"Il ritorno di Joe Bonamassa con il suo album migliore dai tempi di The Ballad Of John Henry"
National Rock Review
Uno tra i tanti meriti che dobbiamo riconoscere a Joe Bonamassa è quello di aver sempre continuato ad esplorare l'universo del rock blues, cercando di tirare fuori qualcosa di nuovo e di fresco ogni volta, con particolare attenzione nel mantenere salde le proprie radici e la propria integrità artistica.
Per la realizzazione di questo disco Joe ha messo insieme un ensemble di musicisti di tutto rispetto: Anton Fig e Greg Morrow alla batteria, Michael Rhodes al basso e Reese Wynans, che molti già conosceranno essendo stato il tastierista dei Double Trouble di Stevie Ray Vaughan.
Nella cabina di comando, Kevin Shirley, "collaudato" produttore di grande esperienza.
In Blues of Desperation c'è tutta la maestria e la tecnica che ci si aspetta da uno come Bonamassa, ma anche degli elementi del tutto nuovi e non riscontrabili in nessuno dei suoi precedenti lavori. Ecco quindi che dopo l'apertura del disco con "This Train", una locomotiva blues e rock pronta ad investire l'ascoltatore, Joe si espone fuori dalla sua "comfort zone" dove si dimostra in gradi di regalare intense emozioni con una canzone acustica che vale la pena riascoltare più e più volte ancora, dal titolo "Valley Runs Low".
Anche per il lavoro di "produzione" del disco vale la pena sottolineare l'enorme qualità con cui abbiamo a che fare: siamo ad un livello di professionalità altissimo; Kevin Shirley ha davvero messo della magia in questo lavoro.
La scelta di aggiungere un secondo batterista, Greg Morrow, va a beneficio della profondità e dello spessore di un sound unico in canzoni come "Mountain Climbing", uno dei capolavori assoluti.
Di grande effetto anche l'inclusione di elementi orchestrali come possiamo ascoltare nello slow blues intitolato "No Good Place For The Lonely".
Molte delle canzoni che compongono la tracklist avranno il potere di trasportarvi lontano nel tempo e nello spazio. Con "Livin' Easy", complici un sax pieno di sentimento ed un pianoforte in stile honky-tonk, sembra di essere in un vecchio bar delle vie del centro di Chicago. Mentre nella traccia "Drive", ultimo singolo di Joe, possiamo immaginarci immersi nelle atmosfere di un viaggio in macchina sulle strade del New Mexico. Quest'ultima canzone davvero non sfigurerebbe come colonna sonora di un film di Hollywood. L'epica title-track più "Led Zeppelin", band e sound a cui Joe Bonamassa ha sempre mostrato grande rispetto ed ammirazione. Lo slow blues "What I've Known For a Very Long Time" chiude il disco.
Possiamo ben supporre che chi comprerà l'album proverà tante forti emozioni, ma non di sicuro la "disperazione". Non c'è una sola traccia che non valga abbastanza su questo disco.
L'album, disponibile in pre-order sullo store di Itunes e Amazon, nonchè sul sito ufficiale di Joe Bonamassa, uscirà il 25 Marzo. L'attesa aumenta: -3!
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