venerdì 28 marzo 2014

Mix di chitarra elettrica ed acustica alla Tucson Arena

Joe Bonamassa si esibirà in due show completamente differenti nella sera del concerto alla Tucson Arena di questo giovedì. L'ultima ora e mezza del concerto prevede l'imponente set elettrico che i fans si aspettano dal talentuoso chitarrista blues.
Bonamassa, 36 anni, vanta una carriera di ben 25 anni alle spalle e 16 album pieni di buona musica da cui pescare i pezzi che formeranno la setlist con cui rendere reale "la magia".
Al contrario, per i primi 45 minuti Joe Bonamassa eseguirà il set acustico accompagnato da una formazione eclettica di musicisti come il violinista irlandese Gerry O'Connor, il percussionista Lenny Castro e Mats Wester alla nickelharpa.
"Apro per me stesso" dice Bonamassa in un intervista telefonica della scorsa settimana, dalla sua abitazione in California. L'introduzione Unplugged serve da supporto alla promozione del cd/dvd del 2013, "An acoustic evening at the Vienna Opera House". Il disco rappresenta la sua prima avventura acustica.
Aspettatevi di sentire un best of di quell'album, così come sarà con le canzoni del nuovo album, materiale originale in uscita questo autunno.
- Come è saltata fuori l'idea del disco alla Vienna Opera House?
JB: Avevamo già prenotato il posto del concerto prima ancora di sapere come lo avremmo fatto. La Vienna Opera House non è proprio il posto adatto per un concerto in elettrico. E' pensato per l'opera o per la musica "a cappella". Acusticamente è perfetto, ma se inizi a picchiare su un rullante di batteria non funziona più.
- Nell'album ci sono strumenti come il violino, il banjo, la nickelharpa. Perchè inserire questi strumenti particolari?
JB: Volevamo una musica alla Peter Gabriel, una sorta di world-music. Volevamo uscire fuori dalla tipica mentalità blues. Era anche un modo per testare le canzoni. Avrebbero suonato lo stesso anche senza gli assoli di chitarra elettrica? Alla fine si.
- Quale è stata la reazione del pubblico a Vienna?
JB: Inizialmente ero preoccupato. La Opera House non ha aria condizionata e quella è stata l'estate più caldi degli ultimi dieci anni in Europa. Faceva caldissimo. Avevo paura che la gente potesse non reagire bene. Invece la risposta è stata grande. Non ho dovuto nemmeno pagarli per farli applaudire, è stato piuttosto cool.
- Il prossimo album sarà un album di soli pezzi inesiti. Come mai hai scelto questa strada?
JB: Dopo averne fatti 16, inizi ad avere nuove idee. Allora pensi: "Sai quale potrebbe essere una nuova cosa? Scrivere, senza escludere eventuali collaborazioni alla scrittura, l'intero album da solo.
- Sentiremo qualcosa del nuovo materiale al concerto di Tucson?
JB: Siamo ancora troppo lontani. Non vedrà la luce prima di Settembre il nuovo album. Ne suoneremo due, se non tre, per quando ci esibiremo a Tucson. Quelli di Spokane ne hanno sentite due. Conservo il meglio per voi, ragazzi.


martedì 25 marzo 2014

432 hertz, il La naturale.

Quando accordiamo la chitarra è pratica comune, con un accordatore o con un diapason, accordare il La ad una frequenza che corrisponde a 440 hz. Questo perchè in passato si è deciso di determinare e fissare universalmente la frequenza del La proprio su quel valore. Ancora prima, invece, il La naturale corrsipondeva ad un valore di 432 hz. Vari e complessi studi sono stati portati avanti al riguardo. Si è scoperto in conclusione che la musica fatta con il La a 440hz rendeva i soldati in guerra più aggressivi ed instabili. Scientificamente si è scoperto che i suoni accordati a 440hz generano le onde "beta" del cervello, ovvero quelle onde che si associano ai sintomi dell'ansia, della depressione, del pericolo e della reazione oltre ad altre sensazioni. Questo significa che un'accordatura standard a 440hz sia "cattiva" o generi delle sensazioni non buone? Mozart ad esempio è il maestro delle armonie pur suonando su quelle frequenze.



 E' pur vero, però, che il 90% delle persone interpellate ad esprimere un giudizio sui due tipi di accordature hanno scelto quella a 432hz, senza neppure conoscere la reale differenza tra le due. Storicamente possiamo affermare che gli strumenti rinascimentali avevano una frequenza di 415hz, gli strumenti egiziani e greci erano regolati sui 432hz. L'innalzamento del La ai valori odierni si ha con le bande russe ed austriache. Infine il ministro nazista Goebel impose la frequenza di 440hz come standard mondiale, che venne ufficialmente definita in seguito a Londra, nel 1953. Moltissimi ricercatori e musicisti hanno testato i benefici dell'accordatura a 432hz, definendo il suono prodotto in armonia con le frequenze naturali del corpo umano e dell'universo, ne risultava perciò una pasta sonora più calda. Al contrario di quella a 432hz, la frequenza di 440hz formalmente ufficializzata a Londra risulta essere "disarmonica", non avendo nessuna corrispondenza scientifica con le leggi fisiche dell'universo.

Si ritiene che The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd sia il più celebre disco registrato con l'accordatura del La a 432 hz

Ecco perchè Verdi, nella sua famosa lettera che potete leggere di seguito, parlava di "esigenze matematiche": 8hz è la frequenza del pianeta detta anche "Risonanza di cavità di Schumann". In un'accordatura basata su un la a 432 hz non facciamo altro che suonare un suo multiplo, così come per esempio ci ritroveremo con un Do a 256hz, anch'esso un multiplo di 8. Insomma non faremmo altro che far risuonare quel 8 nelle armoniche dei suoni rendendo tutto più naturale e gradevole all'orecchio umano. Il diapason a 432hz, definito diapason scientifico e proposto dai fisici Sauveur, Meerens, Savart e dagli scienziati italiani Montanelli e Grassi Landi, venne approvato all'unanimità al congresso dei musicisti italiani del 1881,


Nel 1884, Giuseppe Verdi ottenne dalla commissione musicale del Governo, un decreto legge che normalizzava il diapason ad un La di 432 oscillazioni al secondo.
Lettera di Verdi al governo italiano:

“Fin da quando venne adottato in Francia il diapason normale (che allora si attestava a 435Hz),
io consigliai venisse seguito l'esempio anche da noi; e domandai formalmente alle orchestre di diverse città d’Italia, fra le altre quella della Scala, di abbassare il corista (diapason) e di uniformarsi al normale francese. Se la Commissione musicale istituita dal nostro Governo crede, per esigenze matematiche, di ridurre le 435 vibrazioni del corista francese in 432, la differenza è così piccola, quasi impercettibile all'orecchio, ch'io aderisco di buon grado. Sarebbe grave, gravissimo errore, adottare come viene da Roma proposto un diapason di 450 vibrazioni. Io pure sono d'opinione con lei che l'abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità ed al brio dell'esecuzione; ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome LA a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un Si bemolle a Roma?”




Intervista sulla preparazione e l'idea dietro al progetto Tour de Force Live in London

La strada verso lo status di celebrità di Joe Bonamassa è una strada fatta di duro lavoro che comprende, nei passati anni, la pubblicazione di molti album, progetti paralleli, tour estenuanti e continui, ed una tecnica chitarristica strepitosa. Nel backstage del suo concerto sold-out all'Edinburgh Playhouse, abbiamo parlato con lui dei 4 dvd "Tour de Force Live in London", e della vita in generale.



Perchè questi concerti differenti e perchè hai scelto di esibirti in 4 serate consecutive?
"Mentre ero a pranzo con Kevin SHirley (produttore) e Roy Wiseman (manager) si discuteva su come fare per i concerti di Londra, e venne fuori l'idea di 4 show diversi, 4 band differenti ed inoltre di riprendere il set acustico di Vienna: in totale 60 canzoni. Sulla carta sembrava fattibile, ma dato l'enorme quantitativo di lavoro e di impegno che il tutto ha richiesto, avrei dovuto pagare il conto ed andarmene! L'intenzione era quella di celebrare la strada fatta fino ad oggi, grazie al supporto dei fans inglesi. Per poter poi ripartire da zero."

Come hai affrontato il fatto di dover preparare 4 esibizioni conasecutive?
"Mi sono subito reso conto che l'unica costante di quello che stavamo per fare ero io: non proprio un buon affare. Quindi si trattava praticamente di provare, fare il sound check e suonare, per quattro volte...la mia memoria ne ha veramente risentito."

I luoghi variavano dal Borderline alla Royal Albert Hall. Quale preferisci?
"Mi è piaciuto molto alla Royal ALbert Hall, molto di più rispetto al 2009. Ero meno pietrificato cosi ho potuto godere appieno dell'esperienza di suonare lì. Quello del Borderline è stato il concerto più cool: più jam, meno raffinatezze, anche se purtroppo alcuni critici non hanno capito che l'idea era proprio quella, e che il concerto della Royal ALbert Hall era diverso."

Come mai il pubblico inglese è molto affezionato a te?
"Si è sempre più famosi da un'altra parte che a casa propria. Mi dissero che il pubblico inglese sarebbe stato volubile, ma sin dalla prima volta c'è sempre stato tanto entusiasmo e familiarità con la mia musica. Forse ha aiutato il fatto di aver intitolato alcuni miei dischi come le canzoni british blues di cui facevo le cover: essendo americano, la mia affinità con il british blues deve aver intrigato parecchio il pubblico. Non stavo semplicemente facendo la cover di "Cold Shot" di stevie Ray Vaughan, ad esempio."

Avendo esplorato vari generi nei tuoi dischi, come sarà il prossimo?
"Non ne ho idea. Non puoi percorrere sempre la stessa strada conosciuta. Abbiamo affrontato tante cose che hanno funzionato, ma non durerei molto se non cambiassi mai niente. Ogni volta che ho tentato una strada nuova finora, ha funzionato. Ognuno ha le sue fasi durante la sua carriera e non voglio far parte di una jukebox band, o di qualcosa di prevedibile musicalmente. Non posso pubblicare un disco rap, ma ci sono tanti modi per fare blues e per amalgamare quello che funziona."

Come fai a mantenere tutto fresco in modo da non dover perdere il brivido, in modo da non poter dire, come direbbe BB King, The thrill has gone?
"Se arrivasse a dire quello, beh, allora metterei questo business in vendita insieme a tutte le chitarre. Il pubblico capisce quando non sei onesto con loro, quando non suoni con la passione di sempre. Non suono come suonavo a venti, venticinque anni e nemmeno come quando ne avevo trenta, ma lo spirito e la voglia di connettersi con il pubblico è importante, bisogna dare il cento per cento di quello che puoi offrire. Non puoi suonare cool semplicemente muovendoti bene."