sabato 21 settembre 2013

Peccati musicali al di fuori del mondo del blues (2 di 3)

Miles Davis - We Want Miles
 (1981)

"Questo è stato l'album con cui Miles Davis ha segnato il suo ritorno. Lo registrarono a "The Channel" a Boston. Ci sono due stupende versioni di "Jean Pierre" su questo disco, ma la prima, con Mike Stern che imbraccia una Telecaster, è spettacolare.
E' eccentrico, alla moda e così stupefacente! Io adoro il jazz-rock, dove ci sono parecchie variazioni abbastanza complicate , tipiche del jazz. Ma qui è un chitarrista rock che suona. E' per questo che amo anche "Spectrum", l'album di debutto di Billy Cobham e cose del genere. Quest'unione di due generi che si fondono perfettamente insieme è veramente divertente. C'è sia un tizio che conosce tutte le note di ogni corda, ma c'è anche quello che dice 'Ehi, io suono sopra quello che stai facendo te, basta che suona bene!'

Vernon Reid - Mistaken Identity 
(1996)

"Se ascoltate le canzoni contenute nell'album 'Living Colour', sicuramente noterete che Vernon, come chitarrista, ha uno stile davvero unico, che consiste in pratica in: 'è il momento del solo....via!!' (ride) Ci andava giù pesante. Ma se vai a vedere su Mistaken Identity c'è davvero poca roba riguardo gli assoli.
Per essere un disco strumentale, sono le idee musicali a farmi pensare che manca qualcosa.
 "Mistaken Identity", comunque, è un bel minestrone, e tutte le melodie e le canzoni sono stupende. Non è per niente roba rock. C'è sia un pò di jazz, che un pò di hip-hop e rap, ma non è per niente un'accozzaglia di stili. Si incastra tutto perfettamente.

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