sabato 14 dicembre 2013

Cinque minuti con Joe Bonamassa

- Total Guitar winter 2013 -
 Il grande chitarrista rock-blues ci racconta dei suoi "ultimi" amori a sei corde, di motociclisti ubriachi e del vero motivo per cui indossa gli occhiali da sole.


- Tanti auguri a te
"Quando finalmente riuscìì ad ottenere la chitarra dei miei sogni, una Les Paul '59, all'inizo non fui io a suonare la chitarra, ma fu lei a suonare me, io ero come paralizzato.
Dopo un pò superai la cosa e iniziai a suonarla come tutte le altre mie chitarre. Non appena iniziai a darci dentro, tutto ebbe più senso. Non puoi prendere uno di questi strumenti e suonarlo timidamente, senza dare il massimo di te stesso. Il mio consiglio per chiunque compri la chitarra dei suoi sogni è di averne sì cura, ma di non trattarla come una reliquia, perchè è stata fatta per essere suonata".

- Me, me stesso ed io
"Penso che il mio più grande passo in avanti come chitarrista fu quando smisi di pensare a come suonavo e iniziai a suonare e basta, smettendo anche di scusarmi per come suonavo. Ero sempre concentrato a riflettere sul mio modo di suonare, addirittura consultavo i manuali di chitarra sul palco, mentre ora penso solo a suonare e a vedere se la gente si diverte, il che è una bella cosa e se non si diverte, va bene lo stesso. Il segreto è smettere di chiedersi : "Dovrei fare in questo modo, o dovrei fare nell'altro?" e semplicemente lasciare che il tutto venga fuori da sè."

- Vorrei che tu fossi qui
"Quando ero ancora un ragazzino, vendetti la mia Fender Stratocaster biondo cenere del '62, a cui ero molto affezionato. Non avrei voluto venderla, ma ero un ragazzino e volevo qualcos'altro che poi si rivelò essere non così bello come pensavo. Vendetti anche la mia Telecaster del '60 con la sua custodia in Tweed che avevo comprato in fuori da un bar a Upstate, New York, e la diedi via quando non valeva più così tanto. Ripensandoci, la Telecaster del '60 potrebbe essere una di quelle chitarre che rivorrei indietro. Sono passati ormai vent'anni da quando la vendetti.
Io do via molta roba. Stammi vicino se mi vedi rovistare in un cassetto pieno di pedali, perchè probabilmente finirò per darti qualcosa."


- Straniero in una città
" Il concerto più strano che abbia mai fatto è sicuramente quello a Sturgis, un radunno  di motociclisti nel South Dakota. In pratica, circa 6000 buffoni ubriachi si piazzano davanti al palco pargheggiati con le loro moto. Dopo aver suonato, non aspettarti di ricevere nemmeno un applauso, li sentirai soltanto mandare fuori giri i motori dei loro aggeggi, è questo il modo in cui applaudono. E' stato davvero troppo strano per me."

- Non pensate cose sbagliate su di me
" Il più grande errore che potresti fare è quello di vedermi sul palco con il mio vestito elegante e i miei occhiali da sole e pensare che sono uno pieno di sè. Gli occhiali in realtà mi servono perchè sono sensibile alla luce: i miei occhi lacrimano un sacco con i riflettori, specie se ce ne sono due puntati dritti su di me. Il vestito elegante lo indosso perchè penso di dovermi vestire meglio di quanto il mo pubblico ricordi. Pensate ad Eric Clapton e Muddy Waters negli anni '60: tutti quei bei ragazzi vestiti bene, con degli abiti spettacolari."

- Sopravviverò
Per portare a termine un tour in maniera positiva, non puoi abusare di te stesso; nè puoi pensare di avere una scusa per comportarti da immaturo e stare in piedi tutta la notte. Puoi andare avanti così finchè non esplodi.
Sin da quando vado in tour, sia come leader di una band che come artista solista, ho imparato i pro e i contro di ogni mestiere: il conducente del bus, il ragazzo che si occupa dei monitor, l'addetto agli impianti, la produzione, il management del tour...Non puoi andare dal ragazzo che si occupa dei monitor e dirgli " Il suono è un pò troppo croccante". "Che diavolo vuol dire croccante? Impara a dire che è di 5k o di 8k, e impara cos'è la banda 31 EQ. Più mestieri impari, più sei pronto per andare in tour."

Total Guitar
winter 2013

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