lunedì 9 marzo 2015

Guitar Safari pt.1

Salve, amici nerd smanettoni della sei corde e semplici hobbisti.
Mi prendo un momento per presentarmi. Mi chiamo Joe Bonamassa e non sono quel tipo che vedete su PBS-Palladia che indossa un vestito di Hugo Boss fingendo di essere Eric Clapton. Sono uno come voi: un fanatico di strumenti, un collezionista, uno "smanettone", e sono sempre a caccia di tutto ciò che riguarda chitarre vintage del periodo precedente al 1965. A questo punto possiamo procedere. 



In questo episodio parliamo di due Fender Stratocaster Blonde del 1963 acquistate durante lo stesso weekend. Per raccontare questa storia bisogna tornare indietro nel tempo fino al 1996, quando uno squattrinato e giovane bluesman del nord dello stato di New York, cercava di costruirsi una carriera come artista solista suonando rock-blues. A quel tempo avevo sette chitarre, di cui due 

Fender Stratocaster del 1963. (Lo so, lo so: povero me. Ricordate comunque che mio padre ha un negozio di chitarre). Una delle due era una Stratocaster sunburst, l'altra era una magnifica blonde. Tutte le Blonde dell'epoca avevano il body in frassino, al contrario degli altri colori il cui body era in ontano, compresa l' Olympic White. Nota (ne esistono alcune in mogano e forse altre in legno Korina, quindi non scrivete lettere di protesta all'editore). La mia si chiamava "Al", come Al Jardine dei Beach Boys, che ne suonava una uguale, ed era molto cool. 


Ad ogni modo, arrivò il periodo in cui fui costretto a lasciare la casa dei miei genitori, trasferirmi nella grande città e, in pratica, a crescere. Avevo bisogno urgente di soldi per il trasferimento. Ho dovuto vendere una delle mie Stratocaster per raccogliere i soldi utili per cominciare la mia vita adulta. La blonde, essendo tutta originale e più quotata, fu la scelta logica. Mi ricordo il momento in cui feci l'imballaggio e le diedi letteralmente un commovente addio prima di spedirla dal negozio di mio padre, destinazione: New Jersey "Hi Test Guitars". Da quel giorno in avanti promisi a me stesso che avrei prima o poi avuto una Stratocaster Blonde del '63. 


Non è un segreto che al giorno d'oggi io possieda molte chitarre di valore. Sono il più fortunato ragazzo blues, baciato dalla fortuna. Detto ciò, ho sempre rimpianto di aver dato via quella Stratocaster. 
Torniamo ai giorni nostri, di preciso alla scorsa estate, poco prima di imbarcarmi nel mio ultimo tour, quando ero tutto intento ad esercitarmi e a "sgobbare" sulla chitarra! Ogni tanto davo un'occhiata ad alcuni dei miei siti di chitarre preferiti, tra cui uno il cui proprietario è il mio amico di lunga data Eliot Michael del Rumbleseat Music. Stavo visionando il catalogo quando all'improvviso ho visto una fantastica Stratocaster Blonde del '63. Una telefonata, l'accordo, ed eccola poco tempo dopo in una scatola della FedEx, sulla porta di casa mia! Bellissima, in condizioni ottime, con tanto di etichette ed una tracolla. Onestamente, è molto meglio di quella che vendetti venti anni prima. Così ho riavuto una Stratocaster Blonde, e ne sono felicissimo. Questo è successo il venerdì.
Il giorno successivo, sabato, il mio grande amico e rinomato fotografo di livello mondiale Rick Gould mi ha chiamato e mi ha detto di andare a La Habra, California, per dare un'occhiata a una Stratocaster Olympic White del '63 che il proprietario doveva vendere in vista dell'acquisto di una casa da parte del figlio. Per una fortunata serie di eventi, la maggior parte dei negozianti in quel fine settimana erano impegnati al San Rafael guitar show, per questo Rick aveva ricevuto la chiamata. Siccome l'Olympic White è meno desiderabile di una Blonde, e comunque avevo appena comprato un gioiello di chitarra, avrei potuto non chiamare. Invece ho chiamato, e di domenica, armato solo del mio libretto degli assegni e della mia malattia per le chitarre, sono salito in macchina per andare a vedere questa chitarra. Un' amichevole di football riecheggiava da questa casa modesta in una strada modesta nel più modesto dei giorni, quando ho bussato alla porta.
Un uomo sulla sessantina mi ha aperto insieme a suo figlio. 
Sono entrato ed ho visto una custodia della Fender appoggiata su un asse da stiro. L'ho aperta ed ecco che mi sono trovato di fronte ad una delle Stratocaster '63 che faceva parte dei mille esemplari di cui faceva parte anche quella che avevo acquistato appena due giorni prima. L'uomo mi disse: "Conosci bene i Beach Boys? Questa chitarra l'ho comprata perchè è quella che usavano loro". (Al suonava una Stratocaster Blonde, Dennis una Jaguar, e Brian un P-Bass). Fui onesto e non provai a contrattare affatto. Staccai l'assegno e in dieci minuti ero di nuovo in macchina diretto a casa. Vedere quanto significasse per suo figlio avere una casa, è stata una cosa che non dimenticherò mai.





Collezionare chitarre, con le migliori intenzioni, può cambiare non soltanto la propria vita, ma anche quella degli altri in un modo speciale. Questa è stata proprio una di quelle occasioni. Due settimane dopo, la chitarra era sul palco con me a Red Rocks, 51 anni dopo che un ragazzo l'aveva comprata con il sogno di diventare il nuovo Al Jardine. Questo è la storia di un cerchio che si chiude, la storia di una chitarra speciale. 
(Joe Bonamassa)

"LEGGI ANCHE: Guitar Safari 2"

Nessun commento:

Posta un commento