Un entusiasta pubblico Gallese ha assorbito la musica che il maestro della chitarra Joe Bonamassa, che ha esplorato ogni genere possibile partendo dal blues per passare al folk, al bluegrass, al funk, al rock, per arrivare al jazz, era lì a suonare. Lui che è probabilmente il miglior chitarrista al mondo. Se non lo è, di sicuro ci si avvicina parecchio. Non solo perchè sa suonare tante note e nel giusto ordine, ma soprattutto perchè lo fa variando stili e interpretazioni. Ci sono tanti bravi musicisti lì fuori che regnano all'interno di un loro specifico genere, ma Bonamassa non si presenta come un musicista che può essere catalogato per genere.
Lui usa il blues come base per esplorare poi l'intero universo musicale, sperimentando con il folk, il bluegrass, il funk, il rock, il jazz e tutti i generi intermedi, e scrivendo brani originali che saltano da un genere all'altro. E' un chitarrista precoce in termini Blues, è già da venticinque anni che si esibisce! La sua carriera inizia nel 1989 all'età di 12 anni, quando aprì un concerto di BB King. Quindici album solisti dopo si esibisce ancora circa 200 volte all'anno. Nonostante la sua eccezionale band, non sembra un bluesman. Vestiti eleganti e occhiali da sole si addicono più ad un "Quentin Tarantino", ma non appena inizia a suonare non ci sono più dubbi. Ha suonato per il pubblico della Motorpoint Arena ed anche se erano lì per lui, non l'ha mai dato per scontato e si è comportato in maniera gentile con i suoi fans, alcuni dei quali provenivano da Franica e Germania. Le sue canzoni sono straordinarie e mostrano la sua grande versatilità. All'inizio suona in maniera dolce e delicata, per passare poi al rock duro e tagliente, per poi tornare a lamentosi riff blues; il tutto all'interno di una sola canzone. In altre canzoni invece si siede da solo sul palco con una chitarra acustica che suona con incredibile velocità e brio. A differenza di molti chitarristi rock-blues, Bonamassa ha affermato che molte delle sue influenze musicali derivano da artisti inglesi e irlandesi, invece che da artisti americani. In effetti si nota un'evidente influenza celtica in molti suoi pezzi, cosa che il pubblico gallese ha notato e apprezzato molto.
domenica 29 settembre 2013
sabato 28 settembre 2013
2° anniversario "Don't Explain"- Beth Hart e Joe Bonamassa
La migliore collaborazione musicale del decennio
Le strade di Joe e Beth si sono incrociate più volte in passato, avendo suonato insieme in numerosi festival europei. All'inizio del 2010 Joe è rimasto catturato da un suo show a Londra: "E' stato fantastico" dice Bonamassa e gli propone di fare una collaborazione. Don't Explain prende forma quell'estate mentre Bonamassa si trovava a Santorini in Grecia per registrare il suo album "Dust Bowl".
"Ero rimasto sveglio fino a tardi una notte perchè non riuscivo a chiudere occhio. Stavo ascoltando con il mio i Pod delle canzoni dall'album Get Yer Ya-Ya's Out che contiene i pezzi principali di quel live degli Stones" racconta Joe. "Non appena inizia la traccia con Ike e Tina Turner ho urlato: Beth Hart! Ho mandato un email a Kevin: "Facciamo un disco di cover soul con Beth" e lui mi ha risposto "E' davvero una gran bella idea."
Hart fu daccordo anche se racconta "Quando ho ricevuto la chiamata di Joe per fare un disco soul con me, pensavo si trattasse di occuparmi dei cori. Lui disse: 'No, sarai la voce principale.'" Cosi con Kevin e Joe, Beth ha scelto la scaletta finale che comprende canzoni celebri di artisti come Billie Holiday (la titletrack Don't Explain), Aretha Franklin (Ain't no way), Bill Withers (For my friends), Ray Charles (Sinner's Prayer), Delaney & Bonnie (Well, Well in cui Beth duetta con Joe alla voce), Tom Waits (Chocolate Jesus), Etta James (I'd rather go blind e Sometimes got a hold on me) una delle preferite di Hart, e altre.
Stay tuned per altri importanti aggiornamenti su Joe e Beth
lunedì 23 settembre 2013
Peccati musicali al di fuori del mondo del blues (3 di 3)
Harry Connick, Jr.- She (1994)
Quando pensano a lui, tutti hanno in mente quello del film "Indipendence Day" oppure il cantante crooner stile Sinatra; è così che appare quando sta lì sul palco davanti alla band o ad un'orchestra. Ma quando si siede al piano e inizia a suonare cose in stile New Orleans, è terribilemente eccezionale. E' un album molto funk, ma non cerca a tutti i costi di rispecchiare uno stile - è semplicemente autentico."
D'Angelo-Brown Sugar (1995)
Lo vidi un paio di anni dopo ad un concerto che fecero dopo il Dick Clark's Rockin' New Year's Eve (programma televisivo). C'erano dei ragazzini pop che muovevano le labbra, tutti perfettamente sincronizzati tra di loro e prima che il disastro fosse completo, intorno a mezzanotte e mezza circa interruppero questa "esibizione" e inquadrarono un palco dove c'erano i veri musicisti. D'Angelo salì sul palco, con una band da urlo, Eric Clapton e David Sanborn e altri. Cantò una canzone di Bill Withers, e mi ha letteralmente rapito.
Brown Sugar è fantastico, e c'è anche un altro album eccezionale che è "Vodoo". Mi piace più Brown Sugar però. E' stupendo.
Writing towards the daylight: condividi le tue conoscenze
Volete essere protagonisti per un giorno del blog di Joe Bonamassa Italia? Stiamo cercando insegnati di musica, musicisti, artisti, o anche semplici appassionati che abbiano le conoscenze e l'entusiasmo per scrivere un articolo in cui analizzare lo stile e la tecnica di Joe Bonamassa; potete spiegarci il vostro punto di vista, cosa intravedete/sentite nel suo stile, le tecniche , i fraseggi, gli assoli, qualsiasi cosa sapete a riguardo. L'articolo porterà la vostra firma, e se volete potrete accompagnarlo con la vostra biografia, potete scrivere brevemente chi siete, cosa fate e quali sono i vostri progetti. Il tutto verrà pubblicato sul blog e condiviso sulla pagina facebook Joe Bonamassa Italia.
Se siete interessati e volete partecipare mandateci i vostri scritti all'indirizzo joebonamassaitalia@gmail.com
C'è tempo fino al 31 Ottobre.
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C'è tempo fino al 31 Ottobre.
sabato 21 settembre 2013
Peccati musicali al di fuori del mondo del blues (2 di 3)
Miles Davis - We Want Miles
(1981)
E' eccentrico, alla moda e così stupefacente! Io adoro il jazz-rock, dove ci sono parecchie variazioni abbastanza complicate , tipiche del jazz. Ma qui è un chitarrista rock che suona. E' per questo che amo anche "Spectrum", l'album di debutto di Billy Cobham e cose del genere. Quest'unione di due generi che si fondono perfettamente insieme è veramente divertente. C'è sia un tizio che conosce tutte le note di ogni corda, ma c'è anche quello che dice 'Ehi, io suono sopra quello che stai facendo te, basta che suona bene!'
Vernon Reid - Mistaken Identity
(1996)
Per essere un disco strumentale, sono le idee musicali a farmi pensare che manca qualcosa.
"Mistaken Identity", comunque, è un bel minestrone, e tutte le melodie e le canzoni sono stupende. Non è per niente roba rock. C'è sia un pò di jazz, che un pò di hip-hop e rap, ma non è per niente un'accozzaglia di stili. Si incastra tutto perfettamente.
mercoledì 18 settembre 2013
Jimi Hendrix nelle parole di Joe Bonamassa
Sin dall'età di 12 anni Joe Bonamassa ha suonato il blues al fianco dei grandi nomi, come BB King solo per dirne uno. Di conseguenza il ragazzo possiamo dire che "ne sa qualcosa". Durante un'intervista per il podcast di MusicRadio Joe ha parlato dell'impatto di Jimi Hendrix sulla musica di tutto il mondo.
"Non penso che tutta la musica che è possibile sentire alla radio oggigiorno sarebbe esistita senza Jimi Hendrix" dice BOnamassa. Rock, blues-rock, heavy metal, qualsiasi genere che ha ache fare con le chitarre, se andiamo a vedere bene, Jimi l'ha fatto. E' stato sicuramente lui ad aver inventato il blues-rock per i chitarristi. Certo potremmo dire che anche Eric Clpaton l'ha fatto, e io amo da matti Eric Clapton, ma Hendrix ha portato il genere alle masse in una maniera che non aveva mai avuto precedenti. Inoltre se sei un tipo da Fender, allora Jimi è quello che fa per te.Una cosa in cui Jimi Hendrix secondo me è un pò sottovalutato è la sua abilità con gli accordi e con i rivolti degli accordi ed era in grado di far suonare alla grande una band di tre elementi. Quando Hendrix e l'Experience sono entrati sulla scena, per gli altri power trio deve essere stata molto dura.
"Non penso che tutta la musica che è possibile sentire alla radio oggigiorno sarebbe esistita senza Jimi Hendrix" dice BOnamassa. Rock, blues-rock, heavy metal, qualsiasi genere che ha ache fare con le chitarre, se andiamo a vedere bene, Jimi l'ha fatto. E' stato sicuramente lui ad aver inventato il blues-rock per i chitarristi. Certo potremmo dire che anche Eric Clpaton l'ha fatto, e io amo da matti Eric Clapton, ma Hendrix ha portato il genere alle masse in una maniera che non aveva mai avuto precedenti. Inoltre se sei un tipo da Fender, allora Jimi è quello che fa per te.Una cosa in cui Jimi Hendrix secondo me è un pò sottovalutato è la sua abilità con gli accordi e con i rivolti degli accordi ed era in grado di far suonare alla grande una band di tre elementi. Quando Hendrix e l'Experience sono entrati sulla scena, per gli altri power trio deve essere stata molto dura.
ALBUM
Se devo scegliere un album che preferisco scelgo Axis: Bold as Love. Migliori pezzi scritti, migliori pezzi suonati, molto avventuruoso come album. Non tanto per le cose più palesi, ma per tutte le sottigliezze che contiene, c'è davvero tanta creatività in quell'album. E' magnifico.
E' TUTTO NELLE MANI
Jimi Hendrix è il classico esempio del chitarrista che fa la differenza con le sue mani, in tutto quello che ha fatto. Conosco persone che pensiano sia per i primi tipi di effetti o cose simili, ma ho delle foto in cui sta suonando delle Les Paul, o delle Jazzmaster oppure le Flying V e sono collegate direttamente dentro l'amplificatore. Non sono stato a quei concerti ovviamente, ma sono sicuro che il suono che usciva da quegli amplificatori era il suono di Jimi Hendrix. Per me, quello è essere un bravo musicista.martedì 17 settembre 2013
Peccati musicali al di fuori del mondo blues (1 di 3)
"La gente pensa che non appena torno a casa, un disco dei Bluesbreakers con Eric Clapton vola immediatamente dallo scaffale allo stereo" Dice Joe Bonamassa. "Sbagliato. Infatti, molta della musica che ascolto non ha nemmeno l'ombra di una chitarra al suo interno."
Considerato uno dei migliori chitarristi rock-blues della sua generazione, Bonamassa rivela che una dieta musicale che spazia in ogni genere è la chiave della sua creatività. "Ascoltare generi diversi migliora notevolmente le tue abilità musicali" -dice- " Non puoi ascoltare sempre solo un genere".
C'è stato un periodo, comunque, in cui la playlist di Joe non era così ampia. Ad un certo punto, durante la sua infanzia, si rifiutò di ascoltare qualsiasi tipo di musica prodotta dopo il 1971. "Ero il più patetico ragazzino fuori moda che ci fosse in giro" dice. "I miei amici mi chiedevano: hai sentito il nuovo disco dei Van Halen?" E io rispondevo "Uhm...No". Ascoltavo Frank Marino e Mahogany Rush".
E' grazie al suo insegnante che lo seguì durante l'infanzia, il virtuoso Danny Gatton, che iniziò ad allargare i suoi orizzonti musicali. "Danny mi ha cambiato la vita" dice.
"Mi diceva sempre: 'C'è così tanta musica là fuori. Non c'è modo di ascoltare tutto'. E poi c'erano tizi come Ry Cooder e Billy Gibbons, che erano esperti musicologi, che invece conoscevano ogni minima cosa. Io non sono così, devo ammetterlo."
Funk, jazz, country, metal, fusion - c'è posto per tutto nell' iPod di Joe Bonamassa, proprio insieme a tutti i suoi artisti blues preferiti. Gli chiediamo se c'è un genere musicale a cui è del tutto allergico, lui ride e dice " Tutto ciò che i ragazzini di oggi chiamano 'Pop'. Stavo guardando gli American Music Awards, e devo dirtelo, non avevo la più pallida idea di chi fossero quei tizi. Tutto quello che suonavano sembrava fatto al computer. Ragazzi, non sembro un vecchio brontolone?!"
Nelle pagine seguenti, Bonamassa ci parlerà dei suoi "peccatucci musicali", 5 album che non metterebbe mai nella Hall Of Fame del blues, ma che comunque trova piacevoli.
"Ovviamente, tutti gli album di Bruce Hornsby sono belli, ma questo in particolare è il miglior album che abbia mai fatto in assoluto. Gli arrangiamenti sono brillanti. Tira fuori così tante idee,e la strumentazione della band è eccezionale. C'è un sacco di roba interessante su quest'album.
E' sicuramente un ascolto impegnativo, ma nulla di troppo complicato. Non devi sforzare troppo le meningi quando lo ascolti. Puoi tranquillamente viaggiare con la mente, lasciandoti cullare dai ritmi delle varie canzoni.
Quando mi appassiono a qualcuno, comincio ad ascoltarmi tutto quello che fa, ogni concerto. Per me è durante un live che si scrive la storia. Anche per quanto riguarda me, il lavoro in studio è un buon punto di partenza, ma quando sali sul palco, le canzoni le hai suonate centinaia di volte; ormai le sai a memoria.
Mi sono imbattuto in questo album quando ero da "Barnes & Noble", o qualcosa del genere. Stavo lì a dare un'occhiata ai cd e ho visto quest'album. Conoscevo certamente "Mandolin Rain" e le altre canzoni che trasmettevano in radio, ma non appena comprai il disco, divenne un artista fondamentale, sia lui che la sua band. Mettevo l'album nello stereo e subito calava il silenzio. Io rimanevo a bocca aperta e pensavo 'Wow, che band cazzo'!
Considerato uno dei migliori chitarristi rock-blues della sua generazione, Bonamassa rivela che una dieta musicale che spazia in ogni genere è la chiave della sua creatività. "Ascoltare generi diversi migliora notevolmente le tue abilità musicali" -dice- " Non puoi ascoltare sempre solo un genere".
C'è stato un periodo, comunque, in cui la playlist di Joe non era così ampia. Ad un certo punto, durante la sua infanzia, si rifiutò di ascoltare qualsiasi tipo di musica prodotta dopo il 1971. "Ero il più patetico ragazzino fuori moda che ci fosse in giro" dice. "I miei amici mi chiedevano: hai sentito il nuovo disco dei Van Halen?" E io rispondevo "Uhm...No". Ascoltavo Frank Marino e Mahogany Rush".
E' grazie al suo insegnante che lo seguì durante l'infanzia, il virtuoso Danny Gatton, che iniziò ad allargare i suoi orizzonti musicali. "Danny mi ha cambiato la vita" dice.
"Mi diceva sempre: 'C'è così tanta musica là fuori. Non c'è modo di ascoltare tutto'. E poi c'erano tizi come Ry Cooder e Billy Gibbons, che erano esperti musicologi, che invece conoscevano ogni minima cosa. Io non sono così, devo ammetterlo."
Funk, jazz, country, metal, fusion - c'è posto per tutto nell' iPod di Joe Bonamassa, proprio insieme a tutti i suoi artisti blues preferiti. Gli chiediamo se c'è un genere musicale a cui è del tutto allergico, lui ride e dice " Tutto ciò che i ragazzini di oggi chiamano 'Pop'. Stavo guardando gli American Music Awards, e devo dirtelo, non avevo la più pallida idea di chi fossero quei tizi. Tutto quello che suonavano sembrava fatto al computer. Ragazzi, non sembro un vecchio brontolone?!"
Nelle pagine seguenti, Bonamassa ci parlerà dei suoi "peccatucci musicali", 5 album che non metterebbe mai nella Hall Of Fame del blues, ma che comunque trova piacevoli.
Bruce Hornsby - Here Come The Noise Makers (2000)
"Ovviamente, tutti gli album di Bruce Hornsby sono belli, ma questo in particolare è il miglior album che abbia mai fatto in assoluto. Gli arrangiamenti sono brillanti. Tira fuori così tante idee,e la strumentazione della band è eccezionale. C'è un sacco di roba interessante su quest'album.
E' sicuramente un ascolto impegnativo, ma nulla di troppo complicato. Non devi sforzare troppo le meningi quando lo ascolti. Puoi tranquillamente viaggiare con la mente, lasciandoti cullare dai ritmi delle varie canzoni.
Quando mi appassiono a qualcuno, comincio ad ascoltarmi tutto quello che fa, ogni concerto. Per me è durante un live che si scrive la storia. Anche per quanto riguarda me, il lavoro in studio è un buon punto di partenza, ma quando sali sul palco, le canzoni le hai suonate centinaia di volte; ormai le sai a memoria.
Mi sono imbattuto in questo album quando ero da "Barnes & Noble", o qualcosa del genere. Stavo lì a dare un'occhiata ai cd e ho visto quest'album. Conoscevo certamente "Mandolin Rain" e le altre canzoni che trasmettevano in radio, ma non appena comprai il disco, divenne un artista fondamentale, sia lui che la sua band. Mettevo l'album nello stereo e subito calava il silenzio. Io rimanevo a bocca aperta e pensavo 'Wow, che band cazzo'!
lunedì 16 settembre 2013
gallery - Alcuni grandi chitarristi
"Qualsiasi cosa sono adesso e in qualsiasi posto andrò, è grazie a chi c'è stato prima. Questi sono i musicisti da cui ho appreso tutto quello che so." *
Joe Bonamassa
mercoledì 11 settembre 2013
Albert King e Robert Cray - chitarristi preferiti di Joe B (6 di 6)
Albert King
"Il suo modo di suonare era incredibile. Devi assolutamente imparare ogni sua singola nota."
"Ho sentito una registrazione live di una canzone chiamata "As the years go passing by " che era così ben strutturata e creativa, che dovevi assoutamente imparare ogni sua singola nota. E sto parlando di un solo di ben otto minuti! Inoltre, ascoltatevi il suo sound su "Crosscut Saw", è davvero imponente. E' al livello di molte classiche canzoni dei Bluesbreakers.
Il suo album " Born under a bad sign" (1967) è uno di quegli album che chiunque dovrebbe avere a casa. Prima di tutto, la canzone iniziale (che dà anche il nome all'album) mi sconvolge ogni volta. Poi c'è "Crosscut Saw", che ho già menzionato prima. Sapete, scegliere una canzone da quest'album è davvero dura, perchè l'intero disco è meraviglioso!
Robert Cray
" E' sicuramente l'erede di B.B.King e Buddy Guy"
"Negli anni '80 guardavo spesso MTV e vedevo tutte queste band come i "Cinderella" vestiti di Spandex (tessuto per vestiti di scena). Ma poi c'era questo tizio di nome Robert Cray che suonava una canzone chiamata " Smokin' Gun", ed era come se lui venisse da un altro pianeta. Chi era questo bel tipo in mezzo a tutti questi capelloni metallari?
La sua carriera vanta numerosissime canzoni veramente molto belle, anche se usa una tecnica è davvero bizzarra. Per esempio, prendete la canzone " Time makes two"- un normale essere umano non sarebbe capace di suonarla. Riesce a spostarsi con l'indice dal sesto tasto fino al primo rimanendo fermo con mignolo e anulare al sesto.
Questo ragazzo è eccezionale! Nessuno parlava di lui, il che è una vera vergogna, perchè secondo me lui è l'erede di B.B.King e Buddy Guy.
"Strong Persuader" è il suo miglior album. Un eccellente disco dall'inizo alla fine. Potevo fare a meno di quelle tastiere però. Magari un giorno qualcuno farà una versione alternativa,.mettendo la chitarra sempre in primo piano e togliendo le tastiere. Comunque, è un album che merita di essere ascoltato.
lunedì 9 settembre 2013
Paul Kossoff e Gary Moore - chitarristi preferiti di Joe B (5 di 6)
Paul Kossoff
"Non gli servono effetti. Tutto quello che fa Paul Kossoff proviene dalle sue mani."
Nessuno parla di lui, ma dovrebbero farlo invece. E' stato un gigante. Uno dei migliori chitarristi degli anni '70, ingiustamente sottovalutato e dimenticato.
Potrei probabilmente scorrere l'intera discografia dei Free senza trovare nemmeno una cattiva performance di Paul Kossoff. I'm a mover, Walk in my shadow, Heavy Load, Fire and Water, Mr Big...è sempre eccezionale. Il suo vibrato era il migliore di tutti i tempi. Era come Freddie King o BB King: poteva sconvolgerti con una nota.
Non aveva bisogno degli effetti. Tutto quello che faceva, usciva dalle sue dita e andava diretto dentro l'amplificatore. Le mani e l'amplificatore erano la sua effettistica.
I due album dei Free che amo di più sono Tons of Sobs (1968) e Live at the Bbc (2006). Geniali. Se volete sentire l'essenza di Paul Kossoff questi sono gli album giusti.
Gary Moore
"Il dito medio più veloce del mondo. E' pazzesco."
Se non ci fosse stata gente come Gary Moore, io non sarei esistito. Non solo ha dato grande prova della forza del blues, ma è riuscito sempre a radunare una grande folla, il che mi ha impressionato molto.
Il suo modo di suonare fa paura, ha il dito medio più veloce del mondo, è pazzesco. La cosa forte è che mi ha fatto capire che nel blues puoi anche lasciarti andare con lo shredding, senza esagerare. Il suo approccio era rivoluzionario, iniziava e terminava con frasi blues e ci metteva un pò di shredding in mezzo.
Still got the blues (1990) è un album che non può mancare nella vostra collezione. Ci sono canzoni come Midnight Blues, As the years go passing by, Too tired, Walking by myself, e c'è una versione di Oh Pretty Woman che è assolutamente fantastica. Comprate questo album e non ve ne pentirete.
domenica 8 settembre 2013
Rory Gallagher e Jeff Beck - chitarristi preferiti di Joe B ( 4 di 6)
-Rory Gallagher-
"Ardeva di passione ed era pericoloso. Non suovava in maniera tranquilla"
"Sì, lo so che suona una Stratocatster, quindi mi sono appena contraddetto riguardo ai chitarristi Fender nella mia lista. Alcuni considerano Rory molto più che un chitarrista rock, a causa di canzoni come "Tattoo'd Lady". Ma se ascoltate "As the crow flies", il suo stile blues è qualcosa di davvero potente.
"Poi ascoltatevi anche "Who's that coming"- il suo utlizzo dello silde e la sua intonazione sono perfetti. Quest'uomo ardeva di passione ed era quasi pericoloso; non suonava mai in maniera tranquilla. E' come ascoltare Hubert Sumlin, solo che al posto di un bluesman di colore in abito elegante, trovate questo tizio irlandese con una maglietta di flanella.
C'è un suo album live chiamato "Irish Tour" (1974) che riassume in pieno chi è Rory Gallagher. Tutto ciò che lo rende un grande chitarrista blues, lo potete trovare in questo album."
-Jeff Beck-
"Nessuno fa cantare la chitarra come Jeff Beck"
"Ok, dimenticate cosa ho detto sui chitarristi Fender. Ovviamente Jeff Beck suona la Fender, ma suona anche la Les Paul. Potrebbe suonare un trampolo a molla e farne uscire un bel suono.
Come canzoni direi "Let me love you, baby " e "Blues Deluxe"- Spacca,amico! E' roba forte, davvero notevole. La sua versione di "I Ain't Superstitious" è eccezionale. E' decisamente allo stesso livello dell'originale di Howlin' Wolf.
Adoro gli album "Truth" (1968) e "Beck-ola" (1969), ma se ne dovessi scegliere uno sceglierei "Blow by blow" (1975) perchè impazzisco per quello che fa con quella Les Paul. Ogni cosa su quest'album è stupenda. Il suo modo di approcciarsi alla chitarra....nessuno può far cantare la chitarra come Jeff Beck."
sabato 7 settembre 2013
Peter Green e Ronnie Earl - Chitarristi preferiti di Joe B (3 di 6)
Peter Green
"A differenza di molti chitarristi blues, Green era un grande autore"
"E così torniamo di nuovo a parlare di John Mayall e dei Bluesbreakers." A hard road" (1967) è un bellissimo album che mostra quanto è grande il talento di Peter Green. E, ovviamente, tutti i suoi lavori con i primi Fleetwood Mac sono brillanti. Il sound, quello della sua Les Paul sul brano "Black Magic Woman"....ho i brividi. E, a differenza di molti artisti blues, era anche un grande songwriter.
Il suo fraseggio era impeccabile. Ha unito lo stile americano con quello inglese così bene, ed ha creato un qualcosa di suo davvero unico. Mi ha influenzato davvero tanto.
Sono indeciso tra "A Hard road" e gli album dei Fleetwood Mac su cui si trovano "On Well" (Then Play On , pubblicato in america nel 1969) e "Albatross" (English Rose, pubblicato in america nel 1969). Ma devo dire che la versione della canzone "So many roads" (da "A Hard Road" del 2006), è eccezionale, quindi scelgo i Bluesbreakers quando si tratta di Peter Green.
Ronnie Earl
"Ha impersonato l'atmosfera blues tipica della East coast di Boston"
"Lui è l'unico, in questa mia lista, che suona una Fender. Suona in modo così pulito e con un tono eccezionale. Per essere uno che semplicemente infila il jack in un Super Reverber, ha reso l'atmosfera blues della costa orientale di Boston quell'atmosfera particolare che la contraddistingue, e che mi ha sempre attirato parecchio.
Alle mie orecchie è uno che viene dalla scuola blues di Elmore James e T-Bone Walker. Come influenza è proprio li, soprattutto nei primi anni.
Il suo album migliore è probabilmente "Soul Searchin" (1988), con Darrell Nulisch alla voce. Il merito è proprio delle canzoni. Molti chitarristi blues si perdono negli assoli; non fatto altro che un lungo e interminabile assolo. Ma credo che un grande album blues debba soprattutto contenere belle canzoni, e Soul Searchin è pieno di belle canzoni.
venerdì 6 settembre 2013
I chitarristi preferiti di Joe Bonamassa (2 di 6)
Nello scorso appuntamento abbiamo parlato, dopo una breve introduzione, di BB King. Proseguiamo con altri due grandi musicisti. Eric Clapton e Freddie King.
Parla Joe Bonamassa...
"Beano" (Bluesbreakers with Eric Clapton, 1966) è un classico. Quando ero bambino, me ne stavo seduto con quell'album, una SG in mano, e me lo studiavo da cima a fondo come fosse un libro di testo. Dico davvero. Me lo sono imparato nota per nota, dall'inizio alla fine. E' stato fantastico! Jammare con Eric era il mio compito a casa. E a differenza dei miei compagni di scuola, io amavo fare i compiti!
"Era un tornado. Lo hanno anche soprannominato 'Il tornado del Texas', e con ottime ragioni: il ragazzo saliva sul palco con una Gibson ES-345, la collegava all'amplificatore, suonava solo col pollice, e faceva saltare tutto in aria, cazzo! Questa è la differenza tra lui e altri bluesman: lui spaccava! Suonava con cattive intenzioni (ride). Il suo modo di cantare, di suonare...quell'uomo poteva abbattere alberi e qualsiasi altra cosa lungo il suo cammino. Uno con le palle, capisci?
Senza dubbio, il suo album migliore è "Are you ready for Freddie?" (pubblicato postumo nel 2004). E' un album live che lo rappresenta in pieno come musicista. Suonava con un Fender Quad Reverb che spingeva al massimo, e distruggeva il pubblico con quello! Ascoltatevi questo album, e capirete quanto il blues può colpirti in maniera così dura come non mai. Da non credere.
Parla Joe Bonamassa...
Eric Clapton
"Jammare con Eric era il mio impegno quotidiano a casa"
"Quest'uomo ha influenzato milioni di chitarristi, e il suo impatto su di me è stato notevole. La quantità di brani incisi con i "Bluesbreakers", i "Cream" e i "Blind Faith" è enorme, non puoi quasi crederci che è la stessa persona ad aver fatto tutte queste cose!
Anche se comunque ha suonato sia Hard Rock che Pop e altre cose ancora, Clapton è fondamentalmente un chitarrista blues. Il blues è la sua vera passione. Te ne puoi accorgere ascoltando le sue canzoni con John Mayall e i Bluesbreakers. E' scioccante come già allora fosse molto esperto come chitarrista. Il suo fraseggio, la sua scelta delle note....stupefacente.
Freddie King
"Spaccava. Era un musicista con le palle"
Senza dubbio, il suo album migliore è "Are you ready for Freddie?" (pubblicato postumo nel 2004). E' un album live che lo rappresenta in pieno come musicista. Suonava con un Fender Quad Reverb che spingeva al massimo, e distruggeva il pubblico con quello! Ascoltatevi questo album, e capirete quanto il blues può colpirti in maniera così dura come non mai. Da non credere.
giovedì 5 settembre 2013
Quattro nuovi DVD - TOUR DE FORCE - Londra 2013
Se ne era parlato già in qualche articolo pubblicato tempo fa che le 4 date di Londra di Marzo 2013 sarebbero state pubblcate in dvd entro la fine dell'anno. L'iniziativa deonominata TOUR DE FORCE prevede la pubblicazione di ben 4 dvd, ognuno con il concerto delle rispettive serata. I nuovi 4 dvd (o blu-ray a seconda della scelta) usciranno il 29 Ottobre ma possono essere ordinati già da adesso sul sito uffcale www.jbonamassa.com nella sezione Store, Tour De Force. Ogni concerto si dfferenzia dall'altro non solo per il luogo ma per il tema che caratterizza la setlist (power trio, blues night, rock'n'roll night, acoustic/electrc night) nonchè per i musicsti che prendono parte ai live. Unica costante è Joe Bonamassa, la sua chitarra, la sua voce e il suo stile.
1-THE POWER TRIO
TRACKLIST:
Albion (Intro)
I Know Where I Belong
Spanish Boots
Your Funeral My Trial
Blues Deluxe
Pain And Sorrow
Happier Times
Steal Your Heart Away
Miss You, Hate You
The River
Burning Hell
Don't Burn Down That Bridge
Story Of A Quarryman
Are You Experienced?
World's End (Credits)
2-THE BLUES NIGHT
Shepherd's Bush Empire, Joe è accompagnato sul palco dalla sezione fiati, l'atmosfera è quella di una grande serata dal sapore Blues.
TRACKLIST:
Albion (Intro)
Slow Train
So It's Like That
Midnight Blues
Last Kiss
So Many Roads
You Better Watch Yourself
Chains & Things
Lonesome Road Blues
Stop!
I Got All You Need
The Great Flood
The Ballad Of John Henry
Asking Around For You
Further On Up The Road
World's End (Credits)
3-THE ROCK'N'ROLL NIGHT
Hammersmith Apollo, Joe apre la serata in acustico , per poi passare a quello che sarà il tema dell'intero concerto, del sano rock'n'roll
TRACKLIST:
Albion (Intro)
Seagull
Jelly Roll
Richmond
Athens To Athens
Woke Up Dreaming
Cradle Rock
When the Fire Hits the Sea
Dustbowl
Dislocated Boy
Driving Towards The Daylight
Who's Been Talking
Jockey Full Of Bourbon
Tea For One
Lonesome Road Blues
The Ballad Of John Henry
Sloe Gin
Just Got Paid
World's End (Credits)
4-THE ACOUSTIC/ELECTRIC NIGHT
TRACKLIST:
Albion (Intro)
Palm Trees, Helicopters and Gasoline
Seagull
Jelly Roll
Black Lung Heartache
Around the Bend
Jockey Full Of Bourbon
From the Valley
Athens to Athens
Slow Train
Last Kiss
Dustbowl
Midnight Blues
Who's Been Talking
Happier Times
Driving Towards The Daylight
The Ballad of John Henry
Django
Mountain Time
Sloe Gin
Just Got Paid
World's End (Credits)
mercoledì 4 settembre 2013
I chitarristi preferiti di Joe Bonamassa (1 di 6)
Il gigante del rock-blues svela le sue maggiori influenze musicali.
Con la pubblicazione del suo ultimo eccezionale album blues-rock intitolato Black Rock, Joe Bonamassa è destinato ad accrescere la sua celebrità, abbandonando uno status di grande livello di culto, per approdare sulla terra delle super celebrità del mainstream.
A 32 anni, ha fatto più gavetta di quanta ne farebbero tre persone messe insieme, dopo aver esordito su un palco a soli 11 anni e dopo aver intrapreso il primo tour con i Bloodline quando era ancora un adolescente. Da solista, le sue capacità di suonare la chitarra, di cantare e di scrivere canzoni sono maturate verso uno stile più corposo, tale da stravolgere profondamente i sensi sia emotivamente che tecnicamente.
"C'è una cosa che mi piace riguardo al blues," dice Bonamassa. "Un conto è suonare una nota. Un altro è dargli l'impronta."
Di seguito Bonamassa ci parla delle sue influenze principali citando alcune fondamentali incisioni discografiche. "Questi sono i tizi che mi hanno insegnato come si fa," racconta. "Qualsiasi cosa sono adesso e in qualsiasi posto andrò, è grazie a chi c'è stato prima. Questi sono i musicisti da cui ho appreso tutto quello che so."
BB KING
"Quest'uomo è un monumento"
La seconda ragione, ovviamente, è il suo stile. Nessuno può competere con i suoi fraseggi. So che può sembrare un clichè, ma basta sentire una sola nota, per capire che è lui che sta suonando. Ha un sound, un tocco, un vibrato, talmente unici da essere inimitabili. Lui non canta soltanto, ma parla anche attraverso la sua chitarra - anche se, come ben sappiamo, il suo modo di cantare è di per sè qualcosa di straordinario. Se dovessi scegliere un album che rappresenta pienamente B.B.King, sceglierei "Blues is King" (1967). Un vero e proprio successo.
martedì 3 settembre 2013
Date Tour 2013 - calendario completo
JOE BONAMASSA TOUR 2013
Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre
20/09 BOURNEMOUTH - UK - BOURNEMOUTH BIC
21/09 MANCHESTER - UK - MANCHESTER ARENA
23/09 ABERDEEN - UK - ABERDEEN AECC
24/09 EDINBURGH - UK - EDINBURGH PLAYHOUSE
27/09 BIRMINGHAM - UK - BIRMINGHAM NATL. INDOOR ARENA
28/09 BRIGHTON - UK - BRIGHTON CENTRE
01/10 BUDAPEST - HUNGARY - BUDAPEST CONGRESS CENTER
02/10 ZAGREB - CROATIA - DOM SPORTOVA
04/10 VIENNA - AUSTRIA - WIENER STADTHALLE
05/10 PRAGUE - CZECH REPUBLIC - KONGRESOVÉ CENTRUM PRAHA
06/10 GRONINGEN - NETHERLANDS - MARTINPLAZA
08/10 COPENHAGEN - DENMARK - FALKONER THEATRE
10/10 OSLO - NORWAY - SENTRUM SCENE
11/10 STOCKHOLM - SWEDEN - WATERFRONT
13/10 HELSINKI - FINLAND - HARTWELL ARENA
14/10 ST. PETERSBURG - RUSSIAN FEDERATION - BKZ OCTYABRSKY
16/10 MOSCOW - RUSSIAN FEDERATION - CROCUS CITY HALL
18/10 MINSK - BELARUS - PALACE OF THE REPUBLIC
20/10 WARSAW - POLAND - SALA KONGRESOWA
02/11 CLEVELAND, OH - USA - STATE THEATRE
05/11 LOUISVILLE, KY - USA - LOUISVILLE PALACE
06/11 KNOXVILLE, TN - USA - CIVIC AUDITORIUM
08/11 ROANOKE, VA - USA - ROANOKE CIVIC CENTER
09/11 RICHMOND, VA - USA - LANDMARK THEATRE
10/11 FAYETTEVILLE, NC - USA - CROWN THEATRE
12/11 CHARLOTTE, NC - USA - OVENS AUDITORIUM
13/11 SAVANNAH, GA - USA - SAVANNAH CIVIC CENTER
15/11 CLEARWATER - USA - RUTH ECKERD HALL
16/11 CLEARWATER - USA - RUTH ECKERD HALL
18/11 BIRMINGHAM, AL - USA - BJCC CONCERT HALL
20/11 AUGUSTA, GA - USA - BELL AUDITORIUM
22/11 ATLANTA, GA - USA - FOX THEATRE
23/11 ATLANTA, GA - USA - FOX THEATRES
26/11 NEW ORLEANS - USA - THE SAENGER THEATRE
27/11 HOUSTON, TX - USA - BAYOU MUSIC CENTER
29/11 CORPUS CHRISTI, TX - USA - AMERICAN BANK CENTER
30/11 AUSTIN, TX - USA - AUSTIN CITY LIMITS LIVE
03/12 LUBBOCK, TX - USA - CITY BANK AUDITORIUM
04//12 ALBUQUERQUE - USA - KIVA AUDITORIUM AT THE ALBUQUERQUE CONVENTION CENTER
06/12 OAKLAND, CA - USA - PARAMOUNT THEATRE
07/12 RENO, NV - USA - RENO EVENTS CENTER
10/12 FRESNO, CA - USA - WARNOR’S CENTER FOR PERFORMING ARTS
12/12 SANTA BARBARA, CA - USA - ARLINGTON THEATRE
13/12 LOS ANGELES, CA - USA - DOLBY THEATRE
14/12 SAN DIEGO, CA - USA - VALLEY VIEW CASINO CENTER
lunedì 2 settembre 2013
recensione Blues in Britain: Beth Hart e Joe Bonamassa
Blues in Britain
concerto del mese: Beth Hart e Joe Bonamassa
Hampton Court Palace, Londra 24 giugno 2013
"Here today and gone tomorrow", vivi il presente; la chitarra di Joe riecheggia tra le mura antiche; questo è rock e la voce di Beth potrebbe essere in grado di risvegliare Wolsey dal suo sonno. Una voce calda e morbida che ci introduce in "Close to my fire", canzone bellissima! Beth è sempre più sulla cresta dell'onda, con il suo tono denso, sporco, blues; come una bambina felice ci delizia con una canzone che ama tanto: "Something got a hold on me". La chitarra continua a suonare, Beth seduta al margine del palco, a pochi centimetri dai suo fans canta "Heart as Black as Night" - in un modo che neanche Melody Gardot..!
Beth al piano offre una "Chocolate Jesus" (Tom Waits) di cui tutti amano il sapore; un'altra canzone di Gardot "If i tell you i love you" ; chic francese, un accordion sembra accompagnarci attraverso le strade di Parigi quando è il momento della title-track dell'ultima uscita discografica: Seesaw, esuberante e sfrontata.
L'atmosfera si fa più particolare, Joe esplora territori morbidi e pastosi, Beth prende e rende completamente sua la canzone di Billie Holiday intitolata "Strange Fruit". Si tratta di una canzone davvero eccezionale anche se il testo fa riferimento a dei brutti momenti per alcune contee del nord degli Stati Uniti; dovrebbe essere inquietante, ma la canzone è memorabile. Le note della chitarra d Joe cariche di dolore fanno quasi piangere. Ci stiamo avvicinando alla fine quando arriva il momento di "I'd rather go blind" di Etta James, per quanto possibile ancora più carica di sentimento dell'originale. Improvvisamente si ritorna alla realtà con "Nutbush City Limits", un classico rock grezzo scritto da Ike Turner (*sorella di Tina) ed è difficile credere che Tina avrebbe potuto cantarla meglio - e via con il botto, brillante!!!
L'intera serata è stata un viaggio alla scoperta della meravigliosa voce di Beth Hart, tra blues, jazz, soul e rock, paragonabile a quella di Janis Joplin. Con la sua potenza fenomenale e la sua ampiezza timbrica, Beth vive e respira la musica. A tutto ciò va aggiunto il blues di un chitarrista che può camminare a testa alta sui palchi di tutto il mondo, un uomo a cui dovremmo essere tutti riconoscenti per averci fatto conoscere Beth. Questa sera, in un ambiente cosi monumentale, Joe e Beth ci hanno regalato un bel giro d'altalena (see-saw), musica che non so spiegare (i can't explain), uno show abilmente messo in piedi da un band di musicisti di grande talento. Joe sembra felice di stare un passo indietro e di lasciare che la sua "protetta" governi il palco - perchè è cosi, lei possiede, come Joe, un talento fuori dal comune che tutti dobbiamo riconoscergli. La ben rodata band composta da Alan Hill (tastiere e direttore musicale), Brett Lucas (chitarra), Charles Bartels (basso) e Darryl Perce (batteria) a questo punto si lancia in un groove funky-rock con "I'm Tired" di Chris Youlden prima che Beth ringrazi il suo pubblico britannico per il supporto dimostratole nel corso degli anni; poi è il momento del mid-tempo di "Close as i'll get to heaven" che chiude il magnifico set. Dopo gli applausi del pubblico entusiasta Beth concede altre due canzoni tratte dall'album I've got my own hell to raise: "Sleep to dream" di Fiona Apple e "I do not want what i have not got" di Sinead O'Connor.
Per tutti quelli che non hanno potuto assistere allo show, potete trovare ben 8 canzoni di questo live su YouTube.
Concerto del mese nonchè uno degli highlights dell'anno!
domenica 1 settembre 2013
recensione Classic Rock the Blues Magazine: Beth Hart e Joe Bonamassa
Classic Rock The Blues Magazine
Beth Hart e Joe Bonamassa
Hampton Court Palace, Londra, 24 giugno
Joe-Bo e Lady Beth : esibizione regale
Spettacolo mozzafiato per Beth Hart e Joe Bonamassa nella location più pittoresca e storica che si può immaginare a Londra.
Le canzoni sono quelle dei due album di cover, frutto della collaborazione tra i due artisti, Don't Explain del 2011 e SeeSaw pubblicato lo scorso maggio di quest'anno. Per quanto riguarda la setlist si va da pezzi pop degli anni '50 come Them There Eyes di Louis Armstrong , a pezzi trainanti a base di riff funk come For My Friend di Bill Withers; dal jazz cafè parigino di Chocolate Jesus (Tom Waits) all'impavida e appariscente Seesaw, eseguita in tributo ad Aretha Franklin. Beth è in forma smagliante questa sera, elegante come una pantera in canzoni come Close to my fire e vibrante di energia in Something's got a hold on me. Con la sua voce si destreggia tra momenti giocosi come in Them There Eyes, delicati come in Close to my fire e potenti vibrati carichi di fervore come in Miss Lady. Con grande anima e coraggio interpreta I'd rather go blind di Etta James, ma Beth Hart consegna al pubblico quello che è un tour de force di performance che spaziano da momenti emotivi e commoventi ad altri decisamente carichi di forza. Rende omaggio alla straziante Strange Fruit, un'altra scelta difficile, che tutti conoscono nella versione di Billie Holiday. Come per il disco, Bonamassa resta in secondo piano, occupandosi delle seconde voci in molte canzoni, e uscendo allo scoperto nel momento dei soli di chitarra come in Sinner's Prayer e in Rhymes. Ad ogni modo, Joe prende posto sotto la luce dei riflettori in Can't Let Go (brano caratterizzato da un ampio utilizzo dello slide) , in Strange Fruit (la cui chitarra rappresenta un pò la "spina dorsale" dell'intero brano) e nell'eccezionale assolo in stile Warren Haynes di I'd rather go blind. E' stata una magnifica serata in compagnia del nuovo Re e della nuova Regina del palazzo.
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