domenica 26 gennaio 2014

I 60 anni della Fender Stratocaster (parte terza)

Alcuni protagonisti degli anni 80 per raccontarvi in breve alcuni momenti della storia musicale che rimarrà per sempre impressa nella nostra mente, grazie soprattutto allo strumento con cui tale storia è stata scritta, o meglio, suonata!


1983
E' l'anno dell'album Let's Dance del cantautore britannico David Bowie. Let's Dance rappresenta il punto di inizio della carriera di un grandissimo chitarrista texano: Stevie Ray Vaughan. Milioni di fans in tutto il mondo ascoltano per la prima volta il suo tocco ed il suo virtuosismo, due caratteristiche uniche che rendono Stevie Ray Vaughan e la sua chitarra, un fenomeno ed un talento unico consolidato poi negli anni, nel mondo del blues.


1983
Il 1983 è anche l'anno di 90125 degli Yes in cui il chitarrista sudafricano Trevor Rabin usa la sua Strat '62, soprattutto per il sorprendente assolo nella hit numero uno "Owner of a Lonely Heart."


1984
Nel Marzo del 1984 con Rising Force debutta il chitarrista svedese Yngwie Malmsteen, virtuoso della Stratocaster. Questo album diventa la quintessenza del metal neoclassico. 


1987
Nel mese di Marzo gli U2 pubblicano il loro quinto album The Joshua Tree. Con la sua Stratocaster dal suono cinematografico, l'album rappresenta una grande prova per il chitarrista The Edge, soprattutto nei brani storici quali "With or Without You", "I Still Haven't Found What I'm Looking For", "In God's Country" e l'epica "Where the Streets Have No Name". 



Link riassuntivi delle parti precedenti (copia e incolla l'Url nella barra degli indirizzi web):
-I 60 anni della Fender Stratocaster (parte prima):
http://joebonamassaitalia.blogspot.it/2014/01/i-60-anni-della-fender-stratocaster_18.html

-I 60 anni della Fender Stratocaster (parte seconda)
http://joebonamassaitalia.blogspot.it/2014/01/i-60-anni-della-fender-stratocaster_18.html


mercoledì 22 gennaio 2014

36 anni di età, 25 di carriera: intervista con Joe Bonamassa


Joe Bonamassa è il migliore chitarrista di cui potresti non aver mai sentito parlare: e a lui va bene cosi. 


Un chitarrista rock blues non-classico, Bonamassa vanta all'attivo ben 30 album tra studio, live, e dischi di collaborazione. Ha aperto i concerti di BB King a 12 anni, ha registrato il tutto esaurito alla Royal Albert Hall nel 2009, ed ha condiviso il palco con il suo eroe Eric Clapton. Nonostante ciò viene riconosciuto a fatica perfino nei suoi meet-and-greet, gli incontri con i fans. Sta al gioco con la sua decisa autoironia; l'adesivo con su scritto "Bona-who?" fa parte del suo merchandising. "Alcuni lo prendono alla lettera, altri pensano sia il mio ego" dice Joe "Ma chi mi conosce, conosce anche le battute scadenti. Sono gratis ad ogni concerto".
Anche se la sua recente collaborazione con Beth Hart, che ha ricevuto una nomination ai Grammy, sta per cambiare tutto questo, Bonamassa preferisce stare a casa sua a vedere Storage Wars piuttosto che sfilare sul tappeto rosso. Fa quello che fa per un motivo: è innamorato perso della chitarra.
Abbiamo incontrato per pochi minuti Joe Bonamassa prima del suo concerto al Dolby Theatre di venerdi sera e della consegna del riconoscimento della RIIA che ha conferito il disco di platino al dvd Live at the Royal Albert Hall. Per uno come lui, residente a Los Angeles che si definisce "un vero fanatico della chitarra in una città di celebrità", è ironico che abbia suonato nella sede degli Academy Awards.

Prima una nomination ai Grammy. Poi, un disco di platino dalla RIAA. Cosa ne pensi di tutto questo?
JB: Abbiamo fatto solo sedici album, otto o nove dvd. Onestamente, sono più contento per Beth Hart. E' ancora terribilmente sottovalutata. Io sono un indipendente. Mi nascondo nell'ombra del music business. Promuoviamo da soli i nostri show. Non abbiamo un agente. Abbiamo la nostra casa discografica. Ci organizziamo i tour da soli. La cosa più comune al music business che abbiamo è Michael Jensen, con la sua azienda pubblicitaria. Anche la distribuzione è nostra. Quindi, sono più contento per Beth Hart. Probabilmente non vinceremo, ma il fatto che molta gente si accorgerà del disco è una grande cosa.

- Come definiresti il tuo suono?
JB: E' una combinazione di tutte le mie influenze che vanno dal rock classico al blues, dalla musica acustica, Americana, British blues ed heavy metal. La gente che compra i miei cd sa che può trovarci qualsiasi cosa: un pezzo country, qualcosa di rock molto duro, oppure un Chicago shuffle 12 accordi con una sezione di fiati. Tutto messo insieme in qualche modo. Non so come puoi chiamarlo. E' "blueseggiante" ma non è blues nel senso tradizionale. Neanche ci si avvicina.

- Quando hai condiviso il palco di una Royal Albert Hall sold-out, ti sei sentito come se fossi "arrivato"? Ti sei mai sentito come se fossi "arrivato"?
JB: Mi identifico molto di più con il British blues. Posso camminare in qualsiasi strada a qualsiasi ora, ovunque, e nessuno mi riconoscerà. Mi presento anche ai miei meet-and-greet e mi ritrovo a stringere la mano a persone che dicono "Quando arriva Joe?" Credo di essere ben conosciuto da un certo tipo di persone. Non mi interessano le hit. Non mi interessano i video. Non mi interessano i premi e lo spettacolo. Tutte cose che vanno e vengono. Ho passato 25 anni a costruire le fondamenta di qualcosa basato sul duro lavoro. Quest'anno abbiamo fatto 99 concerti in 237 giorni in tutto il mondo. Abbiamo fatto sold-out in un luogo a Mosca con 6000 posti. Abbiamo suonato nelle arene in Europa. Abbiamo in programma di suonare alle Red Rocks l'anno prossimo. La gente dice "Chi è quel tizio?" mi piace.

- Dopo cosi tanti album, DVD live e collaborazioni, sei comunque conosciuto per lo più da un certo sottogruppo di appassionati di musica. Preferisci che sia cosi?
JB: Siamo la QVC della musica. (*Quality, Value, Convenience). Eric Clapton è il nostro limite massimo di riferimento. Se vai a vedere Eric Clapton, sentirai del blues. Sentirai i pezzi forti. Alcune persone ci vanno solo per sentire "Wonderful Tonight", "Cocaine", e "Layla". Anche se la maggior parte del concerto di Clapton è tutto blues. (Il mio socio d'affari) Roy ed io ci siamo guardati ed abbiamo detto "Ci sono 15000 persone qui. Ci sono quindicimila persone in questo mercato che hanno voglia di uscire un giovedi sera e pagare per vedere un concerto blues rock. Dobbiamo trovare queste persone." Non sto cercando di trovare dei tredicenni fans di Justin Bieber.

- Credi che la generazione più giovane e il rock moderno abbiano perso il contatto con le origini?
Non con i Black Keys, Jack White e i White Stripes. Ce ne sono anche altri. Credo che la musica che questi ragazzi stanno facendo sia incredibile; ad essere sinceri, è più blues tradizionale rispetto a ciò che faccio io. Il fatto che loro riescano a trovare un pubblico da arena mi dà speranza perchè i ragazzi a cui piace il rock li amano. L'incoraggiamento che vorrei dare è che se sai suonare, suona. Ascolta i dischi di King Cole. Ascolta i dischi di Ray Charles. Ascolta la loro perfetta intonazione. I fiati, le seconde voci: era tutto diretto su disco. Sembro un vecchio rompiscatole perchè praticamente è quello che sono. Non c'è una generazione, incluso me, che possa competere con questi uomini e queste donne come ad esempio Ella Fitzgerald. Sono pericolosi i grandi aiuti che hanno oggi i musicisti.

- Crescendo, hai suonato con gente come BB King. Cosa ti ha insegnato quell'esperienza a quell'età?
JB: BB diceva sempre "Continua a fare quello che fai. Fa attenzione ai tuoi soldi." BB è un businessman ed un sopravvissuto. Se continui a crederci, il risultato arriverà. Magari non quando vorresti, come nel mio caso, ma meglio tardi che mai. Noi abbiamo continuato a sfornare disco dopo disco dopo disco ancora, e nessuno li ascoltava. Poi ad un tratto, ricevi qualche spinta nella giusta direzione. Fondamentalmente, quel concerto, il disco di platino che è li vicino, è stato il precipizio dopo la spinta.

- Consideri quel momento come uno spartiacque nella tua carriera?
JB: Assolutamente si. E' stato il momento "o la va o la spacca". Se fosse stata una cosa media, o un fallimento, non staremmo nemmeno facendo questa conversazione adesso. Ma dopo che è successo, è diventata una linea di partenza. Poi dici "Ok, inizia ad essere interessante." Ed inizia il vero lavoro.

- A questo punto della tua carriera, che orizzonti musicali vorresti raggiungere?
JB: Non credo di avere un suono definitivo ancora. Credo sia un suono amalgamato di diverse persone. Non ho una "Layla". Ho alcune canzoni che se non le suonassi la gente non sarebbe soddisfatta, ma niente di sconvolgente. Devo darmi da fare e cominciare a scrivere.

- Quando incontri per la prima volta dei fans, di cosa ti piace parlare?
JB: sono felice quando la gente viene da me, ma -so che è strano dirlo in una città basata sullo spettacolo- non mi piace molto fare le foto. Amo la chitarra. Ringrazio il cielo per l'opportunità che ho di vivere suonando la chitarra. Mi piace parlare con la gente in strada di cose che riguardano il suonare la chitarra. Non sono il tipo che entra nella stanza con la voglia di farsi notare.

- Ti vedremo entrare di nascosto dalla porta sul retro per evitare il tappeto rosso?
JB: Non ci andrò. Beth ci andrà. Io voglio stare a casa a guardare Storage Wars. Sono un vero fanatico della chitarra in una città basta sulla celebrità. Tutto questo è solo una scusa per andare in giro per il paese a collezionare chitarre.




sabato 18 gennaio 2014

I 60 anni della Fender Stratocaster (parte2)

La Fender Stratocaster, nelle mani degli eroi della chitarra elettrica, ha scandito nel tempo la storia della musica. Il 1967 fu l'anno, tra tante altre cose, del Montrey Pop Festival in cui  la Experience di Jimi Hendrix diede vita ad una delle esibizioni più acclamate: nei 40 minuti del concerto Hendrix sollecitò la sua Fender Stratocaster in un modo fino ad allora inaudito arrivando a mimarvi rapporti sessuali, suonandola con i denti, dietro la schiena, contro l'asta del microfono e contro l'amplificazione. Al termine dell'esibizione, per sottolineare la sua spasmodica necessità di estrarre nuove sonorità dallo strumento, le diede fuoco con del liquido per accendini e la distrusse contro palco ed amplificatori in una catarsi di feedbacks lancinanti.


Continuiamo questo viaggio con i video e le foto più significative, ripartendo dagli anni '70. 

1970

La passione per la Fender Stratocaster da parte di Eric Clapton si fece più intensa a partire da quest'anno . Soprannominata "Brownie" la sua Stratocaster '56 fu protagonista del suo Ep di debutto solista nonchè del disco dei Derek & The Dominoes intitolato "Layla and other assorted songs"

1972
Esce l'album dei Deep Purple "Machine Head" che contiene il singolo Smoke on the water, il pezzo diventerà famoso in tutto il mondo grazie anche a Ritchie Blacmore ed al suo riff, uno dei più celebri riff di chitarra mai eseguiti finora su una Stratocaster. 


"Nessun'altra chitarra al mondo può mai fare quello che fa una Stratocaster" Jeff Beck

1979
Trai i tanti assoli suonati da Gilmour con la sua Stratocaster, uno dei migliori è sicuramente quello di Comfortably Numb, presente in questo disco, The Wall, capolavoro dei Pink Floyd. La sua bellezza ed espressività è spiazzante e decisamente uno dei momenti più alti mai raggiunti grazie al suono di una Stratocaster. 

giovedì 16 gennaio 2014

I 60 anni della Fender Stratocaster (parte prima)

La Fender Musical Instruments Corporation è uno dei più famosi marchi nel mondo dei costruttori di chitarre, bassi elettrici ed amplificatori, fondata nel 1946 da Leo Fender.
La sua sede principale è situata a Scottsdale, Arizona ed i principali siti di produzione si trovano in California, Messico, Giappone, Corea e Cina dove sono prodotti gli strumenti della serie Squier e della nuova gamma "Fender Modern Player".
Fender ricopre un ruolo importante per la sua produzione di strumenti musicali a prezzi accessibili. La sua idea era quella di colmare la distanza creatasi dalla difficoltà di poter reperire buoni strumenti musicali a basso costo con il suo innovativo progetto che si prestava ad una realizzazione industriale di serie. Le campagne di comunicazione dell'epoca puntavano tutto sul fatto che questi strumenti erano facilmente trasportabili e poco ingombranti, specie le chitarre basso che andavano a sostituire gli enormi contrabbassi, oltre che economici e affidabili e con un sound moderno che ha aperto le porte della musica a migliaia di giovani musicisti in erba. Nel 2014 il modello Fender Stratocaster compie 60 anni. Sei decadi di grande storia che ripercorriamo brevemente soffermandoci solo su alcuni degli innumerevoli momenti che hanno scandito non solo la vita degli appassionati ma anche quella della storia del rock.


1954
Fender presenta una nuova chitarra con tre microfoni, corpo sagomato confortevole, elegante finitura sunburst e un ponte con vibrato, ingegnoso ed efficace.

1957
Esce il singolo "That'll be the day" dei Crickets. Molti vedono per la prima volta la Stratocaster all'Ed Sullivan Show, il leader e chitarrista occhialuto è Buddy Holly.

1962
La Stratocaster cavalca l'onda della surf music strumentale, esce quest'anno l'album di debutto dei Beach Boys "Surfin' Safari"...

...nello stesso anno Dick Dale pubblica il primo album che contiene l'esotica composizione Misirlou.

1965
Nel 1965 Bob Dylan suona a Newport. I puristi del festival folk sono storditi quando Dylan appare con una Stratocaster, e viene spinto a suon di fischi giù dal palco. Ritorna poco dopo per un set acustico solista, ma ormai la storia è già stata scritta. 


Sempre nello stesso anno la Stratocaster appare in un disco dei Beatles, nella canzone Ticket to Ride.



1967
Esce il singolo di Jimi Hendrix Purple Haze, nato quasi per caso nel backstage dell'Upper Cut Club ed originariamente intitolata "Purple Haze, Jesus Saves"


mercoledì 15 gennaio 2014

Dieci artisti blues da tenere d'occhio nel 2014

Ogni giorno nuovi artisti lottano per poter essere considerati come i nuovi Joe Bonamassa, e chi non vorrebbe essere il prossimo Joe Bonamassa (detto spudoratamente) ?
Abbiamo cercato in lungo e in largo alcuni di loro che proveranno ancora di più quest'anno a guadagnarsi il loro posto nella storia. Ecco la top 10 degli artisti blues da ascoltare nel 2014.

- LARRY LAMPKIN   
artisti simili: BB King

- DOYLE BRAMHALL II 
 artisti simili: Eric Clapton

- ROYAL RITHMAIRES 
 artisti simili: 40's, 50's Blues

-  JASON HELMORE & HOODOO WITCH  
artisti simili: Stevie Ray Vaughan

-  JOANNE SHAW TAYLOR  
artisti simili: Annie Lennox

- OLI BROWN 
artisti simili: Jimi Hendrix

- KENNY WAYNE SHEPHERD 
artisti simili: Jimi Hendrix

- JIMMY BOWSKILL 
 artisti simili: Robert Johnson

- NORTH MISSISSIPPI ALLSTAR  
artisti simili: Muddy Waters

- GARY CLARK JR.  
artisti simili: John Mayer


martedì 14 gennaio 2014

International Festival Blues da non perdere nel 2014

Un nuovo anno è un nuovo inizio ed il migliore modo per iniziare è quello di immergersi nella buona musica. Potreste trovare un nuovo artista blues di cui innamorarvi, o incrementare la passione per qualche vostro artista preferito già affermato, oppure semplicemente imparare nuove cose su questo fantastico genere musicale.
Senza dubbio il live rappresenta la forma migliore per ascoltare musica ed i festival musicali soddisfano l'esigenza degli appassionati per l'arco di un'intera giornata. Per aiutarvi ad organizzare il vostro anno, abbiamo scovato alcuni Festival Blues intorno al mondo a cui non dovreste mancare.


16th Annual Coral Gables Bluefest
Coral Gables, Florida
dal 16 al 22 Gennaio
con la partecipazione di David Shelley & Bluestone, Biscuit Miller & the Mix, Joey Gilmore and the Lowdown 13...

Blues at the Briars
Mt Martha, Victoria, Australia
1 Febbraio
Sammy Owen Blues Band, Mama Blue& Son, Chris Finnen Band e Mike Erlington Band

Saskatoon Blues Festival 
Saskatoon, Saskatchewan, Canada
dal 24 Febbraio al 2 Marzo
Back Alley Blues Band, Monkey Junk, Debbie Davis e David Jacobs Strain


Phoenix Blues Blast
Phoenix, Arizona
8 Marzo
Samantha Fish, Leon J & Juke Joint, Hans Olson e Mike Eldred Trio


10th HRH Blues
Galles del Nord, Uk
dal 20 al 22 Marzo
Jo Harman, Dr Feelgood, Harry Manx e Lucy Zirins


27th Annual Bayou & Blues Festival
Long Beach, California
Giugno 21-22

Peter Tork & Shoe Suede Blues, Big J McNeely, Ray Goren and Bernie Pearl









sabato 11 gennaio 2014

La pace interiore - Intervista a Beth Hart

In Rock è un magazine di informazione musicale in lingua russa. Il magazine tratta vari generi musicali con mente aperta ed incline alle novità tanto quanto la musica dei decenni storici, a partire dagli anni sessanta, indipendentemente dalle mode e dai trend del momento. La giornalista di In Rock ha incontrato Beth Hart in occasione del festival francese "Guitar En Scene", e la descrive "affascinante nella vita reale cosi come nella sua musica". Beth ha parlato della sua vita e della sua bellissima musica.
[Tenete presente che l'intervista è stata pubblicata nel periodo dell'estate 2012. L'album Bang Bang Boom Boom è uscito ad Ottobre (9 Ottobre 2012).]
Buona lettura! 


Per Beth è importante stringere un rapporto di stretta confidenzialità con il suo pubblico, e non è forse quello a cui aspirano i grandi artisti? Bisogna dire che lei ci riesce davvero bene. Il suo album precedente, registrato con il ben noto chitarrista americano Joe Bonamassa, Don't Explain, è una raccolta di classici del soul e del blues, ed ha ottenuto il plauso della critica nonchè numerosi riconoscimenti. Il nuovo cd "Bang Bang Boom Boom" è uscito ad Ottobre. Siamo più che sicuri che replicherà il successo del precedente. Anche se questa volta non si tratta di cover, ma di materiale originale. Abbiamo chiacchierato con Beth di come l'album Don't Explain abbia cambiato la sua vita, dell'energia e dell'ispirazione per il nuovo album, ma anche di chi le da supporto in ogni momento e abbiamo parlato, ovviamente, del perchè il blues sembra essere la cura per l'amore. Incontriamo la sola ed unica: Beth Hart !


Vedere la tua esibizione al Guitar en Scene, e quella degli ZZ Top, era il mio obbiettivo speciale per questo festival. E spero venga presto il giorno in cui tu verrai ad esibirti in Russia. Sarebbe grandioso se tu venissi con Joe Bonamassa oppure con la tua band!!!
BH: Oh, grazie! Grazie! Si, lo spero anche io! E credo che quest'anno o il prossimo anno accadrà davvero. Ho sentito tramite quelli della mia etichetta che in sei mesi o qualcosa del genere dovremmo venirci. E sarebbe davvero bello perchè sono mai stata in Russia.

Sei stata in Francia diverse volte, ma è la prima volta che suoni al Guitar En Scene, non è vero?
 BH: In questa città e in questo festival si; siamo stati più volte in Francia, è la prima volta dopo Don't Explain. E sono davvero contenta, perchè Joe mi aveva parlato di questo festival, ed io volevo suonare qui, chiunque vorrebbe suonare qui, ma nessuno dei miei dischi precedenti era veramente adatto a connettersi con lo spirito del posto finchè non è arrivato il disco con Bonamassa.

Qual'è stato il momento migliore per te oggi, quello in cui scatta qualcosa?
BH: Quando il pubblico mi dà quel sorrisetto che cerco, quel qualcosa che mi fa capire che qualcosa arriva, qualcosa che li colpisce in qualche modo; è quando accade, è un momento di pura magia! Credo che sia il momento tanto agognato da chiunque sia nella band, vogliamo davvero connetterci con le persone. Perchè se fosse una cosa del tipo: vogliamo solo suonare la nostra musica, allora potremmo farlo benissimo a casa, in un garage, ma noi vogliamo stabilire una connessione con la gente. E quando ci riusciamo, io mi sento come se non fossi da sola, nei miei pensieri, e nelle mie canzoni. E quando ci riesco per me è come se stessi creando qualcosa all'interno di una famiglia o in cerchio con degli amici.


Io credo che oggi ci sei riuscita davvero, ho veramente sentito questa connessione, stando tra il pubblico. é come se la gente comprendesse quanto sei aperta e sincera nelle tue canzoni. Per me personalmente quando hai cantato Chocolate Jesus è stato il momento magico.
BH: Oh, davvero, hai provato quella sensazione? Oh, fantastico, grazie! E si, io amo quella canzone, LA AMO!!!

Credi che la canterai con Tom Waits? 
BH: Oh mio Dio!!! Credo che se lo incontrassi, avrei un mancamento. No, davvero, perchè sono una sua grande, grandissima fan! Ho passato giornate intere a vedere i suoi video su youtube ed anche tutte le interviste. Tv show che ha fatto negli anni 70, 80 e 90 e quelli di ora. Non ne ho mai abbastanza della sua straordinarietà, è cosi speciale, onesto, wow!!!

Secondo me voi due insieme spacchereste davvero
BH: Oh, non sono sicura di piacergli, ma so di certo che mi piacerebbe tantissimo. Sarebbe fantastico!

Qual'è la tua canzone preferita di Don't Explain, la più speciale?
BH: Beh, probabilmente proprio Don't Explain. Credo sia una delle migliori canzoni mai scritte in assoluto.


Devo dirti che la prima volta che ti ho visto cantare quella canzone in un video, ho pianto...davvero...quindi in qualche modo capisco quello che intendi...e quello era un momento della mia vita in cui avevo bisogno di sentire qualcosa di forte e di bello come quella canzone. Ma è una canzone che parla di perdere una persona, della separazione e del dolore, ma allo stesso tempo trasmette tanta energia...l'amore è la fonte d'ispirazione del blues, o no?
BH: Si, ma è bellissimo. In termini di amore, beh, a volte le cose non devono per forza durare per sempre per essere considerate un successo. E sento sempre parlare le persone di amore come di qualcosa che è ancora in corso. Voglio dire potresti stare un'ora con una persona, ma ad un livello cosi profondo, cosi vicino, da cambiare per sempre la tua vita. Poi per qualche ragione finisce, ma si tratterebbe comunque di un successo, sarebbe comunque straordinario. Significa che oltre quello, c'è qualcosa di nuovo che ti aspetta, ed è eccitante.

Come è stato fare Don't Explain insieme a Joe Bonamassa, e come ti sei sentita dopo il successo di quel disco? 
BH:  Sai, mi ha cambiata! Perchè quando ho iniziato a fare musica, non quando ero piccola e avevo a che fare con la musica classica, ma quando ho iniziato a cantare, la musica che amavo era quella di Otis Redding e Aretha Franklin, Janis Joplin, ovviamente, e Billie Holiday, Ella Fritzgerald, Dinah Washington. Questa musica era cosi profonda! E amavo i cantautori come James Taylor e Carole King, amavo tantissimi artisti. Ma non c'era mercato per quel tipo di musica, ed io stavo cercando di ottenere un contratto discografico. Poi sono entrata in una band di rock molto duro, ma la band si sciolse ed io mi rifugiai profondamente nella scrittura delle canzoni. Ho avuto tanti momenti belli in questi anni, ma quando ho fatto il disco con Joe Bonamassa, siccome si trattava di un disco di cover, sono tornata alle mie origini e a tutti quegli artisti da cui mi ero un pò allontanata. Fu come se mi dissero: ok ora è il momento giusto per farlo. Cosi per il mio ultimo album che ho finito appena prima di venire in tour qui, e che esce ad ottobre, ho scritto questa musica con cui mi rispecchio di più. Credo sia per merito di Joe Bonamassa e di quell'album che è come se mi avesse detto: ok, vai qui.  E la reazione del pubblico a Don't Explain è stata del tipo: bene, c'è posto per questo tipo di musica. Quindi mi ha cambiata, capisci! Ora ho 40 anni e si sono aperte nuove direzioni per me, un nuovo mondo musicale, e nuovi tour ovviamente, ma il processo creativo è in cambiamento. E' davvero difficile, perchè mi sono mossa in una "zona di comfort" e, alla mia età, iniziare qualcosa di nuovo fa un pò paura, ma restare ferma dov'ero fa ancora più paura. E' molto impegnativo.


Quindi ad ottobre apriremo un nuovo album e un'altra porta sul tuo mondo interiore? Non vedo l'ora di sentirlo!
BH: Si, grazie mille! Bene, vedremo allora!

Possiamo avere qualche anticipazione sul nuovo album, sui momenti speciali durante la lavorazione?
E' stato molto diverso, specialmente dopo aver cantato cose scritte da persone come Billie Holiday. LA canzone Don't Explain mi ha ispirato molto nella stesura di un mio pezzo che si chiama "Love is the baddest blues" (intitolata Baddest Blues sul disco). E nelle strofe ci sono elementi del jazz, la melodia è ossessiva e poi nel ritornello diventa più riposata e più aggressiva, un mix interessante. Poi ci sono canzoni che ricordano alcune canzoni degli anni '40. C'è anche dello swing (come Swing my thing back) e non avevo mai scritto una canzone swing prima d'ora. C'è anche del gospel, che in precedenza avevo già fatto, ma è un gospel più ritmato. E' un mix eclettico. Beh, come Don't Explain.

Questo mette in mostra diversi aspetti di te stessa...
Si, credo, lo spero...ma è stato difficile, molto difficile. Ho scritto un sacco di canzoni. Ho scritto tanto insieme ad altri autori, ed è stato meraviglioso, ed ho anche scritto da sola. Alla fine avevo qualcosa come 50 canzoni di cui 39 completamente finite, e abbiamo dovuto scegliere. Quindi è stato difficile, ma ne è valsa la pena, penso sia un buon disco!

 E' qual'è stata la tua collaborazione preferita su questo, tipo la più speciale in termini di composizione di un pezzo?
BH: Mmm, mi piace molto scrivere con Juan Winans, con cui non avevo mai scritto prima. Fa parte dei Winans Family, che è una sorta di famiglia reale negli Usa per quello che riguarda il gospel. Il loro è il gospel per eccellenza, tutti grandi cantanti e autori affermati. Io ho scritto insieme a lui per la prima volta, è stato cosi spirituale e bello. Ci ha messo tutto il suo cuore e la sua gentilezza. Lui è molto giovane, ma molto rispettoso ed incoraggiante nei miei confronti ed abbiamo scritto una canzone sul mio amore per mio marito (With you everyday). In realtà viene da un detto francese. Non so come si dice in Francia, ma il significato è: Oggi ti amo più di ieri, ma ti amo meno di quanto ti amerò domani. Mi piace...


Tu sei molto espressiva sul palco e nelle tue canzoni, emani cosi tanta energia, cosa ti da la forza di affrontare la quotidianità, voglio dire, per esempio, cosa pensi quando ti svegli?
BH: Beh, a volte mi sveglio decisamente di buonumore, altre volte di pessimo umore, ma in questo momento della mia vita quando mi sveglio sono innanzitutto grata per avere vicino una persona come mio marito Scott. Lui è cosi dolce e sensibile, e divertente, mi sostiene ed è uno che lavora sodo. Crede davvero in me! A volte io sono molto inscura, penso di non essere abbastanza brava e cose simili, come molti, insomma. Ma lui è li e dice: "No! Sei brava abbastanza ed io credo in te! Fai un bel sorriso, alzati e vai ad esercitarti, mangia qualcosa di buono, prega e sii riconosciente! E vai a lavorare!" Quindi lui è spiritualmente importante nella mia vita. Il mio matrimonio è tutto per me, più importante di qualsiasi altra cosa. Ma quando vado a fare musica, spero sempre di continuare ad avere questo desiderio di esprimermi, mi si spezzerebbe il cuore se finisse, perchè mi piace molto.

Avendoti vista direi che non c'è pericolo che possa finire. E per molti hanni ha vissuto con l'etichetta che la gente ha voluto darti di essere la nuova Janis Joplin, ma dopo averti vista dal vivo sono convinta che tu sia completamente libera da quasiasi etichetta.
BH:  Grazie! E' molto importante sentirmi dire questo. Perchè senza ombra di dubbio amo Janis ed altre cantanti rock cosi piene di sentimento, ma in questo momento della mia vita sento che devo stare più nei miei panni. Mi piace molto questa frase che disse Miles Davis: "A volte ci vuole una vita per capire come essere se stessi". E per me è fonte d'ispirazione: wow, è cosi vero! PErchè quando cresciamo vogliamo sopravvivere e ci comportiamo in un modo o nell'altro, per andare avanti, per avere un'opportunità. Poi a un certo punto tiri giù la maschera e dici: sarò semplicemente me stessa!

Quindi a un certo punto non ti preoccupi più di quello che dice la gente, non permetti più loro di fare pressioni all'interno della tua vita, o no?
BH: Beh, mi importa sempre, sarei bugiarda a dire che non mi importa. Ma ora sento una pace interiore. Forse sto invecchiando e sono troppo stanca di provare ad essere qualcosa di diverso da quella che sono. E mi sento molto meglio a camminare dentro le mie scarpe.

giovedì 9 gennaio 2014

Intervista italiana RTL Joe Bonamassa

Per la prima volta, cari amici e fans della pagina, una radio italiana intervisterà Joe Bonamassa, il bluesman e chitarrista newyorkese che il 25 Febbraio riprenderà il tour europeo che lo porterà ad esibirsi in Italia l'8 e il 10 Marzo, a Milano e a Roma. L'intervista andrà in onda su RTL 102.5 Cool web radio, martedi 14 Gennaio alle ore 18 italiane, nel programma di Carlo Elli intitolato Music Pub. Siamo lieti di darvi questa notizia e di ringraziare il nostro amico Gio Pilato, che dopo ben due anni di impegno e innumerevoli email e telefonate, è riuscito ad ottenere un'intervista telefonica con Joe Bonamassa. Un grazie immenso quindi va a lui, alla sua tenacia e professionalità. L'intervista sarà doppiata in italiano e l' ora del programma, nel corso del quale verranno trasmesse anche cinque canzoni dell'artista, sarà interamente dedicata a Joe Bonamassa. Gio Pilato ringrazia inoltre Sergio Mancinelli che gli ha permesso di scoprire questo straordinario chitarrista rock-blues. Non ci resta che aspettare martedi 14 Gennaio alle ore 18, per goderci tutti insieme un'ora di sana radio e di musica ad alto volume!!!


domenica 5 gennaio 2014

Uno strano frutto - La storia di Strange Fruit, undicesima traccia di Seesaw.

Questa è una storia triste, ma vera ed autentica. Una storia di molto tempo fa e che io ho conosciuto attraverso la musica di Joe Bonamassa e Beth Hart. La canzone Strange Fruit è l'ultima traccia dell'album Seesaw.
Strange Fruit, lo strano frutto, è il corpo di un nero che penzola da un albero.
Billie Holiday la eseguì per la prima volta nel 1939 al Cafè Society, uno dei primi nightclub di New York che permetteva ai neri di entrare. Il proprietario era tanto un sostenitore dell'integrazione razziale quanto del buon jazz. Fu proprio il proprietario del Cafè Society, Barney Josephson, a mettere in contatto Billie Holiday con l'autore della canzone, Abel Meeropol.

Abel Meeropol, un uomo con una doppia storia straordinaria, una legata alla canzone Strange Fruit di cui è autore, l'altra all'adozione dei figli della prima coppia condannata a morire sulla sedia elettrica negli Stati Uniti, un argomento che non tratteremo in questo articolo, ma su cui è possibile trovare informazioni in rete.

Cafè Society "Il posto sbagliato per la gente giusta"
Abel Meeropol vide la foto del linciaggio di Thomas Shipp e Abram Smith (nell'Indiana). Ne rimase sconvolto, non dormì per giorni. Scrisse la poesia Bitter Fruit (Frutto Amaro) che pubblicò, essendo membro del Partito Comunista Americano, con lo pseudonimo di Lewis Allen. Non fu facile trovare qualcuno disposto a cantarla, cosi mise i versi in musica da solo componendo la canzone Strange Fruit.
Billie Holiday, che aveva perso il padre, nero, per una polmonite che nessun ospedale americano voleva curare, aveva più volte sperimentato sulla sua pelle la brutalità del razzismo. Fu costretta ad abbandonare alcune orchestre per il colore della sua pelle e anche dopo essere diventata una cantante (dopo un infanzia di molestie) spesso le veniva impedito di usare la toilette nei locali del Sud in cui si esibiva. La dipendenza dell'eroina, infine, non le permise di riscattarsi da una vita di ingiustizie e difficoltà, che comprendeva, come se non bastasse, la persecuzione fino all'ultimo istante di vita da parte degli agenti della polizia statunitense.

Billie Holiday al Cafè Society nel 1939
Nel 1939 Billie Holiday era comunque una elegante e famosa cantante jazz ed affermatata interprete blues di soli ventiquattro anni. Eseguiva Strange Fruit sempre alla fine di ogni concerto, con gli occhi chiusi come fosse una preghiera, lasciando il pubblico in silenzio ed i camerieri immobili.  La canzone divenne simbolo di lotta per i diritti civili e il collegamento tra l'espressione Strange Fruit e "linciaggio" divenne automatica. Non era facile per Billie Holiday eseguire questa canzone nei paesi del Sud, dove si esibiva molto poco. In Alabama fu addirittura cacciata per aver provato a cantarla.

Cosi come non fu facile pubblicarla. La Columbia si rifiutò di farlo, lasciandole però la libertà di pubblicarla attraverso l'etichetta ebrea Commodore Records. La rivista Time la bollò come "propaganda in musica", salvo poi eleggerla "Canzone del XX secolo" 60 anni dopo. Anche la BBC e le radio statunitensi si rifiutarono di trasmetterla e nel Sudafrica, ai tempi dell'apartheid, era assolutamente illegale.



Nel 1939 l'industria cinematografica americana partoriva "Via col Vento", capolavoro del cinema in cui confluiscono elementi romantici di una storia d'amore, ma anche il rispetto, l'onestà e la pace della convivenza della civiltà nera con i padroni bianchi del Sud.

Strange Fruit era la canzone che la Holiday condivideva con le platee con cui trovava una buona intesa, o il mezzo attraverso cui sfidare le platee che non la rispettavano. "Questa canzone aiuta a distinguere le persone apposto dagli idioti e dai cretini."
Difficilissimo riproporre in forma di cover una storia cosi intensa, senza contare poi che pur essendo un classico della musica americana viene suonata ed eseguita molto raramente. Nell'impresa si sono cimentati Eartha Kitt, Cassandra Wilson, Nina Simone, Tori Amos, Pete Seeger, Diana Ross, Siouxie and the Banshees, Cocteau Twins, Robert Wyatt, Sting, Jeff Buckley, Beth Hart e Joe Bonamassa. Tricky ne ha prodotto un remix, Lester Bowie una traccia strumentale e il regista Joel Kats ha girato un documentario nel 2002 sulla canzone.



"La prima volta che la cantai pensai fosse stato un errore: non ci fu neanche un accenno di applauso quando finii. Poi una persona da sola iniziò ad applaudire nervosamente. Poi all'improvviso tutti applaudivano."  Billie Holiday

"Se nel Sud la rabbia degli oppressi dovesse mai esplodere, ora ha la sua Marsigliese" Samuel Grafton, New York Post, ottobre 1939

"Questa è una delle canzoni più belle che siano mai state scritte. Il testo è di fondamentale importanza storica per l'america. Personalmente nella mia famiglia non ho mai avuto esperienze dirette di schiavitù, ma riesco a cantare questa canzone con compassione. Sia Billie Holiday che Nina Simone hanno entrambe registrato in maniera eccezionale la loro versione, ma quella di Nina è quella che Kevin mi ha consigliato di sentire." Beth Hart


 Il link alla fotografia che ha spinto Abel Meeropol a scrivere Strange Fruit (è un immagine forte come è facile immaginare dopo aver letto la storia, inserisco il link in fondo all'articolo in modo che ognuno può scegliere di aprirla o meno). Di seguito il testo originale e la traduzione in italiano di questa canzone resa famosa da Billi Holiday, che preferiva cantarla sempre alla fine dei suoi concerti, come ultima canzone, prima di lasciare il palco vuoto. "Non c'è nient'altro che possa venire dopo di essa." - Billi Holiday

STRANGE FRUIT

Southern trees bear strange fruit,
Blood on the leaves and blood at the root,
Black bodies swinging in the southern breeze,
Strange fruit hanging from the poplar trees.

Pastoral scene of the gallant south,
The bulging eyes and the twisted mouth,
Scent of magnolias, sweet and fresh,
Then the sudden smell of burning flesh.

Here is fruit for the crows to pluck,
For the rain to gather, for the wind to suck,
For the sun to rot, for the trees to drop,
Here is a strange and bitter crop.


UNO STRANO FRUTTO

Gli alberi del Sud danno uno strano frutto,
Sangue sulle foglie e sangue alle radici,
Neri corpi impiccati oscillano alla brezza del Sud,
Uno strano frutto pende dai pioppi.

Una scena bucolica del valoroso Sud,
Gli occhi strabuzzati e le bocche storte,
Profumo di magnolie, dolce e fresco,
Poi improvviso l’odore di carne bruciata.

Ecco il frutto che i corvi strapperanno,
Che la pioggia raccoglierà, che il vento porterà via,
Che il sole farà marcire, che gli alberi lasceranno cadere
Ecco uno strano ed amaro raccolto.


sabato 4 gennaio 2014

I migliori dischi blues del 2013 (KTBA)

Di seguito la lista dei migliori album blues del 2013 stilata da KTBA:

Rory Block - Avalon: A Tribute to Mississipi John Hurt
The Cash Box Kings - Black Toppin'
Eric Clapton - Give Me Strength: The 1974/1975 Recordings
Shemekia Copeland - 33 1/3
James Cotton - Cotton Mouth Man
Gov't Mule - Shout!
Buddy Guy - Rhythm & Blues
Ben Harper with Charlie Musselwhite - Get Up!
Beth Hart & Joe Bonamassa - Seesaw
Husky Burnette - Tales From East End Blvd.
JJ Grey & Mofro - This River
Valerie June - Pushin' Against A Stone
Freddie King - The Complete King Federal Singles
Ana Popovic - Can You Stand The Heat
Bobby Rush - Down In Louisiana
Seasick Steve - Hubcap Music
The Steepwater Band - Live & Humble
The Stone Foxes - Small Fires
Clay Swafford - Rooster
Joanne Shaw Taylor - Songs From The Road
Tedeschi Trucks Band - Made Up Mind
Trampled Under Foot - Badlands
Walter Trout - Luther's Blues
Robin Trower - Roots and Branches
Various Artists - Remembering Little Walter




KTBA
Keeping the Blues Alive è l'organizzazione non-profit dietro la quale si cela il nome di Joe Bonamassa. Come organizzazione Keeping the Blues Alive si occupa letteralmente di mantenere vivo e di tramandare lo spirito del blues, finanziando programmi e borse di studio per studenti ed insegnanti che non hanno a disposizione le risorse economiche adeguate. Grazie a generose sponsorizzazioni di aziende come Ernie Ball Strings e Guitar Center, KTBA ha potuto finanziare attività che hanno coinvolto più di 5000 studenti solo nel 2013. Tutto questo è possibile grazie a donazioni settimanali in favore di progetti scolastici in tutti gli Stati Uniti, e presto....nel mondo. Per qualsiasi informazione o per donazioni visitate il sito: