domenica 10 aprile 2016

Tour USA Aprile-Maggio 2016

APRILE 2016
23    LONG BEACH, CA   USA   TERRACE THEATER
25   BAKERSFIELD, CA   USA    RABOBANK THEATER
27   FRESNO, CA   USA   SAROYAN THEATRE
29   RENO, NV    USA   RENO EVENTS CENTER
30   STOCKTON, CA   USA   BOB HOPE THEATRE

MAGGIO 2016
03  OKLAHOMA CITY, OK  USA  CIVIC CENTER MUSIC HALL
04  OMAHA, NE  USA  HOLLAND PERFORMING ARTS CENTER
05  SIOUX FALLS, SD  USA  WASHINGTON PAVILION
07  FARGO, ND  USA  FARGO CIVIC CENTER
09  ROCHESTER, MN   USA  MAYO CIVIC CENTER
10  DAVENPORT, IA  USA  ADLER THEATRE
12  GREEN BAY, WI  USA  WEIDNER CENTER FOR THE PERFORMING ARTS
13  MADISON, WI  USA  ORPHEUM THEATER
14  MERRILLVILLE, IN  USA  STAR PLAZA THEATRE
17  SOUTH BEND, IN  USA  MORRIS PERFORMING ARTS CENTER
19  WILKES-BARRE, PA  USA  KIRBY CENTER FOR THE PERFORMING ARTS
20  ATLANTIC CITY, NJ  USA  TROPICANA SHOWROOM
21  PROVIDENCE, RI  USA  PROVIDENCE PERFORMING ARTS CENTER
22  ANNAPOLIS, MD  USA  CHESAPEAKE BAY BLUES FESTIVAL
24  BINGHAMTON, NY  USA  THE FORUM THEATRE
26  WORCESTER, MA  USA  HANOVER THEATRE FOR THE PERFORMING ARTS
27  HAMPTON BEACH, NH  USA  CASINO
BALLROOM
28  HAMPTON BEACH, NH  USA  CASINO
BALLROOM














venerdì 8 aprile 2016

Jeff Beck - Truth (1968) - FridayNightBlues

Eccoci al nostro secondo appuntamento con la rubrica Friday Night Blues. 
CLICCA QUI per leggere la prima puntata. 

"Il tour che porterà Bonamassa a passare per l'Italia prende il nome di A Tribute To The Blues Explosion.
Cosi abbiamo deciso di scegliere, ogni Venerdì, un disco blues legato alla storia del British Blues per prepararci culturalmente e non solo ad uno dei giorni più belli e divertenti della settimana, ma anche a quello che sarà uno dei concerti più belli e divertenti della nostra estate (Padova, 14 Luglio 2016)"
JBI

JEFF BECK - TRUTH 



Probabilmente Truth rappresenta uno degli esempi migliori delle abilità musicali e chitarristiche di Jeff Beck. Stiamo parlando di un album straordinario, pubblicato nell'Agosto del 1968, che in parte può essere paragonato al primo disco dei Led Zeppelin, con cui condivide la potenza ed il fascino ma anche la cover di You Shook Me. E' un album che piacerà sicuramente a chi apprezza il rumore ed il feedback, l'energia tipica del rock blues e di quel British Blues di cui questo album, uno dei migliori della carriera di Jeff Beck, ne rappresenta un caposaldo.
I brani che vi consigliamo sono Shape Of Things, versione psichedelica del classico degli Yardbirds e Blues Deluxe, composta da Beck e Rod Steward. Musicisti illustri che hanno partecipato alla realizzazione del disco sono Jimmy Page e John Paul Jones dei Led Zeppelin e Keith Moon degli Who. Completano la squadra di egregi musicisti Nicky Hopkins al piano, Ron Wood al basso Mickie Waller alla batteria. 

- SHAPES OF THINGS:

- BLUES DELUXE:

mercoledì 6 aprile 2016

Vi racconto la creazione della pagina di JBI

Più di qualcuno a volte mi chiede come è nata la passione per Joe Bonamassa e io ho deciso di fare una cosa: 
Vi racconto la creazione della pagina di Joe Bonamassa Italia. 


Sembravo l'unico essere vivente che conoscesse questo musicista. E ci ho pensato un mese prima di iniziare questa piccola avventura. Il primo Mi Piace fu letteralmente elemosinato ad una ragazza che tutt'oggi forse non ascolta nemmeno i dischi di Joe, ma la ringrazio per la fiducia. Altre persone intorno a me tendevano a prendere in giro me e lo strano suono del cognome di Joe, che provocava spesso un sorriso a chi lo sentiva per la prima, ma anche per la seconda, terza volta. Andai ad Amsterdam e tornai dopo credo una settimana. 
Un giorno saprò raccontare in un libro tutte le varie vicissitudini che hanno preceduto la creazione della pagina, non perché io sia qualcuno in particolare, ma perché penso sia una storia condivisibile dalla maggior parte dei ragazzi italiani che provano a fare musica in questo paese. 


Comunque proiettiamoci indietro di 4 anni: mi ritrovo da solo, con una grande passione per la musica, con il mio amplificatore e la mia chitarra, per nulla soddisfatto delle varie e brevi esperienze collezionate con altri musicisti locali, tutte finite tra l'altro nell'incoerente decisione di dedicarsi ad altro e di lasciare che altre  cose si mettessero in mezzo tra me e la mia "missione". 
Qualcosa di simile si sta ripetendo anche ora, e come allora reagisco prendendola come una occasione per dedicarmi alla crescita tecnica (da poco ho ripreso lo studio della voce) e alla storia della musica, mettendo da parte per forza di cose il sudore della sala prove. 
Sentivo di aver esplorato tutte le strade possibili e rischiavo di perdere la creatività, cosi cercavo uno che fosse davvero bravo con la chitarra e che potesse illuminarmi in qualche modo. 
Sembra incredibile, ma cercando uno a caso ho trovato Joe Bonamassa.
Il requisito fondamentale che questo musicista doveva avere, era che doveva essere contemporaneo e il più giovane possibile perché volevo pure sviluppare un punto di vista nuovo sulla situazione musicale moderna (parliamo di tre anni fa in realtà ma poco cambia). 
Trovai due risultati, due chitarristi, tra cui ne scelsi a pelle uno. E non mi sono mai pentito di quella scelta, credo sia verissimo quando si dice che l'istinto non sbaglia mai. 
Da li ho scoperto tanti altri personaggi meravigliosi del mondo della musica, soprattutto Stevie Ray Vaughan, ma anche generi per me nuovi come il blues, il british blues, il rock-blues e via dicendo. 
Ho deciso che avrei preso lezioni di chitarra, perchè c'erano queste strade musicali di cui nessuno mi aveva mai parlato e che non volevo esplorare da solo. 
Ho praticato da allora una dedizione alla musica ancora più profonda, ho scoperto personaggi con storie molto più difficili delle mie. Ad un certo punto mi sono auto-diagnosticato il blues e per la prima volta ero felice per quegli stati d'animo che prendevano finalmente un senso.  
Non solo Joe Bonamassa quindi, ma Stevie Ray Vaughan, Rory Gallagher, BB King.  Con il tempo ho ritrovato la mia strada, ho continuato il mio percorso che non è strettamente legato alla tecnica o alla musica di questi personaggi, ma da cui sicuramente ho preso le basi a livello di dedizione ed umiltà verso questa forma di arte splendida. Non ho mai pensato di imitare Joe Bonamassa, nè nessuno degli artisti che ho scoperto. Non ho mai voluto imparare a suonare tutti i loro licks, o a riprodurre fedelmente il loro suono. Semmai ho consolidato la sensazione che potevo essere me stesso, musicalmente soprattutto, ma anche nella vita di tutti i giorni.

La prima foto che ho visto di Joe Bonamassa lo ritraeva mentre si esibiva con una chitarra acustica allo Stafford Center in Texas. Biondo, un po' sovrappeso, con gli occhiali, ancora oggi guardo questa foto e ci vedo una persona completamente diversa da quella che avrei imparato a conoscere...sono solo io che ho questa impressione?


PS Ho detto che tra i risultati della mia ricerca, la mia scelta si riduceva a due musicisti; l'altro era Mr John Mayer, che è un grande artista che scrive canzoni molto belle, ma che non mi ha mai particolarmente ispirato, per qualche ragione che solo la dea musica può sapere. 

martedì 5 aprile 2016

I 10 migliori bluesman di sempre ?

Abbiamo raccolto, girando per la rete, vari sondaggi e discussioni molto interessanti, ma anche un po' tutte uguali, riguardo alla presunta lista dei 10 musicisti blues migliori di sempre, ammesso che sia mai possibile stilare una lista del genere. In effetti, come sempre, noi tendiamo a prendere queste situazioni per quello che sono, cioè un momento buono per rispolverare vecchi vinili, e con la scusa della classifica, riascoltarli di nuovo. Abbiamo inoltre deciso di impreziosire la lista con delle citazioni ad opera, dove non espressamente indicato, degli stessi musicisti in questione.



1 - Robert Johnson
Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana. (Eric Clapton)


2 - BB King 
- "Hai letto cosa ha detto di te John Lennon, B?"
- "No, cosa ha detto?"
- "Che gli piacerebbe saper suonare la chitarra come BB King!"


3 -  Muddy Waters
Dalle parti di Clarksdale c'è un certo Muddy Waters che ha imparato da Little Robert e da me e mi dicono che è diventato un discreto musicista. (Alan Lomax)

4 - Buddy Guy
"Se senti i testi, parliamo di cose di tutti i giorni. I ricchi che vogliono tenere tutto per loro, i poveri che provano a fare un po' di soldi, e tutti quanti che hanno problemi con le mogli o con i mariti"


5 - Willie Dixon 
"Il Blues riguarda fatti di vita reale che vengono espressi attraverso le parole e la musica. C'è sentimento, ispirazione e comprensione"


6 - John Lee Hooker
"Quando ero a Detroit, ogni notte doppo il lavoro ero solito andare in questo bar, Apex Bar. Il barista mi chiamava sempre Boom Boom. Non ho mai capito perchè, ma mi ha sempre chiamato così!"


7 - Howlin' Wolf
"Il lavoro in fattoria è sempre stato il mio business. Mais, bovini, soia. I semi di soia fruttano parecchi soldi"


8 - Albert King
"Non so leggere, non sono capace a scrivere. Tutta la mia vita è stata una grande battaglia!"


9 - Blind Lemon Jefferson
"Ho amato il blues sin da quando mia madre mi portava in chiesa ed ascoltavo il gospel. Ma avevo una zia che aveva dei dischi meravigliosi, come quelli di Blind Lemon Jefferson" (BB King)


10 - Jimi Hendrix
"Avrei voluto ci fossero state delle chitarre elettriche in quei campi di cotone di una volta. Molte cose sarebbero andate meglio"


venerdì 1 aprile 2016

Recensione Blues Of Desperation di Luca Coccia

Il nuovo album di Joe Bonamassa inizia con 3 canzoni che volano via senza nemmeno lasciare il tempo di pensare troppo al blues, al rock o al giusto mix dei due generi che le compongono. 
Faccio quindi una pausa per scrivere perché l'impressione è quella di essere stato rapito e non riesco a buttare giù nemmeno una riga. Organizzo le idee, mi siedo, mentre la quarta traccia parte da sola come un segno del destino, costringendomi a riassumere in breve i miei primi pensieri. 
Ritrovo un Joe Bonamassa in grande forma, che guida in direzione del successo, come dimostra la repentina entrata in classifica  del suo ultimo lavoro. Con un tocco in meno di blues ed uno in più di rock...

THIS TRAIN: non c'era titolo migliore, si tratta veramente di un treno: ritmo, melodia e suono che travolgono, una corsa che non stanca. Voto:9
MOUNTAIN CLIMBING Il chitarrista è libero di sviluppare in maniera molto personale il sound più "Zeppeliano" del suo playing, ed è un bene! Voto: 8 
DRIVE il singolo che cresce ad ogni ascolto, e dopo vari tentativi colgo quelle sfumature affascinanti che inizialmente non percepivo. Rivalutare una canzone dopo vari ascolti o giorni, è una caratteristica di molti grandi pezzi composti dagli artisti migliori. Spesso è l'ascoltatore che deve preparare l'orecchio per qualcosa di nuovo o diverso.   Voto: 7,5
NO GOOD PLACE FOR THE LONELY, ci si abbandona al suono sensuale di uno slow blues, genere in cui Joe Bonamassa è un vero e proprio maestro. Indubbiamente un bel pezzo, forse un po' troppo prevedibile...ma ecco che questo sound rende tutto maledettamente magico e capisco che è giusto cosi! L'assolo finale meriterebbe un voto a parte, ma nel complesso... Voto 6,5
BLUES OF DESPERATION, la titletrack. C'è qualcosa di strano, una specie di ranocchia in sottofondo che mi coglie del tutto impreparato, atmosfere indianeggianti, melodie quasi malate. Eppure questa canzone funziona, il riff mette decisamente in chiaro chi è che comanda qui. Mi piace. Voto:7
THE VALLEY RUNS LOW, canzone più pacata, con un dolce controcanto femminile, chitarre acustiche e atmosfere celestiali. Amo questa canzone sin dal primo ascolto come si può amare un vento caldo quando ci accarezzail viso. Voto:7,5
YOU LEFT ME NOTHING BUT THE BILL AND THE BLUES gioca in casa per me; già dal titolo ha un posto nel mio cuore, la proporrei al governo come inno nazionale sicuro che in molti l'apprezzerebbero! E' un rock blues energico, un pezzo decisamente ballabile, con il suo rotolare lungo la strada che va dritta al punto: la musica è divertimento in fondo, e questo pezzo è il più divertente di tutto il disco (da notare l'imprecazione in sottofondo non appena i musicisti smettono di suonare !). Voto:8,5
DISTANT LONESOME TRAIN. Questa volta il treno è immerso in un'atmosfera quasi direi rabbiosa. Esce fuori un pezzo che speriamo possa essere uno dei cavalli di battaglia delle esibizioni dal vivo del prossimo tour.  Voto:7
HOW DEEP THIS RIVER RUNS Non è uno dei momenti migliori del nuovo disco, ma di sicuro una canzone molto godibile che conferma gli alti standard di questo nuovo lavoro in studio. In alcuni passaggi ricorda la canzone Different Shades Of Blue. Voto:6
LIVIN' EASY e WHAT I'VE KNOWN FOR A VERY LONG TIME pur essendo canzoni particolari che non hanno il compito di rappresentare il disco nella sua complessità, mi aiutano a delineare meglio le mie impressioni finali. La prima in particolare infatti, con un sax spesso protagonista, e un ritmo honky tonk di sottofondo, dimostra la voglia di Joe di non incatenarsi alla sua comfort zone e questo non lo dico solo io, ma lo confermano le numerose recensioni, tutte positive, che il disco sta riscuotendo dopo appena un paio di giorni dalla sua pubblicazione.  Voto:7 ad entrambe

RECENSIONE COMPLESSIVA DELL'ALBUM:
"Quello che ho sempre saputo" è che Joe Bonamassa non delude le aspettative con un disco fatto di canzoni che non cambieranno il mondo, ma che aiuteranno a capire i suoi ascoltatori che ci si può mettere in gioco, fare quello che si sa fare al meglio, senza adagiarsi su un binario prestabilito. E poi lavorare duro, sempre, con passione e dedizione. Con onestà. Mi piace il nuovo Joe Bonamassa, non è un musicista che puoi permetterti di dare per scontato, grazie alla sua personalità divertente, profonda, sensibile e forte allo stesso tempo. Come questo disco: fantastico! 
P.S. E' decisamente il miglior musicista dei miei tempi. Per me che non ho vissuto gli anni '60, '70, 80, Bonamassa è un legame con il passato, e un faro puntato verso il futuro. 
Recensione dell'album a cura di 
Luca Coccia 
(JBI, Olimpia, Music Festivals All Around The World)


Recensione Blues Of Desperation di Valentina Di Vito



THIS TRAIN: This Train è il brano d'apertura del disco. Con il suo ritmo sostenuto rappresenta un grande inizio per chi ascolta per la prima volta questo disco. La voce di Bonamassa è sempre al top e rimane uno degli elementi portanti all'interno delle sue canzoni, dopo ovviamente i suoi incredibili assoli, che anche su questa traccia non mancano. Voto 6,5

MOUNTAIN CLIMBING: Caratterizzata da un riff potente che sorregge l'intera canzone con un'energia tipica del sound Bonamassiano. Canzone che, a mio parere, raggiunge il top durante i live, mi piace pensarla come una scelta azzeccata per l'eventuale secondo singolo, poichè racchiude lo stile classico di Joe alla chitarra, ma allo stesso tempo è orecchiabile e radiofonica. Voto 7,5

DRIVE: è il singolo estratto dall'album. Non è una classica canzone alla Joe Bonamassa, ma è una canzone facilmente passabile per radio, come lo era ad esempio "Driving Towards The Daylight" del precedente omonimo album. Tuttavia, pur non essendo caratterizzata da riffoni potenti come Mountain Climbing, Drive è una scelta perfetta come singolo, poichè in questo modo Joe si rende accessibile ad un pubblico più vasto e non più solamente ai puristi del blues-rock. Voto 7,5

NO GOOD PLACE FOR THE LONELY: Giunti alla quarta traccia del disco, ci troviamo finalmente di fronte ad una classica canzone nel puro stile blueseggiante del Joe dei primi album. Impeccabile esecuzione chitarristica come sempre, e voce perfetta. Voto 7

BLUES OF DESPERATION: E' la canzone che dà il nome all'album. Atmosfere sinistre si legano a schitarrate epiche che la rendono una buona canzone, ma che non va oltre un simbolico 6. Quindi... Voto 6

THE VALLEY RUNS LOW: canzone leggera, quasi con un tocco country, è una canzone simile per stile a Drive. Voto 6,5


YOU LEFT ME NOTHIN' BUT THE BILL AND THE BLUES: arrivati oltre metà album, questa canzone esordisce con un bel ritmo sostenuto, come la canzone d'apertura This train. Voto 6,5

DISTANT LONESOME TRAIN: canzone potente, dove la voce calda e profonda di Joe dà una delle più belle dimostrazioni delle sue capacità. Un ritmo sostenuto caratterizza anche questa canzone, che riesce a guadagnarsi mezzo punto in più delle due precedenti. Voto 7

HOW DEEP THIS RIVER RUNS: Brano con ottime potenzialità, ottima interpretazione, ma che non prende il volo. Voto 5,5

LIVIN' EASY: Canzone in puro stile blues, decisamente godibile, eppure a mio parere non riesce ad avere quella scintilla che occorre per superare una comunque solida sufficienza. Voto 6

WHAT I'VE KNOWN FOR A VERY LONG TIME: Brano di conclusione dell'album, come le precedenti tre, secondo me non riesce abbastanza a sorprendere l'ascoltatore. L'album si apre con brani interessanti, ma via via perde sempre più presa e si trasforma in qualcosa di piacevole da sentire, ma che non arriva oltre la sufficenza. Voto 6

RECENSIONE COMPLESSIVA DELL'ALBUM:
Blues Of Desperation, dodicesimo album in studio del chitarrista americano Joe Bonamassa, è un album bello, ben realizzato, ben interpretato e molto curato per quanto riguarda il suono, la strumentazione utilizzata e la voce del nostro Joe, proprio come ci si aspetterebbe da lui. L'artista dimostra di essere tanto bravo a curare la realizzazione di un disco, quanto forse un pò meno bravo nel creare qualcosa di davvero nuovo e che colpisca l'ascoltatore. Questo si era già notato, a mio avviso, nel precedente album, Different Shades Of Blues, ma che qui diventa molto più evidente. Io, pur amando Joe alla follia, ammetto di non aver ricevuto quella carica e quell'energia che album come Blues Deluxe, Dust Bowl, Black Rock, The Ballad of John Henry, ma anche il più recente Driving Towards The Dayight mi avevano dato. E' un album che si merita un sei e mezzo, con un'ulteriore menzione negativa per quanto riguarda la copertina, che personalmente non ho trovato di mio gradimento. Concludo dicendo che capisco quanto può essere difficile dover inventare cose nuove, soprattutto per uno come Joe, che si è sempre distinto per la sua rielaborazione personale di brani di altri autori, più che per canzoni scritte da lui. Aspettiamo con impazienza il nuovo album, sperando che Joe stavolta tiri fuori la sua vena creativa e la esprima ai massimi livelli. 
Valentina Di Vito

Recensione dell'album a cura di 
Valentina Di Vito 
(JBI, Olimpia, Music Festivals All Around The World)


Bonamassa annuncia il suo ritiro alla fine del tour

Joe Bonamassa dice stop alla chitarra. "Dopo il tour di promozione di Blues Of Desperation ho intenzione di prendermi una lunga pausa a tempo indeterminato. Ho suonato ininterrottamente per gli ultimi 13-14 anni...credo che questo disco, che nasconde una dichiarazione d'intenti sin dal titolo, possa essere il giusto epilogo alla mia fortunata carriera" avrebbe confidato Joe al fidato amico e produttore Kevin Shirley, che nel caso proseguirebbe la sua carriera di produttore-imprenditore valutando l'opportunità di investire parte dei proventi derivanti dall'ultimo lavoro in studio per aprire una friggitoria sul Mississippi con il noto marchio "First April Fish".