Nell'arco di questo periodo denso di impegni e di concerti, abbiamo la fortuna di poter parlare proprio con "Lui" in persona, in particolare riguardo alla suo lavoro discografico intitolato "Tour De Force".
Gio: "Joe, ti ringrazio immensamente per essere qui con noi questa sera"
Joe B: "E' un piacere parlare con te, caro amico italiano!"
Gio: "Il Tour de Force è stata una gran bella sfida; 4 differenti luoghi a Londra, 4 band diverse e all'incirca 60 canzoni da suonare. Quale è il ricordo più bello che conservi di tutta questa esperienza?"
Joe: "I concerti sono stati tutti molto buoni, ne ero davvero molto felice. I primi tre sono stati grandiosi, ma anche alla Royal Albert Hall, che è stato il culmine in cui è confluito tutto: la band acustica prima, poi quella elettrica...è accaduto davvero! La serata blues è stata molto divertente da fare. Ero molto felice; non lo rifaremo, ma siamo riusciti a farlo nonostante fosse un'impressionante mole di lavoro con tante pressioni.
Gio: "Londra è la tua seconda casa, dopo gli Usa; hai scelto la capitale inglese come ringraziamento ai fans per il supporto che hai ricevuto da loro nel corso della tua carriera?"
Joe: "Si, credo sia stata una decisione inconscia da parte mia, cosi come Londra ha scelto me, nel senso che sono stati in grado di rendere disponibili i posti in cui abbiamo suonato. Per me, è stato davvero un grande evento poter andare a Londra e suonare la musica che amo nella città che, in un certo modo, l'ha inventata. E' stato sicuramente un momento particolare per me, un modo speciale per finire il Tour.
Gio: "Nel 2013 hai deciso di concentrarti nel registrare dischi live come artista solista; è prevista l'uscita di un nuovo disco nel 2014?"
Joe B: "Si, siamo stati in studio a Gennaio ed abbiamo registrato per una paio di settimane, ci siamo divertiti parecchio; l'album uscirà più o meno nel mese di Settembre di questo anno. Dopo tanto tempo, è stato il primo anno in cui non non ho pubblicato un album "studio"; quindi non vedo l'ora di capire come questa pausa dallo studio di registrazione influenzerà il mio suono, se lo renderà più forte o se lo influenzerà in una maniera inaspettata. Solo il tempo ed i fans potranno dirlo. Sai, mai dare niente per scontato, alcuni dischi escono fuori così ed è quello a renderli speciali.
Gio: "Quanto è stato strano per te esibirti al Borderline durante il Tour de Force, con una capacità di 200 spettatori rispetto alle migliaia che di solito affollano i tuoi concerti?"
Joe B: "Beh, devo essere sincero, ho suonato più concerti come quello nella mia vita rispetto a quelli con più di 200 spettatori. Ho familiarità con quel tipo di palco di fronte ad un pubblico ristretto. Mi piace l'immediatezza della situazione e credo che anche ai fans piaccia. Penso che sia stato bello, per le persone che mi hanno seguito per tanti anni, essere a quel concerto e tornare indietro nel tempo ad ascoltare me che mi esibivo; vedere i loro volti mentre noi suonavamo quelle canzoni è stato fantastico. Non ne ho mai dubitato, ma ho visto cosa significa davvero per queste persone ed è una cosa speciale. E' stato come un ritorno alle mie radici, al punto di commuovermi davvero di tutto questo."
Gio: "Il Tour de Force è stato anche una festa per i tuoi fans; all'Hammersmith Apollo ho incontrato persone che venivano dagli Stati Uniti, Germania, Olanda ed altre nazioni. Non tutte le carriere dei musicisti vanno così a gonfie vele..."
Joe: "oh si, assolutamente! Io sono molto fortunato che i miei fans siano estremamente leali verso di me e che viaggino in tutto il mondo per vedere i miei concerti; sono molto onesti verso di me come io lo sono con loro; sanno che farei di tutto per loro e sono sicuro che anche da parte loro sia cosi. C'è un forte legame che ci unisce; arrivano da ogni parte del mondo ed è davvero una sensazione favolosa vederli più e più volte."
Gio: "Joe, in che misura il tuo amore per il blues riesce ancora a tenerti saldamente legato alle tue emozioni, dopo tutti questi anni?"
Joe: "Il blues è quel genere di musica che guarda dentro te a seconda del modo in cui lo suoni. Sarò sempre legato al blues e a quello che ho ascoltato crescendo. Dipende solo dal modo in cui vedi la musica, da come ti senti, da come incanali il tutto e poi suoni come viene. Abbiamo fatto uan canzone che si chiama "Stop!" anni fà, una pietra miliare del pop cantata da Sam Brown, e quando la facemmo, venne fuori in una veste blues a dimostranza del fatto che il mio amore per il blues traspare sempre in quello che faccio."
Gio: "Devi avere un guardaroba molto ampio! Una camicia per la tua carriera solista, una per i Black Country Communion, un'altra per i Rock Candy Funk Party, un'altra ancora per quando lavori con altri artisti come ad esempio Beth Hart. Ce ne sono altre che tieni nascoste nell'attesa di indossarle per nuove occasioni?"
Joe: "(Ride) Sai, tutte le collaborazioni che ho fatto significavano qualcosa per me; se non fosse così queste cose non funzionerebbero, non potresti seguirle. Prendi ad esempio la collaborazione con Beth Hart; quella è stata davvero importante per me. Ero davvero entusiasta del fatto che volesse collaborare con me ed il risultato è stato grandioso; basta ascoltare l'album live ad Amsterdam, lei è assolutamente fenomenale!"
Gio: "Nel tuo tour autunnale l'Italia non era inclusa. C'è la possibilità per i fans italiani di vederti esibire dal vivo nel 2014?"
Joe: "Abbiamo fatto un paio di concerti in Italia in primavera, e un altro paio all'inizio dell'anno. Andiamo spesso in Italia e facciamo sempre degli ottimi concerti li."
Gio: "Joe è vero che il tuo produttore Kevin Shirley ha tirato fuori l'idea del Tour De Force in quello che tu hai definito un "momento di debolezza" mentre eri intento a mangiare tagliatelle?"
Joe: "Oh si, è verissimo. Non stavo ascoltando molto bene quello che si diceva al tavolo; avevo appena fatto un grande concerto a Montreux e avevo altri pensieri per la testa quindi dissi semplicemente: "Si, facciamolo" senza pensarci troppo sù. Non avrei sicuramente dovuto pagarle quelle tagliatelle alla fine!"
Gio: "Il tuo talento come autore migliora di album in album. Ma qual'è il criterio con cui scegli le canzoni da coverizzare nei tuoi dischi?"
Joe: "Sicuramente i testi devono essere buoni; i testi sono già un buon inizio. Non puoi scrivere musica senza avere un testo bello e significativo, quindi quello è l'elemento chiave per me."
Gio: "Come tu stesso hai detto, passi circa 240 giorni l'anno a registrare, scrivere canzoni e fare concerti. Quanto è difficile separare la vita personale dalla passione per la musica?"
Joe: "In realtà non devo farlo, nel senso che la mia passione per la musica è la stessa, sia come musicista sia come fan; questo è quello che amo fare e quello che farò sempre. Certamente fare tanti concerti può essere pesante dopo un po' ma la mia passione per la musica mi fa andare avanti."
Gio: "In un futuro molto, ma molto distante, cosa vorresti ci fosse scritto sulla tua tomba per descrivere al meglio chi eri alle generazioni successive?"
Joe: "Non lo so; penso solo che per me è un onore che la gente ami la mia musica. Non c'è nessuna pretesa nella mia musica, nessun grande piano, è semplicemente cosi com'è. Rimango sempre molto colpito dal fatto che ci sia gente che voglia parlarmi, soprattutto i media e a volte possono pensare che io sia un tipo burbero ma in realtà non è cosi."
Gio: "Joe, grazie infinite, è stato più che un onore per me averti avuto ospite per Bluebirdreviews.com."
Joe: "Grazie a te, Gio, è un piacere, abbiamo un concerto questa sera presto quindi andiamo a cena...non come voi italiani che se non sono le 23 non iniziate ancora a pensare alla cena!"
Gio Pilato.
In foto Gio Pilato con Joe Bonamassa
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