Perchè questi concerti differenti e perchè hai scelto di esibirti in 4 serate consecutive?
"Mentre ero a pranzo con Kevin SHirley (produttore) e Roy Wiseman (manager) si discuteva su come fare per i concerti di Londra, e venne fuori l'idea di 4 show diversi, 4 band differenti ed inoltre di riprendere il set acustico di Vienna: in totale 60 canzoni. Sulla carta sembrava fattibile, ma dato l'enorme quantitativo di lavoro e di impegno che il tutto ha richiesto, avrei dovuto pagare il conto ed andarmene! L'intenzione era quella di celebrare la strada fatta fino ad oggi, grazie al supporto dei fans inglesi. Per poter poi ripartire da zero."
Come hai affrontato il fatto di dover preparare 4 esibizioni conasecutive?
"Mi sono subito reso conto che l'unica costante di quello che stavamo per fare ero io: non proprio un buon affare. Quindi si trattava praticamente di provare, fare il sound check e suonare, per quattro volte...la mia memoria ne ha veramente risentito."
I luoghi variavano dal Borderline alla Royal Albert Hall. Quale preferisci?
"Mi è piaciuto molto alla Royal ALbert Hall, molto di più rispetto al 2009. Ero meno pietrificato cosi ho potuto godere appieno dell'esperienza di suonare lì. Quello del Borderline è stato il concerto più cool: più jam, meno raffinatezze, anche se purtroppo alcuni critici non hanno capito che l'idea era proprio quella, e che il concerto della Royal ALbert Hall era diverso."
Come mai il pubblico inglese è molto affezionato a te?
"Si è sempre più famosi da un'altra parte che a casa propria. Mi dissero che il pubblico inglese sarebbe stato volubile, ma sin dalla prima volta c'è sempre stato tanto entusiasmo e familiarità con la mia musica. Forse ha aiutato il fatto di aver intitolato alcuni miei dischi come le canzoni british blues di cui facevo le cover: essendo americano, la mia affinità con il british blues deve aver intrigato parecchio il pubblico. Non stavo semplicemente facendo la cover di "Cold Shot" di stevie Ray Vaughan, ad esempio."
Avendo esplorato vari generi nei tuoi dischi, come sarà il prossimo?
"Non ne ho idea. Non puoi percorrere sempre la stessa strada conosciuta. Abbiamo affrontato tante cose che hanno funzionato, ma non durerei molto se non cambiassi mai niente. Ogni volta che ho tentato una strada nuova finora, ha funzionato. Ognuno ha le sue fasi durante la sua carriera e non voglio far parte di una jukebox band, o di qualcosa di prevedibile musicalmente. Non posso pubblicare un disco rap, ma ci sono tanti modi per fare blues e per amalgamare quello che funziona."
Come fai a mantenere tutto fresco in modo da non dover perdere il brivido, in modo da non poter dire, come direbbe BB King, The thrill has gone?
"Se arrivasse a dire quello, beh, allora metterei questo business in vendita insieme a tutte le chitarre. Il pubblico capisce quando non sei onesto con loro, quando non suoni con la passione di sempre. Non suono come suonavo a venti, venticinque anni e nemmeno come quando ne avevo trenta, ma lo spirito e la voglia di connettersi con il pubblico è importante, bisogna dare il cento per cento di quello che puoi offrire. Non puoi suonare cool semplicemente muovendoti bene."
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