giovedì 28 agosto 2014

RED ROCKS, ci sarà un DVD. Intervista New Zealand Herald

Jeo Bonamassa, il musicista 37enne nominato al Grammy e considerato uno dei migliori chitarristi della sua generazione, ci parla di quello che ama fare quando è libero dagli impegni.


Ma c'è da premettere che accade molto raramente. In poco più di 15 anni ha pubblicato infatti 11 album studio a nome suo, 2 con la meravigliosa cantante soul-blues Beth Hart, 3 con il supergruppo rock-blues dei Black Country Communion, è stato costantemente in tour, ha condotto un programma radio chiamato The Pick up, è stato il fondatore della Keeping The Blues Alive Foundation, ha suonato con Eric Clapton, B.B. King e molti altri maestri del blues.
"Si, e continuiamo ad andare avanti - dice ridendo Joe Bonamassa - i fans più accaniti vogliono sempre sapere cosa stai facendo, quindi se si è prolifici ben venga."
Quindi quando ti prenderai una pausa dopo aver suonato ad Auckland, in Australia e in Europa che cosa farai?
"Non farò niente. Starò a casa a suonare le chitarre. Questo è quello che amo fare."
Quando Joe riceve questa chiamata in California, è appena tornato dalla zona del delta del Mississippi dove si trovava per fare delle riprese e si sta preparando per lo show celebrativo in Colorado in onore di due suoi eroi: Muddy Waters e Howlin' Wolf.
"Sono le riprese per i filmati bonus del Dvd che registreremo alle Red Rocks. Il fatto è che Muddy Waters e Howlin' Wolf vengono entrambi dal Mississippi ma sono conosciuti come parte del blues di Chicago. Ci chiedevamo come mai così tanta grande musica, B.B. King, Muddy Waters, Howlin' Wolf, Son House, Robert Johnson, Charlie Patton e Mississippi John Hurt, proviene tutta da un raggio di 30-40 miglia."
Bonamassa ci racconta di aver viaggiato in una Bel Air Chevy degli anni '50 e di aver visitato il famoso Crossroads vicino Clarksdale, dove secondo la leggenda Robert Johnson ha stretto un patto con il diavolo ("sono andato per turismo, non per me"), poi ha proseguito fino alla vicina cittadina di Rosedale.
"Rosedale si trova a 400 metri dall'argine e a 7 km di distanza da dove l'argine si ruppe nel 1926, e c'è un chiosco di tamales che è ancora lì da 100 anni, quindi inizi a pensare a canzoni come Hot Tamales e Red Hot. E pensi: è questo posto, lui è stato qui."
Ed hai trovato una risposta al Perchè tutta quella grande musica proviene da quel posto?
"Per andare da Memphis a Clarksdale ci vuole circa un'ora e mezza, ma devi considerare il caldo che fa, la strada è tutta dritta e non c'è niente a parte i campi. Negli anni '30 non c'era assolutamente nulla, solo una lunga strada sterrata. Pensa quanto era difficile viaggiare da Memphis a Clarksdale ed anche da Clarksdale a Resedale. Per quelli che non avevano una macchina o non potevano prendere il treno, era davvero una vita difficile...
E' ancora difficile la vita laggiù. Inizi ad immaginare i paesaggi, la società basata sull'agricoltura, e pensi se fossi tu a dover lavorare in quei campi in piena estate...Puoi quasi percepire la disperazione per quella gente che a un certo punto ha detto "Cantare è l'unica soluzione per andare via di qui, se questo posto mi uccide." E ne ha uccisi molti...
Come fece pure l'alcool e un intenso stile di vita, ma è un posto magico nel mondo, soprattutto per un appassionato di blues. Vieni qui e senti le cicale, la foresta che parla, un'umidità del 100% e una temperatura di 35°C...c'è qualcosa di affascinante in questo ambiente."
Curiosamente, Bonamassa è sempre stato trasparente riguardo le sue prima influenze artistiche. Queste infatti non comprendono i famosi bluesman neri del Sud, ma i chitarristi britannici come Clapton, Jeff Beck, Jimmy Page e sopratutto il troppo spesso sottovalutato Rory Gallagher, chitarrista irlandese.
Al momento Joe ama esibirsi in un doppio show acustico-elettrico, ed è quello che farà ad Auckland.
"Il set acustico mette in primo piano le canzoni ed ovviamente ci sono meno assoli. Essenzialmente sono due show differenti, apriamo il concerto per noi stessi." spiega Bonamassa ridendo.
Il suo approccio pragmatico da "anti-mito" c'era sin dagli inizi ("nessuno mi farebbe un contratto e nessuno mi prenderebbe per dei concerti") ed oggi è orgogliosamente indipendente al punto che fissa da solo le date dei suoi concerti e fa semplicemente quello che gli piace fare. Quando non gli piace, si ferma; come con i Black Country Communion formati nel 2009 con il cantante/bassista Glen Hughes (Deep Purple, Black Sabbath) il batterista Jason Bonham (della formazione recente dei Led Zeppelin) ed il tastierista Derek Sherinian.
"Era un progetto parallelo per tutti finchè qualcuno non decise che era anche la cosa migliore da portare avanti. Ma per me non era così. Non ho mai voluto suonare rock anni '70 per il resto della mia vita, non faceva parte del piano principale."
C'è un piano principale?
"Fare esattamente quello che voglio. Perchè no?"


mercoledì 27 agosto 2014

#6 BESSIE SMITH - The Complete Recordings, Vol.1

"L'imperatrice del Blues" possedeva una voce abbastanza tagliente da rendere stupende anche registrazioni primitive e grossolane, e riuscire a superare la prova del tempo. Fu una delle prime stelle della musica ad essere registrata su disco. The Complete Recordings, Vol.1 è il primo volume che raccoglie tutte le sue canzoni registrate su 5 doppi album.
Inizialmente, negli anni '70, si trattava di 5 doppi LP, la versione cd comprende invece 5 album di cui i primi 4 doppi (il quinto contiene materiale raro e versioni alternative non incluse nella precedente versione in vinile). Prima di morire nel 1937 per un indicente automobilistico, Bessie Smith ha posto le fondamenta per il Blues ed ha influenzato artisti come Billie Holiday, Janis Joplin e Norah Jones




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Recensione Different Shades Of Blue - MOJO

L'esperto chitarrista rock-blues diventa maggiorenne!
Ci sono voluti 14 anni e 11 album al 37enne Joe Bonamassa per pubblicare un disco interamente composto da materiale originale, ed eccolo arrivato con un lavoro che rappresenta finalmente il grande passo. Ne è valsa la pena di aspettare. Si tratta inequivocabilmente del lavoro più coerente e soddisfacente del chitarrista finora. Alcuni spesso rimproverano a Bonamassa l'ostentazione del suo stile chitarristico, ma qui Joe si dimostra un virtuoso capace di bilanciare la tecnica e la sensibilità. La sua capacità di "sfrecciare" sul manico della chitarra mette in risalto un susseguirsi di diversi generi musicali. Dal funk di Love Ain't A Love Song allo shuffle-turbo di Living On The Moon passando per il riff muscoloso e primordiale di Oh Beautiful. Ma la migliore di tutte, forse, è Never Give All Your Heart una ballad dal sapore malinconico che tira in ballo lo spirito dei Free e di Paul Kossoff. 


sabato 23 agosto 2014

#7 REVEREND GARY DAVIS - Harlem Street Singer

Reverend Gary Davis (detto anche Blind Gary Davis) è nato parzialmente cieco ed ha perso la vista completamente prima di raggiungere l'età adulta. Ha iniziato a frequentare la chiesa ed è stato nominato ministro battista nel 1933. Alla fine degli anni '50 ha iniziato ad avere una forte influenza su artisti come Bob Dylan, Jerry Garcia e Dave van Ronk



Harlem Street Singer è un album eclettico: contiene canzoni gospel, canti popolari, marce, ed altro ancora, il tutto fuso insieme alla sua straordinaria voce. Il disco, che contiene 12 pezzi, è stato registrato durante una session di 3 ore il 24 Agosto 1960 e rappresenta una collezione essenziale per i tutti i fan del country blues e del gospel
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Tour de Force, nomination Best film of the year

Joe Bonamassa nominato nella categoria Best Film of the Year con il suo dvd Tour De Force
Il Classic Rock'n'Roll of Honour è giunto, quest'anno, al suo decimo anniversario che verrà festeggiato in occasione della serata del 4 Novembre al The Avalon, Hollywood, Usa.
Sarà la serata in cui i maggiori esponenti del rock'n'roll più adrenalico si riuniranno per celebrare i migliori talenti vecchi e nuovi: dalle band che irrompono adesso sulla scena, a quelle che c'erano sin dal principio...
Joe Bonamassa riceve la sua nomination nella categoria Best Film of the Year insieme ad altri grandi nomi, ecco la lista completa delle nomination:

Inside Llewyn Davis ("A proposito di Davis" film che si ispira alle vita del cantante folk Dave Van Ronk )

Joe Bonamassa - Tour De Force


Metallica - Through The Never


The Rolling Stones - Sweet Summer Sun, Hyde Park Live


Supermensch: The Legend of Shep Gordon (storia del manager musicale Shep Gordon)

The Doors - R-Evolution


Per votare basta registrarsi sul sito ed esprimere la propria preferenza. Seguite il link sottostante

giovedì 21 agosto 2014

#8 BIG BILL BROONZY - Trouble In Mind

Anche se non viene citato spesso come riferimento dagli altri grandi del Blues, Broonzy è stato un artista d'avanguardia e d'influenza per molti. Non sappiamo l'anno preciso della sua nascita, 1893 secondo Big Bill e 1898 secondo la sorella gemella, ma possiamo ritenere vera l'affermazione di quest'ultima visto che all'epoca era normale per i neri "gonfiare" l'età reale per poter essere assunti nell'esercito o  per trovare un lavoro. 


Big Bill Broonzy va ricordato non solo per l'eredità musicale che ci ha lasciato, ma anche per essere stato uno dei primi cantanti a servirsi di un gruppo musicale, ed uno dei primi (nel 1980, 22 anni dopo la sua morte) ad essere inserito nella Blues Hall of Fame. Avendo variato molto il suo stile durante gli anni di attività, si è contraddistinto sia come musicista country-blues (anni '20), che come precursore di un blues più urbano o cosiddetto Urban blues (anni'30 e '40) e soprattutto come figura leader del movimento dell'American Folk Revival (anni '50) che fece di lui una star internazionale. 
"Trouble In Mind" è una straordinaria collezione di singoli che ha registrato durante gli anni '30, ed è un ottimo album per iniziare ad approfondire la conoscenza della sua musica. Questa sorta di best of progettato sul finire degli anni '50 comprende una selezione di brani originali e classici come le più conosciute "Trouble in mind", "Key to the highway" , "Digging my potatoes", "It hurts me too". 24 canzoni per 73 minuti di voce e chitarra acustica (raramente accompagnati anche da un banjo) in grande stile. 
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martedì 19 agosto 2014

#9 SKIP JAMES - The Complete Early Recordings Of Skip James (1930)

"Early Recordings" è uno degli album più spaventosi mai registrati di qualsiasi genere. Il lamento di Skip James è la voce di uno spirito tormentato che si allontana dal suo corpo terreno.




La qualità delle registrazioni è pessima, ma i rumori dei fruscii e di scratch aggiungono un effetto volutamente raccapricciante alle canzoni. Uno dei pochi album mai ri-stampato in edizione digitale, questo è un vero e proprio viaggio da far rizzare i capelli attraverso la buia strada del Blues.

La canzone più famosa è probabilmente I'm So Glad resa famosa dai Cream, ma non di meno impatto è la traccia d'apertura Devil Got My Woman.




Non ebbe molto successo durante gli anni 30, in gran parte a causa della Grande Depressione (la grande crisi economica mondiale del periodo) ma Skip James riemerse nuovamente negli anni '60 quando ancora conservava intatto tutto il suo talento, la sua voce caratteristica e il suo stile chitarristico, ma anche come abile pianista, ad esempio in If You Haven't Any Hai Get On Down The Road.

Questo album contiene 18 pezzi, il meglio di un artista molto particolare e spesso sottovalutato, ma in realtà Skip James fu una grande fonte d'ispirazione per altri artisti del calibro di Cream, Deep Purple, The Derek Trucks Band, Eric Clapton, Robert Johnson e molti altri.

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lunedì 18 agosto 2014

#10 ALBERT KING - Born Under A Bad Sign

"Lui prende 4 note e ci scrive un album", ha affermato il chitarrista Mike Bloomfield riguardo Albert King
"Born Under A Bad Sign" è più una raccolta di singoli che un album vero e proprio, ed ha influenzato diversi artisti tra cui Clapton, Hendrix, Peter Green e altri. King spesso combina il soul, l'R&B ed il blues in una miscela  esplosiva che gli garantisce il titolo di Re, leggenda indiscussa del Blues.
Qui potete godervi l'intero album, a patto che, se non avete l'originale corriate subito a comprarvelo. Questo disco è un MUST!



Possiamo aggiungere poco sul personaggio, cioè Albert King, piazzato alla tredicesima posizione della lista dei 100 migliori chitarristi stilata dalla rivista Rolling Stone. Ma questo è niente in confronto alla sua storia e alla sua discografia per la quale non basterebbe un libro intero a raccontarla. E' particolare ricordare che Albert King ha iniziato a suonare la chitarra dopo essersi trasferito in una piantagione di cotone dell'Arkansas dove iniziò a costruirsi i primi rudimentali strumenti musicali. La voglia e l'ingegno scaturati dal bisogno di esprimersi attraverso la musica rappresenta un aspetto comune a molti degli artisti presenti in questa classifica di album blues, il che spiega meglio in qualche modo l'incredibile passione e l'intensità di queste opere musicali che molto spesso nascono dal dolore e dalla voglia di reagire ad esso...



Mi rendo conto di averci messo un po' più del personale in questo articolo, ma se lo faccio è perchè mentre scrivo sono completamente in volo sulle ali di questa musica che consiglio a tutti, anche chi non ha mai ascoltato un disco blues in vita sua. Per quanto riguarda l'aspetto tecnico trovo che sia necessario ricordare la sua famosa chitarra, la mitica "Lucy", una Gibson Flying V che Albert King suonava da mancino, senza tuttavia invertire l'ordine delle corde che quindi risultava essere, dall'alto verso il basso: mi cantino, si, sol, re, la, mi basso. Frequenti bending e fraseggi lenti arricchivano il suo sound e il suo tocco unico. Born Under a Bad Sign fu pubblicato nel 1967 e seguiva l'esordio discografico del '62 intitolato The Big Blues

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mercoledì 13 agosto 2014

#11 MANCE LIPSCOMB - Texas Sharecropper & Songster

Lo stile Texas Blues acustico di Mance non ha trovato un pubblico fino al 1960, anno in cui festeggiava i suoi 30 anni di carriera, ma era comunque ancora abbastanza prolifico, infatti registrò circa altre 90 canzoni prima di morire nel 1976. Questo album rimane uno dei migliori prodotti del blues revival degli anni '60 che ha permesso di portare alla luce un album che, ad oggi, rimane uno dei più belli in assoluto. 

I suoi migliori album fanno parte del periodo precedente al 1960 e la sua voce è una delle più originali del Blues. Mance era un grande country-blues man e in questo disco possiamo ascoltare delle interessanti riproposizioni di canzoni tradizionali. 


Nato nel 1895 da padre ex-schiavo dell'Alabama e da madre per metà "nativa americana", Mance, nome d'arte che deriva dalla parola Emancipation abbreviata, ha passato gran parte della sua vita a fare il contadino prima di essere scoperto e di registrare numerosi album accompagnandosi da solo con la sua chitarra acustica e la sua tecnica basata sul finger-picking. Iniziò a suonare molto presto e ad esibirsi in vari locali della zona dove risiedeva, la stessa zona in cui si è svolta gran parte della sua carriera. Dopo il revival degli anni '60 è stato ospite fisso di vari festival. Ogni anno in suo onore si celebra il Navasota Blues Festival. Sempre a Navasota, la sua città, si erge una statua che lo raffigura mentre suona seduto su una panchina. Affianco a lui lo spazio per chi abbia voglia di sedersi e suonare la propria chitarra insieme a Mance Lipscomb. 


Tracklist

Freddie
Sugar Babe, It's All Over Now
Going Down Slow
Baby Please Don't Go
Rock Me All Night Long
Ain't Gonna Rain No Mo
Jack O'Diamonds Is A Hard Card To Play
Shake, Shake, Mama
Ella Speed
One Thin Dime
Going To Louisiana (See See Rider)
Mama Don't Allow
Ain't It Hard
Bout A Spoonful


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sabato 9 agosto 2014

#12 JOHN LEE HOOKER - Alternative Boogie: Early Studio Recordings 1948-1952

Iniziamo con la voce: un timbro caldo e dolce come la melassa. Poi c'è la sua incredibile bravura con i controtempi: continuare a suonare a lungo con un ritmo casuale ma insistente. Sono famose le sue esibizioni in stile parlato e il suo stile boogie ostinato, divenuti le sue prerogative caratteristiche. La sua musica, da un punto di vista della ritmica, è libera, come da tradizione comune ai primi blues acustici dei musicisti provenienti dall'area del Delta del Mississippi.Questa combinazione ha portato Hooker ad avere una carriera lunga circa 60 anni, oltre che ad essere amato da immense folle di fans del rock ed invidiato da molti musicisti a lui contemporanei.



Tre CD per un totale di 56 canzoni risalenti alle prime sessioni in studio all'epoca inedite, poi ascoltabili solo agli inizi degli anni'70 su alcuni LP della United Artists. Come gran parte del materiale risalente all'epoca, John Lee Hooker suona spesso senza l'accompagnamento di altri musicisti, anche se in alcune tracce possiamo sentire il piano e una seconda chitarra. Alcuni pezzi sono versioni alternative di canzoni pubblicate con altri arrangiamenti.


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venerdì 8 agosto 2014

#13 LONNIE JOHNSON The Complete Folkways Recordings

Lonnie Johnson è il corrispondente dei Velvet Underground del Blues, è  il bluesman dei bluesman. Artisti come Robert Johnson e Bob Dylan hanno preso ispirazione dai suoi fraseggi, dalla sua voce e dal suo stile, passato alla storia per aver saputo fondere in maniera originale blues e jazz. Dopo John Hurt, Johnson è il cantante più calmo di questa lista, nonostante ciò la sua voce suona spesso come quella di un uomo la cui vita dipende dal cantare.





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giovedì 7 agosto 2014

#14 MUDDY WATERS - At Newport 1960

Al Festival Folk di Newport del 1960, Muddy Waters non era un maestro del Blues di Chicago tanto amato e rispettato, era un semplice uomo di colore che cercava di impressionare, con la sua band, un pubblico di uomini bianchi. Questa band è riuscita a colpire nel segno, aprendo così le porte a Muddy Waters e ai suoi successi. La formazione comprendente Otis Spann al piano e James Cotton all'armonica, accompagnava il suono graffiante di Muddy alla chitarra. Nel corso della sua carriera Waters ha realizzato numerosi album, ma nessuno batte "At Newport 1960".




Tracklist VINILE

I Got My Brand On You - 4:24 - (Willie Dixon)
(I'm Your) Hoochie Coochie Man - 2:50 - (Willie Dixon)
Baby, Please Don't Go - 2:52 - (Big Joe Williams)
Soon Forgotten - 4:08 - (James Burke Oden)
Tiger In Your Tank - 4:12 - (Willie Dixon)
I Feel So Good - 2:48 - (Big Bill Broonzy)
Got My Mojo Working - 4:08 - (Preston Foster)
Got My Mojo Working, Pt. 2 - 2:38 - (Preston Foster)
Goodbye Newport Blues - 4:38 - (Langston Hughes)

Nell'edizione rimasterizzata su CD del 2001 compaiono 4 tracce extra registrate in studio a Chicago nel 1960

I Got My Brand On You - 2:22 - (Willie Dixon)
Soon Forgotten - 2:41 - (James Burke Oden)
Tiger In Your Tank - 2:17 - (Willie Dixon)
Meanest Woman - 2:18 - (Muddy Waters)


Nel 2003 questo album è stato collocato dalla rivista Rolling Stone al 348º posto nella classifica dei 500 migliori album di sempre ed è uno dei 100 album blues essenziali in The Rough Guide to Blues 100 Essential CDs. 




Muddy Waters - Got My Mojo Workin' (Newport Jazz Festival 1960) - stereo version.


martedì 5 agosto 2014

#15 The Definitive Blind Willie McTell - Top20 Album Blues

15. BLID WILLIE McTELL - The Definitive Blind Willie McTell - "Nessuno sa cantare il blues come Blind Willie McTell", dice Bob Dylan nella sua canzone scritta e chiamata come il grande bluesman, in suo onore. Ignorato durante la sua vita, ma pioniere della chitarra a 12 corde, McTell ha scritto canzoni come "Three Women Blues", che suonano come un incrocio tra Luther Campbell e Robert Johnson.



 Sono canzoni che parlano d'amore, lussuria e tradimenti. Come ogni altro artista di questa lista, McTell ha un lungo elenco di discepoli (Nirvana, Bob Dylan, White Stripes) e canta come se fosse braccato da spaventose presenze infernali. La raccolta mette insieme 41 pezzi, tutti quelli conosciuti che questo artista ha registrato per la Columbia e per la Okeh. La storia interessante e poco nota, come del resto il suo nome, mette in risalto una carriera poco commerciale e per la maggior parte costruita grazie al passaparola ed al coinvolgimento innescato dalle sue performance.

lunedì 4 agosto 2014

#16 BO DIDDLEY - Bo Diddley Is A Gunslinger

Tra tutti i grandi artisti blues, Bo Diddley è quello che ha influenzato di più la nascita del rock'n'roll dal blues. I suoi successi "I'm a man" e "Who do you love" avevano quel ritmo propulsivo che prefigurava il suono del rock. Il suo marchio di fabbrica è la sua chitarra dalla forma quadrata (come anche i suoi occhiali), che lo rende una figura facilmente riconoscibile.  E chi potrebbe mai dimenticare la classica "Bo knows" nella pubblicità della Nike insieme a Bo Jackson? Un artista indimenticabile, unico, che dopo 50 anni ancora riesce ad emozionare.


Bo Diddley - Ride on Josephine
traccia numero 2 dell'album

Segui il link sottostante per ascoltare l'intero album su Youtube:



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