Il chitarrista Joe Bonamassa e la libertà di spaziare tra il blues il jazz e il rock
In un'epoca in cui il termine "guitar hero" viene indifferentemente utilizzato per riferirsi sia ad un musicista che ad un gioco, il chiatarrista Joe Bonamassa riflette su quello che significa per lui questo termine.
"Clapton. Hendrix. Paul Kossoff o Rory Gallagher. Quelli sono guitar hero. Persone che sono state venerate e che continuano ad esserlo."
Riflettendo sul suo percorso, dai concerti di apertura per BB King a 12 anni fino alla Royal Albert Hall, con Clapton come ospite nel 2009, avrà mai pensato Bonamassa di essere sul punto di rivestire quel ruolo, quello del guitar hero, per alcuni dei suoi fans?
"E' molto difficile per me da dire, ed è anche molto difficile da accettare, perchè sono solo un vero fanatico della chitarra, e mi ritengo molto fortunato" dice Bonamassa, che ci parla da Nashville, Tenn. "Non sono mai stato abituato a ricevere attenzioni."
Dopo aver ricevuto la sua prima chitarra da sua padre praticamente ai tempi dell'asilo, il suo miglioramento in campo musicale è stato rapido e sorprendente. Dagli inizi da adolescente nella band Bloodline con il figlio di Miles Davis, Robby Krieger e Berry Oakley, è passato ad una carriera solista che lo ha portato a diventare un pluripremiato musicista blues ma anche un chitarrista con una forte propensione per le variazioni.
"Faccio dei concerti jazz tre o quattro volte all'anno con i Rock Candy Funk Party," spiega Bonamassa. "Ho suonato nella band hard rock dei Black Country Communion. Faccio blues. Il mio show comprende molte cose, dal blues all'hard rock. Mi piacciono tutti i tipi di musica. Questo è il bello di essere un'artista solista, non hai dei ruoli prestabiliti e non devi chiedere il permesso a nessuno. La libertà è bella. E credo sia questo che mi differenzia da molte altre persone: che non sono solo un artista blues. Sono un musicista eclettico. Ovviamente tutto parte dal blues, ma non è certo l'unica cosa che facciamo per tutto il tempo."
Per il concerto di Richmond, Bonamassa aprirà il suo concerto da sè, suonando cosi con due band in un'unica serata . "Abbiamo una band acustica con cui ci siamo esibiti a Vienna (Austria), e poi ci sarà la band in elettrico come sempre. 45 minuti in acusico, e poi il set in elettrico, sarà divertente. E' qualcosa che se mai è stato fatta, non si vedeva più da un pò di tempo ormai."
Joe Bonamassa in concerto al Crown Theatre, il 10 Novembre
Joe Bonamassa scherzando ha detto di tenere a portata di mano la domanda di iscrizione per un'università online, nel caso tutta la questiona riguardante il "Dio del blues" non dovesse più funzionare. E' molto poco probabile che avrà bisogno di quel modulo. A 36 anni, Bonamassa ha alle spalle una solida carriera che inizia quando ne aveva solo 11. Da allora, si è allenato con i licks di chitarra con artisti del calibro di BB King, Eric Clapton e Stephen Stills. Inoltre ha pubblicato più di una dozzina di album, incluso l'ultimo "Driving Towards the Daylight." Bonamassa si esibirà alle ore 20, domenica al Crown Theatre. Joe Bonamassa, nato a New Hartford, New York, ha iniziato a prendere in mano la chitarra quando aveva solo 4 anni. Migliorando velocemente, ha imparato le canzoni di Stevie Ray Vaughan e di Jimi Hendrix che ascoltava sullo stereo dei suoi genitori. Abbastanza presto, cominciò a padroneggiare vari stili, spaziando dal jazz alla polka. A 12 anni, Bonamassa sale sul palco con BB King. Un paio di anni dopo fonda il gruppo dei Bloodline con i rispettivi figli di Berry Oakley, bassista degli Allman Brothers, la legenda del jazz Miles Davis e il chitarrista dei Doors, Robby Krieger. Nel 2000, Bonamassa pubblica l'album che sancisce il suo debutto solista, "A new day yesterday." Da allora svariate volte ha scalato le classifiche blues fino alle prime posizioni. Di seguito gli estratti della conversazione telefonica per Weekender dalla sua casa di Los Angeles dove sono iniziate le prove per il suo ultimo tour.
WEEKENDER: E' vero che hai inizato a suonare a 4 o 5 anni?
JB: A 4 anni. Suono da 32 anni. Mio padre suonava, era un musicista. Mio nonno era un musicista, il mio bisnonno era un musicista. Appartengo alla quarta generazione dei Bonamassa che si sono guadagnati da vivere con la musica, cosa molto rara.
WEEKENDER: Cosa credi ti abbia spinto ad iniziare a suonare la chitarra cosi presto?
Bonamassa: Amo la chitarra e amo la musica. Mi piace collezionare chitarre. Amo parlare di chitarre. La mia intera vita è fatta di chitarre. Ho avuto fortuna in questo. E' stato come un dono e cerco di sfruttarlo al meglio.
WEEKENDER: Aprivi i concerti di BB King a 12 anni. Come è stata quell'esperienza?
BONAMASSA: E' stato divertente farlo. Non credo di aver colto la grandezza della cosa, all'epoca. Ho suonato con BB King, ho fatto delle jam con lui, il che è pazzesco. King per me è un vero mentore, oltre che un vero amico. E' stato molto generoso sul palco e con i suoi consigli. E' davvero bello sapere che BB King è un tuo amico.
WEEKENDER: Utilizzi parecchi stili diversi nel suonare. Quale preferisci di più?
BONAMASSA: Il blues è la base di partenza. Ma per me, la musica è un linguaggio universale. puoi suonare qualsiasi cosa. Non ci sono regole. Chi fa le regole? E perchè bisognerebbe preoccuparsene?
WEEKENDER: Chi sono i tuoi eroi della chitarra?
BONAMASSA: BB King è uno. Paul Kossoff, Eric Clapton, Eric Johnson. Direi anche Jeff Beck, Peter Green, Ry Cooder.
WEEKENDER: Credi che il blues possa mai avere la stessa diffusione che aveva negli anni '60 con Clapton e altri?
BONAMASSA: Chi può saperlo? Vado in Europa e in alcuni posti in america e suono nelle arene. C'è diffusione in larga scala per tizi come John Mayer. Sei al centro, e aggiungi influenze che sono leggermente differenti dal vecchio blues. E' tutto basato sul blues, ma non è blues classico. C'è davvero una linea sottile. Se vuoi avere un pubblico più grande, devi amalgamare più cose diverse.
WEEKENDER: Qual'è stato finora il punto più alto della tua carriera?
BONAMASSA: E' difficile sceglierne uno. Penso che già il fatto di essere stato in grado di vivere con la musica per 25 anni sia fantastico.
WEEKENDER: Cosa deve aspettarsi la gente dal tuo show di Fayetteville?
BONAMASSA: Iniziamo con 45 minuti di set acustico, poi ci sarà una breve pausa di 15 minuti, dopodichè 75 minuti di chitarra elettrica. Questo è il piano. E' più o meno come aprire i concerti per me stesso.
WEEKENDER: Cosa hai in programma per il futuro?
BONAMASSA: Probabilmente farò un album nuovo a Gennaio. Abbiamo già parecchie date per il 2014. Con un pò di fortuna, sarà il ventiseiesimo anno di lavoro retribuito.
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