giovedì 26 giugno 2014

Stef Burns, compie 55 anni. i nostri migliori auguri ad un chitarrista incredibile!!!

Oggi è il compleanno di Stef Burns, che nasceva 55 anni fa ad Oakland negli Usa. Le strade di Joe Bonamassa e quelle di Stef Burns sono diverse e non si sono mai incontrate, non per questo non dobbiamo rendere omaggio ad un chitarrista che, come il nostro Joe, è uno dei migliori al mondo.
Chitarre: 
- Fender Stratocaster Custom Shop del 91 color Vintage White, la sua chitarra principale (pickup Humbucker Seymour Duncan JB al ponte e due single coil Fender Texas Special al manico e al centro).
- Gibson Les Paul Custom Black Beauty '57
In passato ha usato sporadicamente anche:
- Gibson Les Paul Supreme
- Gibson Explorer
- Buscarini JBv Stef Burns Signature (una semiacustica di luiteria italiana, vedi foto)

 Stef inizia a suonare la chitarra a sei anni grazie al padre che gli regala la sua prima elettrica, una Winston, presto sostituita da una Fender Mustang.  Nel 1991 notato e spinto da Joe Satriani, Alice Cooper lo prende nella sua formazione ed inizia un sodalizio fatto di innumerevoli live che dura fino al 1995, quando partecipano in Sud America al tour Monsters of Rock con Ozzy Osborne, Megadeth e Faith No More. Vasco Rossi, colpito da questo genio della chitarra elettrica, lo contatta e i due lavorano in studio già nel 1993, esordendo sul palco nel 1995 in occasione del tour Rock Sotto L'Assedio. Nel 2004 suona al G3 con Joe Satriani, Steve Vai e Robert Fripp
La pedaliera di Stef Burns per il Vasco Kom 14 Tour, Tc Electronics, MXR, Dunlop e Boss. Sotto, amplificatori Marshall




Vasco lo ha definito "il chitarrista dei miei sogni"...Stef Burns è un chitarrista incredibile in grado di arricchire i suoi live con un concentrato spettacolare di potenza, melodia, tecnica ed aggressività che trascende vari generi e che è sempre in grado di parlare direttamente al cuore degli ascoltatori. Come artista solista ha fondato la band "Stef Burns Group" nel 1989 mentre nel 2009 ha pubblicato un album, "World Universe Infinity", che contiene 9 inediti   e una cover: Little Wing di Jimi Hendrix. Nel 2014 esce Roots and Wings
Qui di seguito potete ascoltare Stef Burns con tutto il suo talento nell'emozionante assolo de Gli Angeli di Vasco Rossi. 



Completo, fantasioso, originale, di grande tecnica, dal gusto sopraffino, il tutto condito da un umiltà straordinaria. La sua carriera è stracolma di esperienze live (Stati Uniti, Europa e Giappone) e collaborazioni importanti che lo hanno portato a maturare capacità straordinarie in diversi generi, dal rock al jazz passando per la fusion, il blues ed il blues rock.

martedì 24 giugno 2014

Auguri al maestro Jeff Beck per il suo 70° compleanno!

Oggi il chitarrista inglese Jeff Beck, compie 70 anni e abbiamo deciso di celebrarlo con due canzoni che abbiamo imparato a conoscere anche grazie agli album di Joe Bonamassa per il quale Jeff Beck è sempre stato grande fonte d'ispirazione. 
Blues Deluxe, contenuta nel terzo album di Joe da cui prende anche il titolo (Blues Deluxe, appunto), originariamente pubblicata nel primo disco del Jeff Beck Group, TRUTH, del 1968, e composta a 4 mani da Jeff Beck e Rod Stewart.


Dopo 7 anni e quindi nel 2010, esce Black Rock, ottavo album di Joe Bonamassa che contiene una cover la bellissima Spanish Boots, scritta da Jeff Beck, Rod Stewart e Ronnie Wood, pubblicata nel 1969 e contenuta nel secondo album del Jeff Beck Group: BECK-OLA


E dalle parole di Joe Bonamassa riportiamo alcune sue dichiarazioni sul grandissimo Jeff Beck a cui facciamo i nostri migliori auguri di BUON COMPLEANNO!!!

Joe Bonamassa: "Ovviamente Jeff Beck suona la Fender, ma suona anche la Les Paul. Potrebbe suonare un trampolo a molla e farne uscire un bel suono. Come canzoni direi "Let me love you, baby " e "Blues Deluxe". Spacca,amico! E' roba forte, davvero notevole. La sua versione di "I Ain't Superstitious" è eccezionale. E' decisamente allo stesso livello dell'originale di Howlin' Wolf. Adoro gli album "Truth" (1968) e "Beck-ola" (1969), ma se ne dovessi scegliere uno sceglierei "Blow by blow" (1975) perchè impazzisco per quello che fa con quella Les Paul. Ogni cosa su quest'album è stupenda. Il suo modo di approcciarsi alla chitarra beh....nessuno può far cantare la chitarra come Jeff Beck."




lunedì 23 giugno 2014

Borsa di studio "Berklee College of Music" di Boston per Daniele Truocchio. Partecipa alla campagna di Crowdfunding!!!

Daniele Truocchio è un giovane chitarrista jazz di Pomezia, alle porte di Roma, classe 1993. Recentemente Daniele grazie al suo indiscutibile talento ha vinto ben 2 borse di studio della famigerata scuola di musica di Boston "Berklee College of Music". La sua passione unita alla disciplina ed allo studio costante dello strumento ha fatto si che Daniele venisse scelto tra una miriade di ragazzi in tutto il mondo. Ora il sogno di volare in America sembra poter diventare realtà. Purtroppo però per frequentare i 4 anni della prestigiosa scuola in cui hanno studiato tra i tanti anche chitarristi del calibro di John Mayer e Pat Metheny, bisogna affrontare un discorso economico tutt'altro che semplice e per il quale il talento e la voglia non bastano. L'eventualità che un mio amico debba rinunciare ad un viaggio, meritatissimo, che gli cambierà sicuramente la vita mi spinge a fare qualcosa per lui, per cui vi chiedo di dare un occhiata alla campagna di crowfunding che Daniele ha avviato tramite la piattaforma Music Raiser. Si tratta, come forse ben saprete, di una raccolta fondi in cui a vari "tagli" di donazione corrispondono dei primi o dei riconoscimenti. Si parte da donazioni bassissime anche di 1, o 10€, per arrivare fino a quella massima di 500€ che vi darà l'opportunità di diventare Main Sponsor.
 Ripeto che quest'esperienza cambierà sicuramente la vita musicale di Daniele quindi potrebbe essere una buona occasione di pubblicità per gli addetti ai lavori nel mondo della musica. Inoltre, se personalmente non potete o non volete contribuire, vi chiedo soltanto di condividere questo post affinchè questo messaggio arrivi alle persone che possono e vogliono far parte di questo progetto. Siamo tanti e possiamo farcela. La partenza è prevista per Agosto e la campagna scade fra 11 giorni.


FACCIAMO GIRARE QUESTO POST !!!
Nei link sottostanti trovate tutte le informazioni dettagliate:

Visualizza la campagna di crowdfunding di Daniele Truocchio. Clicca QUI.

Breve video in cui Daniele Truocchio suona negli studi di Radio Kiss Kiss. Clicca QUI

Biografia, dettagli e spiegazioni in più sul progetto. Clicca QUI.




GRAZIE MILLE PER LA COLLABORAZIONE 





martedì 10 giugno 2014

Gli autori, i musicisti e il disco nelle parole di Kevin Shirley

Per preparare il disco, Bonamassa nel 2013 ha rinunciato a pubblicare un disco in studio, un evento raro per l'instancabile chitarrista, che nel frattempo ha lavorato alla creazione dei pezzi a Nashville con Jonathan Cain (Journey), conosciuto per i successi "Who's crying now?", "Open Arms" e "When you love a woman", James House e Jerry Flowers
"Sono persone che mi hanno ispirato molto e poter lavorare con autori del testo e compositori di quel calibro è stata un esperienza fantastica." racconta Bonamassa.



Registrato a Las Vegas, Studio At The Palms, Different Shades Of Blue è stato prodotto da Kevin Shirley che ha supervisionato in passato ben 15 lavori discografici di Joe inclusi gli album solisti e le collaborazioni con Black Country Communion e Beth Hart. Per completare lo stile unico come chitarrista e come cantante di Joe Bonamassa, Shirley ha messo insieme un gruppo di musicisti formato da ReeseWynas (organo, piano), Carmine Rojas (basso), Michael Rhodes (basso), Anton Fig (batteria e percussioni), Lenny Castro (percussioni), Lee Thornburg (tromba e trombone), Ron Dziubla (sassofono), la Bovaland Orchestra (archi) e Dough Henthorn e Melanie Williams (cori). 


"E' senza ombra di dubbio il mio album preferito di sempre di Joe Bonamassa - spiega Kevin Shirley - è un album che deve essere ascoltato nella sua interezza. Per fortuna i fans di Joe sanno ascoltare un opera solida e compatta e non soltanto delle canzoni."
Ogni anno Joe si impegna per pubblicare almeno un album per i fans, per ringraziarli della loro lealtà, dedizione, e per il loro entusiasmo di supporto anche su piattaforme come Twitter, Youtube, Instagram e Facebook che hanno aiutato ad accrescere esponenzialmente la reputazione di Joe negli Stati Uniti e nel resto del mondo. 
"Credo che Joe abbia imparato l'importanza di non sottovalutare mai il suo pubblico. Quando suona dona il meglio di sè e cerca sempre di proporre musica molto profonda ai suoi ascoltatori. Ci siamo impegnati davvero tanto per rendere il disco più "multidimensionale" possibile senza prendere nessuna scorciatoia nella sua realizzazione."

Leggi anche: Different Shades Of Blue, il nuovo album. Clicca QUI



Different Shades of Blue, il nuovo album

Circolano da poche ore notizie ufficiali riguardanti il nuovo album di inediti di Joe Bonamassa e noi di Joe Bonamassa Italia ci buttiamo subito a capofitto sul pezzo, e che pezzo! Quante sono tutte le "diverse tonalità di blu"? Boh, ma il titolo lascia presagire un buon mix di gran gusto come solo il grande chitarrista statunitense sa proporre... e noi, queste tonalità, vogliamo vederle e sentirle tutte!!!! Ecco la copertina dell'album:


LOS ANGELES. 10 Giugno 2014. 
Il candidato al Grammy Joe Bonamassa annuncia l'uscita del suo ultimo album in studio, Different Shades Of Blue (J&R Adventures) che sarà pubblicato il 23 Settembre 2014. E' il primo album in studio per Joe da due anni ad oggi ed è il primo in assoluto a contenere esclusivamente materiale originale inedito. Il risultato è un disco più sperimentale rispetto a tutti i suoi precedenti lavori. E' un disco blues che esplora in lungo e in largo le infinite sfaccettature di questo genere. 
"E' passato un po' di tempo dall'ultima volta in cui ho avuto a che fare con la composizione di un mio album. Ho deciso che avrei fatto un album blues completamente originale. - dice Bonamassa - Ho davvero dovuto spingermi a fare ancora di più rispetto a quello che ho fatto in passato. So che i fans se lo aspettano. E sento di doverlo ai miei fans, e di dover dare loro un album completamente inedito dopo tutti questi anni. 



lunedì 9 giugno 2014

Top 10 Batteristi by Gibson (#1)

Classifica redatta dalla Gibson sui migliori 10 batteristi della musica rock
Top 10 Drummers 
by 
Gibson

10- Ringo Starr (The Beatles)
Ben lontano dall'essere un batterista appariscente, Ringo Starr fa il suo unico solo di batteria nell'ultimo album dei Beatles. Ma pur mantenendo un basso profilo questo batterista era una parte essenziale dei Beatles cui contribuì non solo con la sua inventiva e il suo drumming stravagante, ma anche con il suo carattere "amichevole" e con il suo approccio moderatore all'interno delle dinamiche della band, soprattutto durante la seconda fase della carriera del gruppo. Alcuni suoi album solisti come "Photograph", "You're Sixteen" e "It Don't Come Easy" sono stati ottimi album di successo.  

9. Stewart Copeland (The Police, Oysterhead)
Famoso per aver fuso insieme rock, jazz, ritmi mediorientali e reggae. Dopo aver contribuito ad esaltare con la batteria la musica dei Police, ha intrapreso un progetto sperimentale con Claypool (Oysterhead), un progetto orchestrale (Orchestralli) ed ha composto colonne sonore per vari film come Wall Street e Highlander II.

8. Josh Freese (A Perfect Circle, Devo, Nine Inch Nails).
Uno dei più ricercati batteristi da studio per la sua precisione e per il suo groove martellante, Josh Freese ha preso parte a quasi 300 dischi, inclusi quelli dei Puddle of Mudd, Offspring, 3 Doors Down, Avril Lavigne e Tracy Bonham. E' lui l'addetto alle pelli della band A Perfect Circle e Vandals ed è stato il batterista in tour di Nine Inch Nails e Guns n'Roses (1997-2000). Non molti batteristi possono vantare una tale esperienza negli ambiti sia del rock che del jazz e pure del metal. Le sue capacità coprono l'intera gamma di generi che la musica moderna offre.

 7. Ginger Baker (Cream)
Essenzialmente, durante il periodo con i Cream, Ginger Baker inventò l'assolo di batteria. Pioniere della doppia cassa è stato uno dei più influenti batteristi degli anni '60, con il suo sound potente che ispirato le successive generazioni di batteristi heavy metal. Dopo l'esperienza dei Cream, Baker si afferma come grande influenza della world music e del jazz, dimostrando un talento vero che trascende i generi. 

6. Mike Portnoy (Dream Theater) 
Con il suo approccio basilare ma meticoloso Mike Portnoy ha ridefinito il drumming nella musica progressive rock, come batterista e fondatore dei Dream Theater. Pur non essendo il più veloce  il più virtuoso ha sempre conservato come oiettivo principale quello di servire la canzone sperimentando dove possibile. Proprio quell'attenzione ai dettagli e la sua creatività hanno portato la band Avenged Sevenfold nel 2010 a chiedergli di accompagnarli in tour. 

Scopri le prime 5 posizione della Top 10 Drummers by Gibson. Clicca QUI.



Top 10 Batteristi by Gibson (#2)

Top 10 Drummers 
by 
Gibson

5- Lars Ulrich (Metallica) 
Il metal non ha mai visto un batterista così interessante ed eccentrico come Lars Ulrich. Membro fondatore, songwriter e batterista della band dei Metallica, Ulrich è stato la forza trainante delle più conosciute tracce metal mai registrate. Il suo stile è semplice, ma rapido e deciso. Con i Metallica, Ulrich è sicuramente uno dei più popolari batteristi degli ultimi decenni. 

4- Dave Grohl (Nirvana, Foo Fighters, Them Crooked Vultures) 
Tra i più meritevoli batteristi del rock con i Nirvana, Dave Grohl ha preso il microfono in mano su "Marigold" dei Nirvana, b-side della canzone"Heart-Shaped Box". Grohl è poi diventato il fornt-man dei Foo Fighters con cui ha realizzato 7 album, ma non ha dimenticato la batteria, tornando a suonarla sugli album dei Queens of The Stone Age e con il supergruppo "Them Crooked Vultures". 

3- Keith Moon (The Who) 
La tecnica selvaggia di Keith Moon alla batteria era una parte della forza trainante degli Who, infatti il loro suono non è più stato lo stesso dopo la sua morte, nel 1978. Moon suonava la batteria con una temerarietà che molti batteristi "scolarizzati" avrebbero ritenuto essere una cosa da pazzi, ma è stata proprio questa sua personalità che lo ha reso la selvaggia e sfacciata anima della band. 

2- Neal Peart (Rush) 
Batterista e autore dei Rush, Neal Peart è considerato uno dei batteristi rock per eccellenza. E' conosciuto per le sue ingegnose parti di batteria e per i soli con passaggi stupefacenti, il che dimostra che la batteria può essere lo strumento principale. 

1- John Bonham (Led Zeppelin) 
Bonzo era famoso per la sua velocità, la sua intensità e il suo rapido piede destro, ma al di là di tutto, era un batterista che suonava "con l'anima". Nonostante tutta l'attenzione per i soli, per i ritmi e per le rullate, essenzialmente Bonham era un batterista molto semplice. Per le sue capacità di portare il tempo e di far scatenare la band (senza mai monopolizzare le luci dei riflettori, ma rivestendo comunque il ruolo di "campione nascosto" dei Led Zeppelin), Gibson.com lo riconosce come il Top Rock Drummer, un vero talento insostituibile.




domenica 8 giugno 2014

Top10 Bassisti by Gibson (#1)

The Top 10 Bassists of All Time
by
Gibson

10. John Paul Jones (Led Zeppelin)
Nonostante abbia fatto molto come polistrumentista dopo i Led Zeppelin, John Paul Jones verrà per sempre ricordato per il suo enorme contributo alla musica degli anni '60 - '70 in pezzi come, tra gli altri, "Ramble On" e "The Lemon Song".

9. Chris Squire (Yes)
Il membro più longevo degli Yes, l'unico ad essere presente in ogni album. Squire ha sviluppato il suo suono utilizzando il plettro ed esclusivamente il pickup al manico, incoroporando inoltre effetti per chitarra come il tremolo, il phaser ed il pedale del wah-wah nella sua tecnica bassistica.

8. Flea (Red Hot Chili Peppers)
Credeteci o no, Flea iniziò come trombettista alle scuole superiori. Passato al basso unì la sua tecnica con quella slap di Bootsy Collins nell'album di grande successo Blood Sugar Sex Magik. Cambierà strumentazione e negli album successivi suonerà molte meno note.

7. Les Claypool (Primus)
Slapping, tapping, bending, leva del vibrato ed uno strumming che trae ispirazione dal flamenco. Tutti questi elementi definisco lo stile del suono funk rock sperimentale della band di cui Claypool è frontman: i Primus.

6. Jaco Pastorius
La sua vita privata (tra problemi mentali e abuso di droga) è interessante quanto la sua tecnica, il che la dice lunga. Questo virtuoso, morto nel 1987 durante una rissa in un nightclub, era molto apprezzato da Miles Davis e Victor Wooten per la sua tecnica basata sull'uso esclusivo del pickup al ponte e del fingerstyle.





Top10 Bassisti by Gibson (#2)

The Top 10 Bassists of All Time
 by 
Gibson

5. Geddy Lee (Rush)
Per più di 40 anni ha guidato la band protagonista del prog-rock mondiale. Oh si, questo personaggio brillante è anche il cantante ed il tastierista dei Rush. Molti bassisti "heavy" sono stai fortemente influenzati da Geddy Lee (Cliff Burton, Steve Harris degli Iron Maiden, John Myung dei Dream Theater e Les Claypool dei Primus).


4- Cliff Burton (Metallica)
 Burton ha contribiuto a tre grandi album dei Metallica prima di morire all'età di 24 anni nel 1986 in un incidente d'autobus. Conosciuto per il suo ruolo di "bassista leader", Burton ha dato un maggiore contributo al suono dei Metallica rispetto agli altri bassisti, partecipando sia alla composizione delle melodie che a quella degli assoli.

 3- John Entwistle (The Who) 
Versatile bassista degli Who, Entwistle era imprevedibile, poteva passare dal melodico e solido al ritmico e rumoroso (fu uno dei primi a usare un Marshall Stack). Appassionato di strumenti, ha accumulato più di 200 bassi, prima di morire di infarto nel 2002.

 2- James Jamerson 
Questo genio del basso è rimasto inspiegabilmente sconosciuto fino a qualche anno fa, quando la Rock and Roll Hall of Fame lo ha introdotto tra i suoi favoriti nel 2000. Avendo preso parte a tutte le hit di successo dei Motown Records, lo si può ascoltare in classici come "My Girl", "For Once in my life", "I Heard it Through The Grapevine", e la lista potrebbe continuare all'infinito. 

1-Paul McCartney (The Beatles) 
Anche se non si può certo negare la sua bravura, non penseresti mai che Macca possa trovarsi al top di questa lista. Ma lo abbiamo messo al primo posto perchè sfidiamo chiunque a trovare un bassista così influente in tutto il sistema solare. E comunque non lo si troverebbe. McCartney è diventato il bassista dei Fab Four dopo che il primo bassista della band, Stuart Sutcliffe lasciò il gruppo per iscriversi ad una scuola d'arte.

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venerdì 6 giugno 2014

Date Tour Giugno 2014

Giugno è un mese intenso per Joe Bonamassa. Il chitarrista, impegnato a girare l'Europa in occasione del suo tour estivo, terrà ben 15 concerti (contando la data di ieri in Danimarca) in soli 23 giorni. Instancabile come la sua musica Joe Bonamassa si conferma un eccellente "macchina da live"!!!

Giugno 2014

05   Sonderborg   Danimarca   Molleparken
06   Solvesborg   Svezia   Sweden Rock (Festival)
07   Landgraaf. Holland   Olanda   Pinkpop Festival
09   Lille   Francia   Lille Zenith Arena
10   Nantes   Francia   Nantes Zenith Metropole
13   Strasburgo   Francia   Strasbourg Zenith Europe
14   St. Goarshausen   Germania   Loreley Open Air/Classic Rock Night
15   Leistershire   Inghilterra   Download Festival
18   Bordeaux   Francia   Bordeaux Patinoire Meriadeck
19   Tolosa   Francia   Tolouse Zenith
21   Basauri   Spagna   Azkena Festival
23   Marsiglia   Francia   Marseille Dome
24   Nizza   Francia   Nice Palais Nikaia
26   Firenze   Italia   Teatro Comunale
28   Londra   Inghilterra   Calling Festival


Dopo un periodo di vacanza il tour di Joe Bonamassa riprenderà dagli Stati Uniti con la data del 27 Agosto a Cheyenne nel Wyoming.

martedì 3 giugno 2014

Gibson Top Ten Guitarists pt1

Top 10 Guitarists
by
GIBSON

10- Pete Townshend (The Who)
Nessuna chitarra ha mai avuto un suono così rabbioso come quella suonata da Pete Townshend. Ascoltate "Young Man Blues" sul Live at Leeds oppure "The Real Me" su Quadrophenia, e sentirete il suono di un uomo sul bordo di un precipizio, che abusa del suo strumento, essendo l'unico modo di esprimere la sua rabbia repressa. Troppo unico per conformarsi ai Mods, troppo musicale per essere un vero punk, Pete Townshen è un caso a sè.
Michael Wright

9- Robert Johnson
Non esiste un chitarrista che ha avuto un così grande impatto sul blues moderno e sulla chitarra quanto Robert Johnson. Keith Richards una volta ha descritto il suono di Johnson "come fosse Bach". Clapton definisce la musica di Johnson "Il pianto più potente che si possa trovare in una voce umana".
Russell Hall

8-Chet Atkins
Uno dei membri fondatori e degli "architetti" del suono tipico di Nashville è stato proprio Chet Atkins, senza dubbio il più grande chitarrista country di tutti i tempi. Guardatevi il DVD "Chet  Atkins: Certified Guitar Player" e vi renderete conto dell' inequivocabile grandezza di questo chitarrista.
Sean Dooley

7- Eddie Van Halen (Van Halen)
Tutti gli innumerevoli chitarristi del mondo possono essere divisi in due gruppi: quelli "pre-Van Halen" e quelli "post-Van Halen". Eddie ha inventato il tapping a due mani, creando una cacofonia sinfonica mai sentita prima, e da quel momento in poi il rock non è più stato lo stesso. Eddie è stato il più influente chitarrista degli ultimi 30 anni.
Sean Dooley

6- Jeff Beck (The Yardbirds, The Jeff Beck Group)
 Solo i più rari musicisti sono capaci di celebrare il loro 65° compleanno registrando uno dei loro migliori album, e Beck lo ha fatto con l'album del 2010 "Emotion & Commotion", che richiama la passione del sui capolavori del 1970 "Blow By Blow" e "Wired". In un piccolo club, oppure al Crossroad Festival, Beck è il maestro indiscusso della chitarra elettrica.
Ted Drozdowski

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Gibson Top Ten Guitarists (pt2)

Top 10 Guitarists 
by 
GIBSON

5- Chuck Berry
La sua sintesi brillante di chitarra blues ed hillbilly ha portato alla nascita del linguaggio rock'n'roll. La sua tecnica affilata, il suo suono stupendo, e quel movimento di bending su "Carol" dicono molto di più di qualsiasi assolo super-shredding della storia. Uno dei più grandi di sempre.
Bryan Wawzenek

4. Eric Clapton (Cream, Derek and the Dominos)
Dimenticate gli assoli, i Cream, Derek and the Dominoes e gli Yardbirds. Basta l'assolo di "My Guitar Gently Weeps" dei Beatles per dire che i ragazzi dovrebbero continuare a scrivere "Clapton is God" sui muri delle loro città. Il chitarrista soprannominato Slowhand ha sempre avuto una forte propensione per la melodia e per gli assoli improvvisati comunque pieni di sostanza, con il suo suono profondo e sentimentale, forte ed incendiario.
Aidin Vaziri


3. Keith Richards (The Rolling Stones)
Leader indiscusso dei Rolling Stones, re del riff, il migliore chitarrista ritmico della storia. Il suo "linguaggio" semplificato all'osso è di indimenticabile efficacia. Brown Sugar, Start me up, Keith ha spesso unito la chitarra ritmica e quella solista in una macchina da guerra con accordatura aperta tuttora al servizio di una canzone e di una band.
Bryan Wawzenek


2. Jimmy Page (Led Zeppelin)
Mago supremo, Page ha messo insieme blues, rockabilly e folk per spararli fuori come cannonate dalla sua chitarra. La sua esperienza si estende al campo della composizione e della produzione. Yardbirds, Led Zeppelin, progetto solista, collaborazioni con i Black Crowes e col suo "vecchio socio" Robert Plant. Page è uno dei più stimati chitarristi d'influenza per tutti. The Edge e Jack White tornano studenti a lezione quando nel film It Might Get Loud il maestro impartisce la lezione sugli accordi aperto con "Whole Lotta Love".
Michael Wright


1. Jimi Hendrix
Jimi Hendrix ha rivoluzionato la musica rock e il concetto di suonare la chitarra elettrica, costruendo un ponte tra il blues, il rock and roll e le sperimentazioni psichedeliche di metà anni Sessanta. Mai nessun altro è parso così in simbiosi con il suo strumento: i suoi concerti più che performance erano simili ad esperienze extracorporee. Tre soli album per una breve carriera che lascia la testimonianza di un momento-simbolo della storia del rock, il live a Woodstock. "Hendrix ha lanciato un cocktail-bomba sul rock and roll" disse Neil Young quando introdusse Jimi Hendrix nella Rock and Roll Hall of Fame.
Andrew Vaughan

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