Peter Green
"A differenza di molti chitarristi blues, Green era un grande autore"
"E così torniamo di nuovo a parlare di John Mayall e dei Bluesbreakers." A hard road" (1967) è un bellissimo album che mostra quanto è grande il talento di Peter Green. E, ovviamente, tutti i suoi lavori con i primi Fleetwood Mac sono brillanti. Il sound, quello della sua Les Paul sul brano "Black Magic Woman"....ho i brividi. E, a differenza di molti artisti blues, era anche un grande songwriter.
Il suo fraseggio era impeccabile. Ha unito lo stile americano con quello inglese così bene, ed ha creato un qualcosa di suo davvero unico. Mi ha influenzato davvero tanto.
Sono indeciso tra "A Hard road" e gli album dei Fleetwood Mac su cui si trovano "On Well" (Then Play On , pubblicato in america nel 1969) e "Albatross" (English Rose, pubblicato in america nel 1969). Ma devo dire che la versione della canzone "So many roads" (da "A Hard Road" del 2006), è eccezionale, quindi scelgo i Bluesbreakers quando si tratta di Peter Green.
Ronnie Earl
"Ha impersonato l'atmosfera blues tipica della East coast di Boston"
"Lui è l'unico, in questa mia lista, che suona una Fender. Suona in modo così pulito e con un tono eccezionale. Per essere uno che semplicemente infila il jack in un Super Reverber, ha reso l'atmosfera blues della costa orientale di Boston quell'atmosfera particolare che la contraddistingue, e che mi ha sempre attirato parecchio.
Alle mie orecchie è uno che viene dalla scuola blues di Elmore James e T-Bone Walker. Come influenza è proprio li, soprattutto nei primi anni.
Il suo album migliore è probabilmente "Soul Searchin" (1988), con Darrell Nulisch alla voce. Il merito è proprio delle canzoni. Molti chitarristi blues si perdono negli assoli; non fatto altro che un lungo e interminabile assolo. Ma credo che un grande album blues debba soprattutto contenere belle canzoni, e Soul Searchin è pieno di belle canzoni.
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