venerdì 1 aprile 2016

Recensione Blues Of Desperation di Valentina Di Vito



THIS TRAIN: This Train è il brano d'apertura del disco. Con il suo ritmo sostenuto rappresenta un grande inizio per chi ascolta per la prima volta questo disco. La voce di Bonamassa è sempre al top e rimane uno degli elementi portanti all'interno delle sue canzoni, dopo ovviamente i suoi incredibili assoli, che anche su questa traccia non mancano. Voto 6,5

MOUNTAIN CLIMBING: Caratterizzata da un riff potente che sorregge l'intera canzone con un'energia tipica del sound Bonamassiano. Canzone che, a mio parere, raggiunge il top durante i live, mi piace pensarla come una scelta azzeccata per l'eventuale secondo singolo, poichè racchiude lo stile classico di Joe alla chitarra, ma allo stesso tempo è orecchiabile e radiofonica. Voto 7,5

DRIVE: è il singolo estratto dall'album. Non è una classica canzone alla Joe Bonamassa, ma è una canzone facilmente passabile per radio, come lo era ad esempio "Driving Towards The Daylight" del precedente omonimo album. Tuttavia, pur non essendo caratterizzata da riffoni potenti come Mountain Climbing, Drive è una scelta perfetta come singolo, poichè in questo modo Joe si rende accessibile ad un pubblico più vasto e non più solamente ai puristi del blues-rock. Voto 7,5

NO GOOD PLACE FOR THE LONELY: Giunti alla quarta traccia del disco, ci troviamo finalmente di fronte ad una classica canzone nel puro stile blueseggiante del Joe dei primi album. Impeccabile esecuzione chitarristica come sempre, e voce perfetta. Voto 7

BLUES OF DESPERATION: E' la canzone che dà il nome all'album. Atmosfere sinistre si legano a schitarrate epiche che la rendono una buona canzone, ma che non va oltre un simbolico 6. Quindi... Voto 6

THE VALLEY RUNS LOW: canzone leggera, quasi con un tocco country, è una canzone simile per stile a Drive. Voto 6,5


YOU LEFT ME NOTHIN' BUT THE BILL AND THE BLUES: arrivati oltre metà album, questa canzone esordisce con un bel ritmo sostenuto, come la canzone d'apertura This train. Voto 6,5

DISTANT LONESOME TRAIN: canzone potente, dove la voce calda e profonda di Joe dà una delle più belle dimostrazioni delle sue capacità. Un ritmo sostenuto caratterizza anche questa canzone, che riesce a guadagnarsi mezzo punto in più delle due precedenti. Voto 7

HOW DEEP THIS RIVER RUNS: Brano con ottime potenzialità, ottima interpretazione, ma che non prende il volo. Voto 5,5

LIVIN' EASY: Canzone in puro stile blues, decisamente godibile, eppure a mio parere non riesce ad avere quella scintilla che occorre per superare una comunque solida sufficienza. Voto 6

WHAT I'VE KNOWN FOR A VERY LONG TIME: Brano di conclusione dell'album, come le precedenti tre, secondo me non riesce abbastanza a sorprendere l'ascoltatore. L'album si apre con brani interessanti, ma via via perde sempre più presa e si trasforma in qualcosa di piacevole da sentire, ma che non arriva oltre la sufficenza. Voto 6

RECENSIONE COMPLESSIVA DELL'ALBUM:
Blues Of Desperation, dodicesimo album in studio del chitarrista americano Joe Bonamassa, è un album bello, ben realizzato, ben interpretato e molto curato per quanto riguarda il suono, la strumentazione utilizzata e la voce del nostro Joe, proprio come ci si aspetterebbe da lui. L'artista dimostra di essere tanto bravo a curare la realizzazione di un disco, quanto forse un pò meno bravo nel creare qualcosa di davvero nuovo e che colpisca l'ascoltatore. Questo si era già notato, a mio avviso, nel precedente album, Different Shades Of Blues, ma che qui diventa molto più evidente. Io, pur amando Joe alla follia, ammetto di non aver ricevuto quella carica e quell'energia che album come Blues Deluxe, Dust Bowl, Black Rock, The Ballad of John Henry, ma anche il più recente Driving Towards The Dayight mi avevano dato. E' un album che si merita un sei e mezzo, con un'ulteriore menzione negativa per quanto riguarda la copertina, che personalmente non ho trovato di mio gradimento. Concludo dicendo che capisco quanto può essere difficile dover inventare cose nuove, soprattutto per uno come Joe, che si è sempre distinto per la sua rielaborazione personale di brani di altri autori, più che per canzoni scritte da lui. Aspettiamo con impazienza il nuovo album, sperando che Joe stavolta tiri fuori la sua vena creativa e la esprima ai massimi livelli. 
Valentina Di Vito

Recensione dell'album a cura di 
Valentina Di Vito 
(JBI, Olimpia, Music Festivals All Around The World)


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