giovedì 24 ottobre 2013

Tour de Force - Intervista a Joe Bonamassa dopo l'esperienza delle 4 storiche date londinesi

Persino per uno come Joe Bonamassa, la cui etica del lavoro è ormai leggendaria, suonare quattro show consecutivi a Londra all'inizio di quest'anno, con una diversa setlist ogni sera e diversi musicisti intorno, è stata un'impresa davvero ardua. Ma dopo aver realizzato quello che apparentemente sembrava impossibile, le quattro performance sono state pubblicate in un boxset unico, o in dvd o blu-ray venduti singolarmente, con il nome di "Tour de Force - Live in London."

I 4 Dvd di "Tour De Force - Live in London"
"E' una testimonianza divertente di una settimana dura" spiega Bonamassa al magazine The Blues dalla sua casa di Malibu. "E' stato certamente molto emozionante. Ma se mai ci dovesse essere di nuovo un'idea simile a questa, mi alzerei e uscirei dalla porta senza discuterne."
Con più di 60 canzoni suonate nel corso delle quattro serate, molte delle quali non erano mai state suonate live prima, ed una sola opportunità di far riuscire bene tutto, è comprensibile che Bonamassa sia riluttante a voler ripetere l'esperimento di nuovo.
"Tutto comiciò quando (il produttore) Kevin Shirley, il mio manager, Roy Wiseman, ed io stavamo mangiando insieme, lo stesso giorno in cui suonai a Montreaux" ricorda Joe riferendosi al giugno del 2012 quando si mostrò favorevole a voler fare i concerti.
"Facemmo 3 prove con la band acustica e c'erano una miriade di cose che mi attraversavano la mente. Avevamo confermato questi show a Londra e Kevin mi chiese cosa avrei fatto in particolare per queste quattro date.  Io dissi che avremmo probabilmente modificato drasticamente la setlist e lui disse: "Non sono sicuro che sia sufficiente. Perchè non facciamo una band diversa ed una differente setlist per ognuna delle quattro notti?"
"Nel frattempo io ero in modalità acustica. La mia mente era concentrata sul concerto. Dissi: 'fantastico, quanto potrà mai essere difficile?' Non ci pensai su veramente bene. Poi tornai in tour e ci divertimmo un mondo."
Fu solo nel Gennaio del 2013, tre mesi prima dei concerti, che Bonamassa e Shirley si misero seduti con una grande lavagna davanti e iniziarono a ragionare su come organizzare quei quattro show, e quali canzoni suonare.
"Iniziammo dal Borderline - dice Bonamassa - con una band di tre elementi, cosi che fosse una cosa piuttosto semplice. D'altronde non è il tipo di posto in cui potresti suonare con una sezione di fiati di nove elementi, perchè i membri della band devono stare sul pavimento. Lo Shepherd's Bush Empire sembrava più giusto per i trombettisti. E' un tipo di  situazione più blues. L'Hammersmith Apollo è, senza dubbio, un posto "rock". Abbiamo immaginato quindi di unire la band acustica con quella elettrica all' Albert Hall per una sorta di grande concerto-saluto finale."

In occasione della prima notte al Borderline sul
palco con Joe di fronte a 200 spettatori c'erano il batterista Anton Fig ed il bassista Michael Rhodes, una serata per il power trio che ha riportato Joe indietro con la memoria fino alla sua prima esibizione in quel luogo nel 2005.
"Ero un chitarrista molto impegnato in quel periodo-  dice ridendo - in una band di tre persone c'è da suonare parecchio di più. Ci divertivamo un sacco. Abbiamo anche pensato di rifarlo in qualche posto piccolo magari. Tiriamo su una sorta di '3 versi, 10 minuti di assolo poi altri due versi e finale' tour. E' un po autoindulgente come cosa, ma alle persone piace.
Quello all'Albert Hall è stato probabilmente il miglior concerto che io abbia mai fatto in vita mia - aggiunge - mi è piaciuto profondamente, anche più del concerto che feci sempre alla Albert Hall nel 2009. Sono stato in grado di gustarmi il momento. Nel 2009 ero pietrificato dal momento in cui ho cominciato a quello in cui ho terminato di suonare. All' Hammersmith è stato eccezionale ma si congelava in quel posto quella notte. Mi è piaciuta tanto la sezione di fiati che abbiamo avuto allo Shepherd's Bush. E' stato uno show diverso con un pubblico diverso. Se potessi rifarei lo show al Borderline come ultimo. Mi ha tolto più forze quello che gli altri tre insieme. Ero esausto quando è terminato. Ma abbiamo lasciato ogni cosa nel film. C'è il pedale della batteria di Anton che si rompe. Quando una cosa va storta, va storta! E' una specie di legge di Murphy."

Locandina delle 4 date di Londra
Se vi state chiedendo come avrà fatto Bonamassa ad impararsi e ad eseguire tutte quelle canzoni insieme, beh, la risposta è con il teleprompter (meglio noto come gobbo o suggeritore elettronico) il cui aiuto è stato fondamentale durante tutte e quattro le serate.
"Non lo avevo mai usato in vita mia e sono felice di averne avuto uno, perchè cosi basta solo buttare un'occhiata e puoi cantare le parole giuste. Quando devi cantare 60 diverse canzoni in 4 notti, soprattutto se nel frattempo fai degli arrangiamenti complicati sullo strumento, ogni cosa comincia a confondersi con le altre e la tua memoria ben presto diventa troppo piena. Abbiamo dovuto rifare solo Story of A Quarryman perchè ho saltato l'assolo."
Ad ogni modo, la pressione che affrontare queste quattro serate comporta, alla fine ha mostrato il conto a Bonamassa, che si è esibito dopo la Albert Hall a Parigi per un ultimo concerto, prima di godersi il meritato riposo a casa con la sua fidanzata, Sandi Thom. "Sono tornato a casa e ho perso completamente la voce per dieci giorni. A Sandi piaceva! Si è divertita un mondo. Il mio corpo ha detto "E' abbastanza!." Si è azzittito per una settimana. Ma sono molto fiero del film. Non è perfetto, ma quello che vedi è quello che avrai. Tutte e sette le ore e mezza!"

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