martedì 26 novembre 2013

Are You Experienced? Video e parole di Joe sul grande chitarrista di Seattle

Joe Bonamassa nella sua carriera ha reso omaggio a molti chitarristi. I suoi album sono spesso un mix letale di pezzi inediti e cover sapientemente reinterpretate con il linguaggio frutto delle più svariate influenze musicali che Joe ha saputo far confluire nel suo stile basato sempre su una tecnica decisamente fuori dal comune. L'ultima fatica discografica, ovvero i 4 Dvd del progetto intitolato "Tour de Force - Live in London", raccolgono più di 9 ore di musica e l'essenza del suo lavoro "on-stage" nei posti piccoli, medi, grandi e più spettacolari (vedi Royal Albert Hall). Quattro show mozzafiato arricchiti dalla varietà del materiale; si tratta di 4 serate, con 4 differenti scalette, per di più suonate con 4 differenti band.

Appartiene alla serata del Borderline del 26 Marzo il momento magico in cui Joe rende omaggio al suo eroe Jimi Hendrix, colui che fu fondamentale per tutto quello che venne dopo, ovviamente, anche per Joe Bonamassa. Colui che aldilà del mito, vanta tre anni di carriera ineguagliabili nella storia della musica e ancor di più in quella della chitarra in particolare. Jimi Hendrix non ha bisogno di presentazioni e nel caso in cui apparteniate alla schiera di persone che ancora non sanno chi era e per cosa viene ancora ricordato questo eroe della sei corde, beh, non conosco un buon medico cosi esperto da potervi aiutare. Ma in compenso di seguito c'è il video della versione di "Are You Experienced" ad opera di Joe Bonamassa, inserita nel dvd Tour De Force: Live in London dedicato alla serata al Borderline, in cui ad accompagnare Joe sul palco c'erano i musicisti Anton Fig (batteria) e Michael Rodes (basso).


Di seguito la parola a Joe Bonamassa, che ci parla di Hendrix e della sua musica.
"Oggigiorno un sacco di cose sembrano arrivate per "cambiare i giochi" o "le carte in tavola". Dalle macchine ibride agli smartphone, o per esempio i tablet che ormai possono sostituire anche i libri; a "cambiare le carte in tavola" è spesso qualche insensata diavoleria che finisce per essere obsoleta nel giro di un anno. A pensarci bene, in effetti, nella storia dei media moderni (musica, cinema, editoria) sono state davvero poche le cose che hanno mantenuto le promesse, ovvero che hanno davvero cambiato le carte in tavola. Un caso esemplare risale al 1967, quando la Reprise Records, l'etichetta di Frank Sinatra, pubblica Are You Experienced? album di un chitarrista di Seattle chiamato James Marshall Hendrix. Le carte in tavole cambiarono velocemente.

Grazie ad Eddie Kramer (sound engineering e produttore) e Chas Chandler (produttore), ogni chitarrista da New York a Londra finì per cercare la propria ispirazione nella scatoletta del fuzz, proprio come fece nel suo album di debutto l'ex militare della 52esima divisione airborn ed ex-chitarrista di Little Richard/Isley Brothers.
Era mostruoso. Insomma, "Move over Rover, let Jimi take over". Già questo vale il prezzo del biglietto. "Axis Bold as love" costituisce poi un seguito meno infuocato, ma più melodico.
Poi c'è "Jimi Electric Ladyland": semplcemente un altro pianeta. Io, da chitarrista, lo considero il migliore: "Non dimenticherò mai il momento in cui il suono di "Voodoo Chile" uscì dall'impianto McIntosh hi-fi blu cobalto di mio padre. L'organo Hammond di Steve Winwood richiama le atmosfere di un grande gospel e Jimi è infuocato. Ha cambiato il mio modo di vedere la musica. Ha cambiato il mio modo di suonare la chitarra.
Conclusione: la musica di oggi sarebbe davvero diversa e noiosa se non ci fosse stato Hendrix. Lui si che ha cambiato le carte in tavola. Non mi credete? Chiedetelo a Pete Townshend."
JOE B.
Canzoni di Hendrix preferite da Joe:
Spanish Castle Magic
Rainy Day Dream Away
Voodoo Child (Slight Return)

domenica 24 novembre 2013

Natale in blues per Joe Bonamassa

E' ormai diventata una sorta di tradizione per Joe Bonamassa onorare le feste natalizie eseguendo spassose versioni blues di alcuni classici senza tempo. Da domani la pagina facebook ufficiale di Joe Bonamassa dovrebbe pubblicare l link per scaricare n maniera gratuita la sua versione di Christmas Date Blues. Visitando il link qui sotto, potrete sentire in anteprima esclusiva la canzone in questione:
http://www.musicradar.com/news/guitars/joe-bonamassa-has-the-christmas-date-blues-song-premiere-588702




giovedì 21 novembre 2013

Date Tour Novembre-Dicembre 2013 USA

Il tour di Joe Bonamassa continua per tutto Novembre e metà Dicembre negli Stati Uniti; altri 14 concerti per Joe e il suo incredibile staff. Dopo l'ultima data del 14 Dicembre a San Diego, seguiranno molte date europee che lo porteranno, a Marzo, anche in Italia per due date, Milano (08/03) e Roma (10/03). Ecco le imminenti date negli USA:


Novembre

22 - Atlanta (Georgia) Fox Theatre
23 - Atlanta (Georgia) Fox Theatre
26 - New Orleans (Louisiana) The Saenger Theatre
27 - Houston (Texas)  Bayou Music Centre 
29 - Corpus Christi (Texas) American Bank Center
30 - Austin (Texas) Austin City Limits

Dicembre

3 - Lubbock (Texas) City Bank Auditorium
4 - Albuquerque (New Mexico) Kiva Auditorium at the Albuquerque Convention Center
6 - Oakland (California) Paramount Theatre
7 - Reno (Nevada) Reno Events Center
10 - Fresno (California) Warnor's Center for Performing Arts
12 - Santa Barbara (California) Arlington Theatre
13 - Los Angeles (California) Dolby Theatre
14 - San Diego (California) Valley View Casino Center


mercoledì 13 novembre 2013

Il Dio della chitarra ed una carriera costruita partendo dal blues

THE DAILY TIMES
Se vuoi che una cosa funzioni, fattela da solo: cosi recita un vecchio detto. 
Joe Bonamassa segue alla lettera questa filosofia. Ed è anche questa la ragione che lo ha spinto, per il suo ultimo tour che la scorsa settimana lo ha portato nell' East Tennessee, ad aprire lui stesso i suoi concerti.
Non perchè non riuscisse a trovare una band adeguata che aprisse i suoi concerti blues-rock. Joe vuole semplicemente regalare al pubblico due distinti lati musicali della sua personalità, come ha raccontato al The Daily Times di recente.

"Suoniamo per 45 minuti con il set acustico, poi facciamo una pausa di 15 minuti ed infine torniamo sul palco per 75 minuti con il set elettrico" dice. "Un anno e mezzo fa ho fatto una cosa simile, e si è rivelata essere una delle cose più belle e più di successo che abbiamo mai fatto, e così abbiamo deciso questo autunno, dal momento che facciamo questo genere di cose all'estero, di portare questo tipo di  spettacolo anche in  America. Penso che sarà davvero divertente, ed è qualcosa che non è mai stato fatto, almeno nell'ambito di questo genere."
Bonamassa ha sempre voluto oltrepassare i limiti musicali, sin da quando ha preso in mano la chitarra per la prima volta, probabilmente nello stesso periodo in cui riusciva a tener su la sua testa di neonato. E' letteralmente cresciuto con la musica; i suoi genitori hanno aperto un negozio di chitarre che gestiscono tutt'ora, così sin dall'età di sette anni, Bonamassa suonava le canzoni di Stevie Ray Vaughan e Jimi Hendrix, riproducendole perfettamente nota per nota. Ha aperto il concerto di B.B.King quando aveva 12 anni e ha fondato la band Bloodline nei primi anni novanta.
Ha iniziato la sua carriera da solista nel 2000, e sin dal suo secondo disco "So it's like that" (2002) è sempre presente nei primi posti della classifica blues di Billboard e continuerà ad esserci ad ogni suo nuovo album. La fusione tra elementi rock e il blues tradizionale, che è il suo genere preferito grazie anche a chitarristi inglesi come Jeff Beck, Jimmy Page e Eric Clapton, lo ha reso sin da subito degno di ammirazione, anche se c'è sempre qualcuno che guarda dall'alto verso il basso quello che fa.

"Quando fai bene quello che fai, diventi  una specie di bersaglio" dice. "Ero sull'aereo per tornare a casa da Warsaw (usa), due giorni fa, e leggevo un articolo in cui dicevano, per ben metà della pagina, che le mie influenze musicali erano semplicemente di basso livello. Beh, ho suonato in una blues band, in una acustica, ho suonato in una band hard rock, da solista e in una specie di Herbie Hancock funk band. Se queste sono cose di basso livello, non so che cos'altro fare!
Forse Country o Western? Devo suonare la polka ungherese? Il fatto è che io amo quello che faccio, e non penso che questo confonda le persone. Le persone che comprano sempre i miei dischi sanno perfettamente che sono eclettici."
Bonamassa è il tipo di artista che affronta qualsiasi progetto abbia i requisiti minimi per portarlo avanti; se ci sarà da divertirsi ed è una sfida, è fatta. Ecco perchè è sempre super impegnato, come indica la sua agenda: sta per far uscire quattro DVD di alcuni concerti tenuti a Londra la scorsa primavera, un altro DVD di un concerto con il suo gruppo funk (Rock Candy Funk Party) registrato a New York, e sta preparandosi per iniziare a lavorare al suo album solista, che sarà registrato all'inizio del prossimo anno,  nello studio di  Nashville.


Joe descrive il suo modo di lavorare come una "iperattività musicale" e i suoi fans, incantati dal suo virtuosismo e dalla sua musicalità, non rimangono mai a bocca asciutta. E a che punto è professionalmente?  Al crocevia di generi diversi, dimostrando un incredibile padronanza nel suonarli ed un'abilità con la chitarra elettrica che lo rende uno dei migliori chitarristi al mondo.
"Penso di essere bravo a far resuscitare generi di nicchia che erano finiti un pò nell'oblio" dice Bonamassa. "Niente di quello che faccio è originale; è una specie di eredità musicale, le canzoni che suoniamo provengono dalle canzoni che c'erano prima che nascessi. Noi suoniamo per il pubblico un pò più adulto; non ci sono trucchi, non ci sono traccie elaborate con i Pro Tools durante i concerti. E' un'esibizione live nel vero senso della parola, e penso che sia lì che noi prendiamo poi la maggior parte delle nostre idee.
Quando usi il blues come una base, è incredibile quanto puoi espanderti e accorpare diverse influenze musicali che molti puristi sostengono non abbiano niente a che fare col blues, ma nella mia contorta visione delle cose suonano bene, come ad esempio aggiungere un'atmosfera alla Herbie Hancock ad un blues puro e semplice. Possono sembrare diversi, ma il loro DNA è lo stesso"

lunedì 11 novembre 2013

Gibson Top 10 Blues guitarists

Quando Stevie Ray Vaughan morì nel 1990, lasciò un enorme vuoto nel mondo dei giovani musicisti blues. Nel corso degli ultimi vent'anni abbiamo visto emergere molti talentuosi chitarristi blues. Qui sono elencati dieci tra i più influenti chitarristi che si sono fatti avanti in questi vent'anni. Siete d'accordo con la classifica?



1- JOE BONAMASSA

Tra tutte le persone su questa lista, Joe Bonamassa è probabilmente il miglior chitarrista blues degli ultimi vent'anni. Bonamassa ha sempre suonato blues, sin da quando era un bambino, catturando l'attenzione di B.B.King quando aveva solo 12 anni.
Joe e il suo produttore Kevin Shirley hanno usato il modo di suonare del giovane chitarrista come un trampolino di lancio per sperimentare altri generi, tra cui l'heavy rock, come la hit del 2009 "The Ballad Of John Henry". Quando Joe si esibisce dal vivo, i suoi due numeri blues più d'impatto includono la cover di Jeff Beck "Blues Deluxe" e  l'acustica "Woke Up Dreaming"  che si protrae per anche dieci minuti con solo Bonamassa e la sua chitarra sul palco. E poi come non citare la cover di Gary Moore "Midnight Blues" realizzata con la sua Gibson Les Paul.

2- JOHN MAYER
Chi l'avrebbe detto che John Mayer sarebbe diventato un appassionato del blues quando apparve sulla scena musicale nel 2001 con il suo primo album "Room For Squares"? Molti fan hanno respinto John Mayer ritenendolo un altro dei soliti cantautori che mirano a infrangere i cuori delle teenagers.
Ma man mano che la sua carriera proseguiva divenne ovvio che si trattava di un vero bluesman, specialmente dopo la sua apparizione al Crossroad Guitar Festival di Eric Clapton nel 2004 dove come introduzione alla sua canzone "City Love" si esibì in ben 4 minuti di puro blues costruiti intorno al riff della canzone di Jimi Hendrix "Machine Gun". Parlando di Hendrix, Mayer si rapporta al blues nello stesso modo del celebre chitarrista, sfregando la nota fondamentale degli accordi con il pollice, abbellendo poi gli accordi come Hendrix in "Little Wing". Se non andate molto d'accordo con le stramberie blues di John Mayer, un buon punto di partenza per avvicinarsi a questo artista è l'album del John Mayer Trio "Try!" del 2005, dove Mayer suona al fianco del bassista Pino Palladino e del batterista Steve Jordan.



3- JACK WHITE
 Se ci fosse un purista del blues moderno, quello sarebbe Jack White. White usa veramente pochissimi effetti, prediligendo il vecchio stile la maggior parte delle volte. Il suo setup è poco più di una chitarra collegata ad un amplificatore, a parte un pedale fuzz di tanto in tanto o di qualche pitch shifters che usava spesso con i White Stripes. Può non sembrare così evidente al primo ascolto, ma i White Stripes sono essenzialmente una band blues.

Nel loro primo album hanno coverizzato il brano di Robert Johnson "Stop Breaking Down" così come la canzone folk "St.James Infirmary Blues". Una volta che hai ben presenti le loro radici blues, diventa ovvio che il blues è ciò che caratterizza tutti i loro lavori, ed anche tutto quello che ha fatto Jack White. Ad esempio, ascoltate l'eccellente "Will There Be Enough Water?" dall'album "Horehound", il primo album dei The Dead Weather.

4- ERIC GALES
Tra i chitarristi di questa lista, Eric Gales è stato il primo ad essersi fatto un nome da solo nei primi anni '90. La cosa probabilmente più interessante è che lui è un chitarrista destrimano che suona la chitarra da mancino. Il fratello di Gales è mancino, e così  ha semplicemente insegnato ad Eric a suonarla come la suonava lui.
Gales suona una chitarra per destrimani con le corde invertite.

5- DAN AUERBACH
Dan Aurebach e Patrick Carney dei Black Keys  hanno portato il blues su un altro livello. Il duo iniziò a suonare blues sin dalle loro prime tre registrazioni, meglio conosciute come l'EP Chulahoma, ma da allora sono andati avanti fino a modernizzare il loro concetto di blues. Forse il più grande contributo dei Black Keys è stato quello di aver introdotto i loro giovani fan alla tradizione blues che lì ispirò inizialmente.

6- DAVY KNOWLES
All'età di soli 25 anni, il cantante e chitarrista blues Davy Knowles proveniente dall'Isola di Man, ha già realizzato due album. L'ultimo dei quali, "Coming up For Air", è stato prodotto da Peter Frampton. Davy è stato in tour in tutti gli Stati Uniti, all'inizio facendo parte del trio Black Door Slam. Si è guadagnato l'attenzione di molti fan aprendo i concerti dei Chickenfoot nel loro tour americano del 2009. Davy suona il blues con la semplicità di chitarristi che hanno il doppio della sua età, basta ascoltare la sua cover di Blind Joe Reynolds "Outside Woman Blues" dal suo primo album "Roll Away", e la canzone "Riverbed" dall'album "Coming Up For Air".

7-KENNY WAYNE SHEPHERD
Shepherd realizzò il suo primo album Ledbetter Heigths nel 1995 quando aveva solo 18 anni. A parte una breve deviazione verso l'heavy rock con l'album "The Plac You're In" del 2004, Shepherd è sempre rimasto in ambito blues. Nel 2007 ha realizzato un CD/DVD intitolato "10 Days Out": Il Blues dalle strade meno conosciute dove ha viaggiato fino ad arrivare nel sud più estremo  alla ricerca di vecchi maestri del blues per poter registrare con loro. Un ascolto consigliato è la cover di Jimi Hendrix "Voodoo Child (Slight Return)" realizzata come B-side strumentale di "Blue On Black" nel 1997. Questa unione tra la versione di Hendrix e la cover di Stevie Ray Vaughan mostra chiaramente quali sono le due influenze di Shepherd.

8- DEREK TRUCKS
Pur non essendo semplicemente un chitarrista blues, Derek Trucks è presente in questa lista poichè molta della sua musica è profondamente radicata nel blues. Trucks indica alcuni tra i più grandi bluesman come B.B.King e John  Lee Hooker tra le sue principali influenze. Nel 2007 Trucks è stato invitato ad esibirsi al Crossroads Guitar Festival di Eric Clapton dove ha suonato con Johnny Winter, un bell'accoppiamento in quanto entrambi sono grandi chitarristi.

9- JONNY LANG
Jonny Lang divenne famoso nello stesso periodo di Kenny Wayne Shepherd. Il suo secondo album del 1997  "Lie To me" fu un enorme successo per Lang, quando aveva appena 16 anni. Gli diede l'opportunità di andare in tour con gli Aerosmith nel loro tour "Nine Lives". A parte il suo
abile stile arricchito col vibrato, la cosa più degna di nota riguardo Lang era la sua voce matura che sembrava più quella di un uomo sulla quarantina che quella di un teenager. Lang continuò con il blues anche sul suo terzo album Wander This World, con una stupenda traccia d'apertura "Still Rainin'", ma da allora in poi si è spostato più verso il soul e il gospel.

10- BEN HARPER
Proprio come Derek Trucks, lo stile di Ben Harper spazia attraverso molti generi, con il blues sempre come ispirazione di base. Nonostante sia un poli-strumentista, lo strumento principale di Harper rimane la chitarra acustica slide. Ascoltate canzoni come "Homeless Child", "Whipping Boy", e " I Want To Be Ready" per rendervi conto di quanto Harper abbia incorporato il blues nella sua musica.

domenica 10 novembre 2013

Un Joe Bonamassa super impegnato!

Il chitarrista e cantante blues-rock Joe Bonamassa non ha nessun problema ad accumulare impegni su impegni.
In soli tre anni ha sperimentato l'hard rock (Black Country Communion), il jazz-rock strumentale (Rock Candy Funk Party) e un R&B  vecchia scuola con la cantante Beth Hart.
Nel frattempo ha continuato la sua brillante carriera solista, che include quest'anno "An Acoustic Evening at The Vienna Opera House" e i suoi nuovi quattro DVD raggruppati nel cofanetto chiamato "Tour De Force: Live In London" realizzato in quattro diverse serate, in quattro location diverse, con altrettante diverse formazioni di musicisti.



" Credo che il fatto che mia madre non mi abbia dato il Ritalin (medicinale per problemi socio-psicologici), mi ha aiutato a mantenere questo ritmo nella mia carriera" Dice Bonamassa. "Il mio motto è sempre stato 'AGGIUNGI'- sia musicalmente, creativamente ma anche in generale. Non riesco a starmene seduto. Ma fa parte del divertimento,credo."
Il trentaseienne Bonamassa si esibirà al Roanoke Performing Arts Theatre venerdì sera, con uno show che riprodurrà l'ultimo DVD dei quattro raccolti nel cofanetto. Il DVD chiamato "Royal Albert Hall" vede Joe  aprire il concerto con i musicisti con cui ha registrato il DVD alla Vienna Opera House, per poi continuare con la sua band blues-rock.
Quella performance ha ispirato il tour che Bonamassa e le sue due band inizieranno questo mese.
" Il concerto alla Albert Hall è stato davvero una fantastica esperienza per tutti", dice Bonamassa al telefono il mese scorso." Penso che sia stato uno dei concerti più belli che abbia mai fatto nella mia vita, ed è una cosa che dev'essere sottolineata perchè ne abbiamo fatti parecchi piuttosto belli. Ma questo era totalmente su un altro livello."



Le cose sono abbastanza lontane dalla paura che aveva Joe mentre si preparava per il concerto di Vienna, dove aveva con sè una band che includeva un violino, un mandolino, percussioni  e altri strumenti che suonavano un mix di brani originali come "The Ballad Of John Henry" e di cover come "Stones in my Passway" di Robert Johnson.
" Ero davvero molto preoccupato che sarebbe stato un fiasco totale, che tutti l'avrebbero odiato e che sarebbe stato lo show che avrebbe rovinato la mia carriera," dice. " Quello che invece accadde fu il contrario, cioè che questi arrangiamenti avevano dato quel tocco in più che non c'era. Togliendo i lunghi  soli di chitarra ciò che veniva a galla era che c'erano diverse canzoni dietro i soli".
Ricreare la formazione di Vienna e quella blues-rock della Albert Hall ha spinto Bonamassa a portare in giro lo spettacolo dove essenzialmente è Bonamassa che apre il concerto a Bonamassa.
" E' una cosa narcisistica? Sì", scherza, e con voce arrogante aggiunge " Non riuscivo a trovare un modo adatto per aprire il concerto, così ho deciso di fare tutto da solo.
Ma, a essere sinceri, è il modo migliore di offrire ai fans la più bella notte di musica possibile, se sono dei fan  che amano vedermi al lavoro, e poi è per fare qualcosa che secondo la mia opinione e secondo le mie conoscenze, o la mancanza di conoscenze, non è ancora mai stata fatta.
E' una cosa che si aggiunge allo spettacolo".

sabato 9 novembre 2013

Richmond e Fayetteville: intervista prima degli show

Il chitarrista Joe Bonamassa e la libertà di spaziare tra il blues il jazz e il rock 
In un'epoca in cui il termine "guitar hero" viene indifferentemente utilizzato per riferirsi sia ad un musicista che ad un gioco, il chiatarrista Joe Bonamassa riflette su quello che significa per lui questo termine.
"Clapton. Hendrix. Paul Kossoff o Rory Gallagher. Quelli sono guitar hero. Persone che sono state venerate e che continuano ad esserlo."
Riflettendo sul suo percorso, dai concerti di apertura per BB King a 12 anni fino alla Royal Albert Hall, con Clapton come ospite nel 2009, avrà mai pensato Bonamassa di essere sul punto di rivestire quel ruolo, quello del guitar hero, per alcuni dei suoi fans?
"E' molto difficile per me da dire, ed è anche molto difficile da accettare, perchè sono solo un vero fanatico della chitarra, e mi ritengo molto fortunato" dice Bonamassa, che ci parla da Nashville, Tenn. "Non sono mai stato abituato a ricevere attenzioni."
Dopo aver ricevuto la sua prima chitarra da sua padre praticamente ai tempi dell'asilo, il suo miglioramento in campo musicale è stato rapido e sorprendente. Dagli inizi da adolescente nella band  Bloodline con il figlio di Miles Davis, Robby Krieger e Berry Oakley, è passato ad una carriera solista che lo ha portato a diventare un pluripremiato musicista blues ma anche un chitarrista con una forte propensione per le variazioni.
"Faccio dei concerti jazz tre o quattro volte all'anno con i Rock Candy Funk Party," spiega Bonamassa. "Ho suonato nella band hard rock dei Black Country Communion. Faccio blues. Il mio show comprende molte cose, dal blues all'hard rock. Mi piacciono tutti i tipi di musica. Questo è il bello di essere un'artista solista, non hai dei ruoli prestabiliti e non devi chiedere il permesso a nessuno. La libertà è bella. E credo sia questo che mi differenzia da molte altre persone: che non sono solo un artista blues. Sono un musicista eclettico. Ovviamente tutto parte dal blues, ma non è certo l'unica cosa che facciamo per tutto il tempo."
Per il concerto di Richmond, Bonamassa aprirà il suo concerto da sè, suonando cosi con due band in un'unica serata . "Abbiamo una band acustica con cui ci siamo esibiti a Vienna (Austria), e poi ci sarà la band in elettrico come sempre. 45 minuti in acusico, e poi il set in elettrico, sarà divertente. E' qualcosa che se mai è stato fatta, non si vedeva più da un pò di tempo ormai."


Joe Bonamassa in concerto al Crown Theatre, il 10 Novembre
Joe Bonamassa scherzando ha detto di tenere a portata di mano la domanda di iscrizione per un'università online, nel caso tutta la questiona riguardante il "Dio del blues" non dovesse più funzionare. E' molto poco probabile che avrà bisogno di quel modulo. A 36 anni, Bonamassa ha alle spalle una solida carriera che inizia quando ne aveva solo 11. Da allora, si è allenato con i licks di chitarra con artisti del calibro di BB King, Eric Clapton e Stephen Stills. Inoltre ha pubblicato più di una dozzina di album, incluso l'ultimo "Driving Towards the Daylight." Bonamassa si esibirà alle ore 20, domenica al Crown Theatre. Joe Bonamassa, nato a New Hartford, New York, ha iniziato a prendere in mano la chitarra quando aveva solo 4 anni. Migliorando velocemente, ha imparato le canzoni di Stevie Ray Vaughan e di Jimi Hendrix che ascoltava sullo stereo dei suoi genitori. Abbastanza presto, cominciò a padroneggiare vari stili, spaziando dal jazz alla polka. A 12 anni, Bonamassa sale sul palco con BB King. Un paio di anni dopo fonda il gruppo dei Bloodline con i rispettivi figli di Berry Oakley, bassista degli Allman Brothers, la legenda del jazz Miles Davis e il chitarrista dei Doors, Robby Krieger. Nel 2000, Bonamassa pubblica l'album che sancisce il suo debutto solista, "A new day yesterday." Da allora svariate volte ha scalato le classifiche blues fino alle prime posizioni. Di seguito gli estratti della conversazione telefonica per Weekender dalla sua casa di Los Angeles dove sono iniziate le prove per il suo ultimo tour.


WEEKENDER: E' vero che hai inizato a suonare a 4 o 5 anni?
JB: A 4 anni. Suono da 32 anni. Mio padre suonava, era un musicista. Mio nonno era un musicista, il mio bisnonno era un musicista. Appartengo alla quarta generazione dei Bonamassa che si sono guadagnati da vivere con la musica, cosa molto rara.

WEEKENDER: Cosa credi ti abbia spinto ad iniziare a suonare la chitarra cosi presto?
Bonamassa: Amo la chitarra e amo la musica. Mi piace collezionare chitarre. Amo parlare di chitarre. La mia intera vita è fatta di chitarre. Ho avuto fortuna in questo. E' stato come un dono e cerco di sfruttarlo al meglio.

WEEKENDER: Aprivi i concerti di BB King a 12 anni. Come è stata quell'esperienza?
BONAMASSA: E' stato divertente farlo. Non credo di aver colto la grandezza della cosa, all'epoca. Ho suonato con BB King, ho fatto delle jam con lui, il che è pazzesco. King per me è un vero mentore, oltre che un vero amico. E' stato molto generoso sul palco e con i suoi consigli. E' davvero bello sapere che BB King è un tuo amico.

WEEKENDER: Utilizzi parecchi stili diversi nel suonare. Quale preferisci di più?
BONAMASSA: Il blues è la base di partenza. Ma per me, la musica è un linguaggio universale. puoi suonare qualsiasi cosa. Non ci sono regole. Chi fa le regole? E perchè bisognerebbe preoccuparsene?

WEEKENDER: Chi sono i tuoi eroi della chitarra?
BONAMASSA: BB King è uno. Paul Kossoff, Eric Clapton, Eric Johnson. Direi anche Jeff Beck, Peter Green, Ry Cooder.

WEEKENDER: Credi che il blues possa mai avere la stessa diffusione che aveva negli anni '60 con Clapton e altri?
BONAMASSA: Chi può saperlo? Vado in Europa e in alcuni posti in america e suono nelle arene. C'è  diffusione in larga scala per tizi come John Mayer. Sei al centro, e aggiungi influenze che sono leggermente differenti dal vecchio blues. E' tutto basato sul blues, ma non è blues classico. C'è davvero una linea sottile. Se vuoi avere un pubblico più grande, devi amalgamare più cose diverse.

WEEKENDER: Qual'è stato finora il punto più alto della tua carriera?
BONAMASSA: E' difficile sceglierne uno. Penso che già il fatto di essere stato in grado di vivere con la musica per 25 anni sia fantastico.

WEEKENDER: Cosa deve aspettarsi la gente dal tuo show di Fayetteville?
BONAMASSA: Iniziamo con 45 minuti di set acustico, poi ci sarà una breve pausa di 15 minuti, dopodichè 75 minuti di chitarra elettrica. Questo è il piano. E' più o meno come aprire i concerti per me stesso.

WEEKENDER: Cosa hai in programma per il futuro?
BONAMASSA: Probabilmente farò un album nuovo a Gennaio. Abbiamo già parecchie date per il 2014. Con un pò di fortuna, sarà il ventiseiesimo anno di lavoro retribuito.