoltare, tenendo presente che ogni cosa è soggettiva, che il suono lo fa il chitarrista, ma tenendo presente che questi effetti possono aiutare a donare delle sfumature che renderanno ancora più caratteristico il vostro stile. L'Ibanez Ts808 possiamo dire che è sempre stato presente nella pedaliera di Joe dagli inizi ad oggi. Anche quando suona in posti più piccoli e la pedalboard non contiene più di 3 o 4 pedali. In molti concordano sul fatto che si tratti di un normale ts808 reissue, non modificato, questo perchè secondo Joe un pedale "standard" è più facile da riparare rispetto ad un pedale per cosi dire "unico".