domenica 7 luglio 2013

Telling Stories

D. Boy 
 Telling Stories 
Il blues parla all'anima, non ha a che fare con il successo, anzi, spesso il vero blues è il frutto di un insuccesso personale. Come i primi bluesman della storia , che non godevano certo di condizioni sociali invidiabili. Ma il mondo cambia , si evolve, cosi anche il blues. I bluesman non lavorano più nei campi di cotone, non almeno quelli che conosciamo noi. Sono comunque sicuro che in qualche posto sperduto, qualche bravo uomo stia scrivendo una canzone nuovae e unica, con i limitatissimi mezzi a disposizione e senza neanche sapere che esistono tecniche o regole specifiche da seguire come musicista. Parlando del blues che in qualche modo riesce a far sentire la propria presenza a livello mondiale non c'è dubbio sul fatto che rimane quella caratteristica di indipendenza a qualsiasi schema commerciale o di spettacolo. Considerando le varie crisi (discografica, economica, o personale dei vari artisti spiaccicati in prima pagina senza motivi musicalmente validi) lo scenario in cui si inserisce lo spettacolo del signor Bonamassa ha dell'incredibile . O forse no, forse basta avere personalità, basta essere fieri e orgogliosi del proprio duro lavoro , ed ecco che anche uno umile e timido come Joe intraprende una carriera che accompaganta dal talento eccezionale, lo porta in giro per il mondo alla media di 200 concerti all'anno. Rimane la voglia, dei veri bluesman, di tradurre in musica un sentimento che condividiamo tutti quanti soprattutto quando la vita non procede come avremmo sperato. Il blues non insegue il successo, ma a volte lo trova, come nel caso di Joe, beffandosi della logica commerciale secondo cui un musicista deve preconfezionare le sue canzoni adattandole a strutture e suoni prestabiliti. Scappando da tale logica riesce a dare in pasto al pubblico proprio quello che il pubblico vuole. Quando queste succede le grandi menti del marketing del music business me li immagino rossi, con il fumo che gli esce dalle orecchie, gli occhi gonfi e il rumore del bollitore a pressione in sottofondo. Che tanto nessuno meglio di un artista in fuga da tutto questo può capire veramente quello che il pubblico vuole. Perchè un vero bluesman, come Joe, non sta sul piedistallo, sta in mezzo al pubblico , non ha da impartire lezioni di vita , nè poesie , ma guarda i maestri del passato con il rispetto che è dovuto loro. Il blues è più di una semplice musica, è il racconto della verità, del dolore, delle diffidenze e dei dispiaceri del genere umano. E' tutta una serie di realtà che alla fine non è musica, è più una situazione. Il blues trascende la musica. Abbraccia l'essere umano che è dentro il musicista che sta tra il pubblico.

(D.Boy) 

La playlist della Vale oggi contiene :  
1- Robert Johnson: Sweet home Chicago
1- Joe Bonamassa: Blue & Evil
2- Joe Bonamassa: Dust Bowl
3- Otis Redding: Sitting on the dock of the bay
4- Led Zeppelin: Kashmir


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